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Ti voglio Bene ... Tanto

by Claudio ( avalalla@yahoo.it )


Ero da un po’ di tempo accovacciato sul divano mentre aspettavo che gli altri tornassero dalla spiaggia! Avevamo fatto surf per tutta la mattinata, ed era quasi ora di pranzo. Ilenia (la mia ragazza), Paolo (il mio migliore amico) e Michelle (la sua) stavano ancora giocando con le onde ed io potevo vedere i loro corpi ben fatti e abbronzati cavalcare il mare. Siamo quattro amici del nord Italia, e amiamo moltissimo praticare gli sport estivi infatti, appena possiamo staccare la spina dell’università, inseguiamo l’estate con le nostre amatissime tavole. In particolare mi soffermai su Paolo: ci conoscevamo da poco più di due anni, ma la nostra amicizia era diventata da subito un grande legame; ci sentivamo almeno tre volte al giorno, e ci vedevamo tutti i giorni. Le nostre ragazze e i nostri amici ci chiamavano “Paolo e Francesco” (mentre il mio nome è Claudio)! Sembra impossibile, ma dalla prima volta che ci eravamo visti, ad un corso di Inglese indetto dall’università, era scoccata una scintilla di simpatia che ci aveva portato a legarci sempre più l’uno all’altro. Non possiamo stare l’uno senza l’altro, perché ci sembrava che ci mancasse qualche cosa. Entrambi amiamo moltissimo uscire con tutti i nostri amici, ed infatti i nostri due gruppi si sono uniti ed hanno dato vita ad un’unità di circa 20 persone, ma i perni siamo noi due. Io ho cinque anni in meno di Paolo, ma questo non è un ostacolo alla nostra amicizia, anzi penso proprio che lui mi veda anche un pochettino come il suo fratellino minore (che però non ha mai avuto) ed io non mi lamento perché mi fa sentire molto bene ed anche protetto. Mentre guardavo verso la finestra ed il mare, mi dissi: - Forse è meglio che mi vada a fare un bel bagno, così almeno mi rilasso un pochino -. Avevamo affittato quel cottage sulla spiaggia americana, per poter essere vicino alle nostre amatissime onde, ma avevamo richiesto all’agenzia tutte le comodità per poter fare la meravigliosa vita da mare americana che si vedeva in telefilm come Baywatch ed altri. Al primo piano della stupenda villettina si trovava un’ampia sala da bagno con una grande vasca rotonda dove ci si poteva tranquillamente stare in due; mi spoglia della muta e cominciai a scendere gli scalini della vasca. L’acqua calda a contatto con la mia pelle mi faceva provare dei dolcissimi brividi di eccitazione e la mia mente corse a Paolo. Non so come mai ma, anziché Ilenia, mi tornava in mente il corpo del mio amico teso nello sforzo del surf, con i riccioli bagnati e il viso serio e contratti; sotto la muta si poteva riconoscere ogni muscolo che, formato dai tanti anni di sport agonistico, non presentava però la rigidità impacciata di chi i muscoli li scolpisce solo con la palestra. In quel momento mi misi a ridere di me stesso: - E come se io - novello Gustav von Aschembach - fossi in adorazione dell’irraggiungibile Tadzio – e con un sospiro mi immersi nella vasca. L’acqua mi avvolgeva protettiva, ma il mio cuore era pieno di tristezza; era come se solo allora capissi che mi mancava qualcosa nella mia amicizia con Giacomo, ma un qualcosa che nemmeno io riuscivo a spiegare. Presi il Walkman e, tanto per torturarmi maggiormente, inserii una cassetta di Celine Dion. Il leggerissimo sciabordio dell’acqua e l’incredibile dolcezza che colava dalle note della musica, mi fecero rilassare e chiudere gli occhi come a voler lasciare all’esterno le mie ultime riflessioni. Mentre cercavo di svuotare la mente, sentii che qualcuno mi stava dolcemente sfilando le cuffie; mi volsi di scatto e mi trovai col viso a pochi centimetri da quello di Paolo; senza che potessi fare niente per evitarlo, un immediato rossore mi salì al viso e mi volsi di scatto imbronciato e con uno scatto d’ira: - Adesso non si usa più bussare? – e mi pentii subito di essere stato così scorbutico, ma lui mi rispose con un sorriso (lo adoro per questo, ogni volta che litighiamo e che mi arrabbio, lui mi risponde con un sorriso ed io mi sciolgo!) – Veramente io ti ho cercato in tutta la casa e prima di entrare qui ho provato a chiamare, ma non udendo risposta ho pensato che ti fosse successo qualcosa -, - Scusami Paolo, è che sono un po’ triste in questo momento e non so nemmeno io il perché - lui allora mi si sedette alle spalle sul bordo della vasca e mi poggiò una mano sulla spalla; a quel contatto rabbrividii come se fossi stato percorso da una corrente ad alto voltaggio e mi irrigidii ancora di più. Paolo allora portò le gambe all’interno della vasca, e mi ritrovai con la nuca appoggiata al suo sesso; poi rimanendo seduto sul bordo della vasca iniziò a farmi un massaggio e avvicinò le labbra al mio orecchio sinistro: - Rilassati, non essere teso – potevo avvertire il suo fiato caldo sull’orecchio, e riuscii solo ad arrossire nuovamente. Il mio amico si accorse del disagio che provavo, ma non sembrò farci caso. Quando le sue abili mani riuscirono finalmente a farmi rilassare un pochettino, si alzò, si tolse la muta e completamente nudo mi chiese di fargli un pochettino di spazio. Prima di entrare nella vasca attaccò l’idromassaggio e chiuse a chiave la porta – E le ragazze? – chiesi io un po’ preoccupato che ci sorprendessero in quella situazione di intimità (e