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Pedalando Sulla Statale

by Spinbiker


S.S. VARESINA

Domenica mattina, ore 8.00. Il miei piedi calzano le ciabatte, mi alzo, mi dirigo verso la cucina, dove una colazione ricca mi attende. Mentre mangio la brioche appena scaldata, inizio a pensare che percorso potrei fare stamattina in bici. Dopo la tappa obbligata in bagno, mi tolgo il mio bel pigiama e mi infilo il body grigio appena acquistato, di una nota marca che equipaggia anche I professionisti. È favoloso: ê molto traspirante, e per chi pratica questo sport sa bene quanto sia importante avere un fondello morbido che protegga le parti che caratterizzano un bel maschio.

Come maglia avevo scelto quella rosa del giro d'Italia, compreso i guanti. Riempite le due borracce e fornitomi di barrette energetiche, mi dirigo verso la mia bicicletta da corsa, alla quale ho appena cambiato le coperture. Stranamente, tutte le volte che esco in bicicletta mi viene uno stato di eccitazione particolare che mi induce ad avere sempre il mio attrezzo nel tipico stato turgido, e non nascondo che a volte mi trovo in difficoltà nel nasconderlo.

Salutato i miei, esco di casa pronto ad avventurarmi: destinazione Varese. La giornata era stupenda, aria estiva e soleggiata. La domenica mattina la SS. Varesina ê frequentata da parecchi ciclisti, molti sono pensionati che sfruttano il mezzo a due ruote per tenere il sistema cardiovascolare in efficienza, altri sono genitori che accompagnano i propri figli verso il parco, altri sono ciclisti giovani come me. Ormai venticinquenne, sono alto e magro, per cui il fisico ben si addice alla pratica ciclistica. Mentre pedalo mi capita di essere superato da altri ciclisti giovani, che magari praticano questa attività a livello agonistico, lo dimostra il fatto che in genere si depilano, e questo non fa altro che risaltare i bei polpacci scolpiti, le belle gambe abbronzate, il body segnato dal sudore della corsa. Io, invece, vado in bici semplicemente perché mi piace, e adoro incontrare coetanei che pedalano e che indossano i completi da ciclista a volte i piû disparati ed i piû belli.

Trovo meraviglioso il body a pezzo intero che si indossa durante una cronometro, dove tutte le forme dei muscoli prendono vita, compreso il pacco centrale. Ormai ê mezzogiorno, e sono sulla strada del ritorno, dopo la pausa a Varese, con la quale mi sono rigenerato con una barretta energetica e una bella bevuta. Parecchi ciclisti mi superano, penso tutti diretti verso una tavola da pranzo. A volte rimango a ruota per osservare il loro bel fisico scolpito ed abbronzato. Purtroppo mi devo fermare per colpa di un semaforo rosso, ma il verde prometteva un evento che mi ha, come dire, segnato.

Mentre stavo spingendo sul pedale per ripartire, sento una voce provenire dall'altra parte dell'incrocio che mi impreca "Scusa!". Attraverso l'incrocio e mi rendo conto che un ragazzo della mia età mi chiede di fermarmi: “Per caso hai una pompa? Sai ho forato perché stanno potando le piante lungo la statale e ho preso un ramo che ha reciso la copertura!”

Ho impiegato un po', almeno credo, a connettere il cervello! Caspita che fisico! Un ragazzo di nome Carlo, 27 anni, alto circa 1.72cm, fisico atletico, abbronzato, occhi scuri, capelli corti. Indossava un body nero, e feci subito caso alle sue gambe depilate, di sicuro praticava questo sport a livello agonistico. Appoggiai la bicicletta a una aiuola, presi la pompa e mi diressi verso di lui. La ruota sgofia era quella anteriore, mi chinai per svitare la valvola e innestare la pompa. Mentre ero chino mi trovato davanti la sua bici, una bici da corsa di marca famosa con telaio sloping, di sicuro di un valore considerevole, e notai che la fasciatura del manubrio era alquanto consumata, confermando la mia supposizione che questo bel ragazzo la bici la cavalcava, eccome! Voltandomi mi trovavo accerchiato dalle sue gambe e... caspita!... il suo pacco! Cambiai subito sguardo e controllai a che punto stava il copertoncino, ma supposi che la mia titubanza si era notata.

Il manometro segnava 3,5 bar, piû di cosî non riuscivo a pompare, a causa della dimensione troppo minuta della pompa portatile. Carlo mi chiese di tenergli la bici, perché voleva provare lui ad andare oltre. Si chino davanti a me, voltandomi le spalle, ed in quel frangente notai che i muscoli delle sue gambe facevano fatica a stare dentro il suo body tiratissimo. Non so come ma finora il mio pacco era sotto controllo, per cui mi sentivo abbastanza sicuro di non mostrare certe tendenze. Quando credette di aver terminato mi restituî la pompa. Gli chiesi dove era diretto: Milano.

“Allora facciamo almeno un pezzo di strada insieme, cosî mi insegni qualche trucco” dissi. Non sembrava molto contento di dover rallentare la sua media per adeguarsi alla mia, che non supera I 30 Km/h, perô accettô. Ripresa la bici iniziammo a reinstradarci verso la Varesina, ma qualcosa non andava, infatti rimase intrappolato un piccolo ramoscello nel deragliatore quando avevo appoggiato la biciletta all'aiuola, facendo cosî fuoriuscire la catena. Fui obbligato a fermarmi, lui altrettanto. Eravamo fermi in una stradina chiusa che comunicava verso alcune ditte che di domenica non lavorano, un luogo pressoché deserto. Le uniche macchine che passavano erano quelle che corrono lungo la statale. Ai lati di questa stradina, folti cespugli nascondono questo fazzoletto di asfalto. Mi diede una mano a togliere quell'erbaccia incastrata nel mio deragliatore, chinandosi ancora una volta davanti a me. Nell'atto di rialzarsi inevitabilmente mi guardô da caviglie a spalle, dato che stato reggendo la sua e la mia bici. In qell'istante notai che una goccia di liquido prespermatico usciva dai miei calzoncini grigi, e lui

“Ma per caso ti scappa la pipî?” La risposta scontata: “Sî, ma penso di farcela fino a casa.”