forse anche un po’ intimorito che rompessero la magia che si era creata, ma questo lo capisco solo ora!) – Hanno detto che volevano restare sulla spiaggia a prendere il sole, e che dopo sarebbero andate a fare la spesa -. Allora la mia situazione di disagio aumentò: ero solo in casa con quello che era stato, per tutto il pomeriggio, l’oggetto dei miei pensieri, e per di più eravamo entrambi nudi in una vasca da bagno, feci per alzarmi ed andarmene, ma Paolo (che intanto era tornato verso la vasca) mi prese la mano e mi disse: - Rimani a farmi compagnia per favore, così continuo a farti il massaggio –. Entrato nella vasca si sistemò a gambe larghe e mi invitò a entrare con lo sguardo; quegli occhi … avrei potuto stare ore a guardarli: occhi marroni normalissimi, ma talmente profondi e dolci che ispiravano affetto e tranquillità. Non resistetti e a tanta dolcezza scoppiai a piangere; Paolo allora mi prese la mano e mi fece entrare nella vasca poi si sedette e mi fece appoggiare con la schiena al suo torace; quindi riprese a farmi il massaggio con mano leggera ma sicura e si avvicinò con le labbra all’orecchio e mi ripeté di stare tranquillo. Questa volta però la sua testa non tornò nella posizione originale, ma rimase vicino al mio viso. Io chiusi gli occhi e lasciai che le sue mani lavorassero sul mio corpo. Ora mi massaggiava il collo e in un sussurro mi disse: - Ti voglio bene Claudio … tanto! – io spalancai gli occhi non potendo credere a ciò che avevo appena sentito, ma non ebbi il coraggio di voltarmi ed affrontare il suo sguardo; lui intanto aveva smesso di massaggiarmi e mi circondò il collo con le sue forti braccia (non che io fossi uno scricciolo, anzi … anche su di me lo sport aveva sortito il suo benefico influsso, ma in quel momento mi sentivo molto piccolo e fragile!) e si portò con la bocca ancora più vicino al mio orecchio: sentivo il suo respiro e mi sembrava la musica più bella e dolce che avessi mai sentito. Chiusi gli occhi ed assaporai al massimo quegli attimi di totale abbandono; mi sentivo tutto il corpo pesante e non sarei riuscito a muovere un solo muscolo … ero completamente in suo potere. Paolo intanto avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi diede un bacio, fu come una scarica di adrenalina. Poi continuò a ricoprirmi il collo di baci ed io ero al settimo cielo. Le sue morbide labbra posavano tanti bacini leggeri nel tratto di pelle tra l’attaccatura del lobo e la clavicola; poi la sua lingua vellutata cercava di farsi strada nel mio orecchio e accarezzava il mio collo ormai assuefatto al piacere e sensibilissimo. Era come sognare, ma mi riscossi e portai le mie mani sui suoi polsi per fargli allentare la presa e permettermi così di voltare il viso verso il suo. I nostri occhi si incontrarono ed in una sola occhiata si dissero ciò che troppo a lungo non ci eravamo detti e Paolo ridendo disse: - Finalmente ti rivedo sorridere, mi mancavi! – disse, come rivolto alla mia bocca, e facendo passare un suo dito sulle mie labbra. Io mi sistemai su di un lato e mi accucciai nel suo abbraccio, poi gli appoggiai la testa sulla spalla e chiusi gli occhi; le nostre labbra si sfiorarono e giocarono un pochino prima che finalmente ci scambiassimo quel bacio così a lungo sospirato. Le nostre lingue si intrecciavano cercando di assaporare interamente il profumo dell’altro, ma pure in tanta passione c’era un’estrema dolcezza e delicatezza. Quando poi ci staccammo e rimanemmo persi l’uno negli occhi dell’altro, io dissi: - Ti amo Paolo, ti ho sempre amato, ma solo oggi ho compreso realmente cos’era questo sentimento – e mi raggomitolai sul suo torace. Paolo, dal canto suo, prese ad accarezzarmi i capelli e a posarmi piccoli baci sulla testa e poi disse: - Anche io ti amo. – non avevo proprio bisogno di sentire altro, mi girai e gli stampai un bacio appassionato. Ero suo, ora la mia vita era nelle sue mani, ed avrebbe potuto farmi salire fino a toccare il cielo con un dito, oppure sprofondare nella più nera disperazione; guardandolo fisso gli dissi: - Ti prego … non farmi mai del male! -. Lui mi guardò e facendosi serio disse: - Claudio … Claudio ………….. ………… Claudio, ti vuoi svegliare o ti devo chiamare ancora per molto? Devi prepararti se vuoi arrivare in tempo all’aeroporto! Sicuramente i tuoi amici sono già in piedi, possibile che anche oggi che devi partire per l’America con loro tu dorma come un sasso? – Mia madre era entrata nella mia camera da letto e aprendo le imposte ripeteva la sua solita tiritera, e Paolo … di li a poco l’avrei visto e sicuramente qualcosa sarebbe cambiato nel nostro rapporto. Se vi è piaciuto questo mio sogno (reale e riportato fedelmente), fatemelo sapere all'indirizzo avalalla@yahoo.it Due to international translation technology this story may contain spelling or grammatical errors. 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Ti voglio Bene ... Tanto

Ero da un po’ di tempo accovacciato sul divano mentre aspettavo che gli altri tornassero dalla spiaggia! Avevamo fatto surf per tutta la mattinata, ed era quasi ora di pranzo. Ilenia (la mia ragazza), Paolo (il mio migliore amico) e Michelle (la sua) stavano ancora giocando con le onde ed io potevo vedere i loro corpi ben fatti e abbronzati cavalcare il mare. Siamo quattro amici

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