Carlo mi disse “Io no, ne approfitto che non passa nessuno e la faccio a ridosso di questo cespuglio.”

O caspita! Si tolse la maglietta, appoggiandola sulla sua bici, cosî vidi il suo bel torace, scolpito dai segni del body, che molto probabilmente era di una misura piû piccola, sfilô le bretelle giû fino a liberare il suo pene, dal quale da lî a poco fuoriuscî poca pipî. Senza rendermene conto la mia misura del mio stava crescendo e lui, una volta espletata la sua funzione lo notô, mentre stava rimettendosi la maglietta.

“Non pensavo di fare colpo anche sui ragazzi” mi disse. Gelai. Che dire.

“Guarda che non sono gay, mi piacciono le ragazze, ê che vedere un maschio nudo a volte mi provoca questa reazione!”

“Allora se vieni nel mio gruppo l'avresti perennemente in tiro!” replicô. Non risposi, d'altronde aveva ragione.

“Quando siamo in ritiro, comunque, la pratica della masturbazione di gruppo ê normale, altrimenti come fai a sfogare la voglia se non puoi vedere la tua ragazza? continuô. “Guarda!” si sfilô il suo cazzo dai pantaloncini tirando al massimo le bretelle e inizô a menarselo.

“Mica mi vergogno! Se vuoi te lo massaggio io.” Si avvicinô a me, mentre mi appoggiai alla bici, posizione in cu il pacco ormai era in fase della sua massima espansione. La sua mano si appoggiô sul mio cazzo duro come il manico di una scopa, e inizio a massaggiarlo prendendolo con decisione nonstante indossassi il body. La sua mano circondô il mio pene eretto, ed inevitabilmente la stoffa elastica del body prese la forma del mio genitale.

Notai che faceva fatica a menarmelo per via del fatto che il sudore faceva scivolare la mano. Presi la forza di sfilarmi la maglietta, cosa che fece anche lui, e di sfilare le bretelle. La sua mano scivolô subito per afferrare il cazzo, eseguendo immediatamente movimenti pendolatori. Ero in estasi! Uno sconosciuto che me lo toccava! Per contraccambiare la mia mano sinistra si diresse sul suo pene dal quale un abbondante lubrificazione stava uscendo. Da li a poco una variazione! Le sue labbra stavano accogliendo il mio cazzo! Mai avuto un pompino! Era la prima volta, non pensavo si potesse godere anche cosî. Eppure, la sua lingua sentivo ruotava attorno alla cappella, non sapevo come facesse ma era stupendo. Nella mia testa frugava un pensiero: un rapporto anale! Da lui!

Volevo provare questa sensazione di essere penetrato. Allora con tutte due le mani gli presi la testa per allontarla dalla zona genitale e mi voltai, divaricando le gambe, appoggiando le braccia alla bici, nella speranza che capisse la posizione. Al volo la capî. Sentii la sua cappella appoggiare nel mio buco, avevo timore che mi facesse male, dato che non ho mai avuto un rapporto anale. Penso capisse il mio timore, perché mi disse

“Sudato come sei, ê come avere il lubrificante. Alcuni miei compagni di squadra lo fanno spesso.” Le sue mani facevano presa sui miei fianchi, era delicato al tempo stesso deciso. In quel momento diede un colpo di reni, e sentti le sue palle toccarre i miei glutei. Avevo paura che potesse arrivare qualcuno in quel momento e vedesse questa scena. “Oh, se arriva qualcuno?”

“Scappiamo in bici nudi! Ti piace vero? Vuoi provare?”

I ruoli si invertirono, la mia prima penetrazione nell'ano di un ragazzo. Caspita! Sembrava di entrare nella figa di una ragazza! Riuscii con un po' di timore a far entrare il mio arnese nelle sue viscere, e iniziai a pendolare con il bacino. Che sensazione!

Probabilmente lui capii che stavo per venire, perché ad un tratto si voltô velocemente, quasi spaventandomi. Iniziô a menarmelo velocemente, gli urlai che stavo per venire, finchê le contrazioni del piacere sfociarono con il mio sperma che caddero sull'asfalto. Feci lo stesso con lui, e non credetti ai miei occhi dalla quatità che tirô fuori dalle sue palle. Mi disse: “Era da tanto che un bel maschio non mi faceva godere!”

Ci rivestemmo e ripartimmo subito verso casa, ma l'erezione non era terminata, inoltre a tutte e due trapelava ancora un po' di sperma attraverso i rispettivi body, ma continuammo a pedalare, fino a quando quella macchia biancastra si assorbî attraverso la stoffa, lasciando solamente una leggera macchia piû scura, che identificava la posizione del nostro pene.

Ci salutammo, peccato che non lo rividi piû. Spero in un'altra foratura.

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S.S. VARESINA Domenica mattina, ore 8.00. Il miei piedi calzano le ciabatte, mi alzo, mi dirigo verso la cucina, dove una colazione ricca mi attende. Mentre mangio la brioche appena scaldata, inizio a pensare che percorso potrei fare stamattina in bici. Dopo la tappa obbligata in bagno, mi tolgo il mio bel pigiama e mi infilo il body grigio appena acquistato, di una nota marca che equipaggia

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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