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Il rumore delle docce

by Moretto25


Il rumore delle docce mi mette una strana sensazione addosso. L'acqua che scorre, che cade a terra dopo aver percorso corpi stanchi o pieni d’energia, le voci che si alzano rotte dagli scrosci, il rumore dei passi nelle sottili lame d'acqua che restano tutt'attorno. E poi quell'odore di cloro, che subissa tutti gli altri odori, piacevoli e meno. L'odore di cloro che viene dalla piscina, là fuori, vicina e invisibile, dietro le docce. Ho fatto nuoto per anni, forse per questo mi sento a casa appena sento quell'odore di cloro. E appena sento il rumore delle docce mi prende come uno strano struggimento, a metà tra stanchezza e desiderio. Oggi sono tornato qui. Ho fatto le mie vasche. Sono piuttosto in forma e ne sono lieto. Certo non come un tempo, ma la vita mi ha portato via dalla piscina. O forse me ne sono andato io. Mentre la doccia lava via il cloro, mi perdo nei ricordi. Allungo la mano per prendere il docciaschiuma, ma non è la fredda plastica che incontro. Uno sguardo rapido ed un sorriso risolvono il mistero e rompono l'imbarazzo. Si tratta del mio vicino di doccia, soprappensiero si è diretto al mio reggisapone. E' un ragazzo che non vedo spesso qui. Non che ci venga spesso nemmeno io. Gli sorrido ancora. Ricambia. Mentre la doccia prosegue mi scopro a scrutarlo. E lui fa la stessa cosa con me. L'acqua scorre sul suo corpo disegnando arabeschi. Sul mio porta via la schiuma. Quando riapro gli occhi dopo essermi sciacquato i capelli, lo vedo che mi guarda fisso, la bocca semiaperta, le braccia sollevate verso il getto d'acqua che lo colpisce su petto ed ascelle. Lo trovo incredibilmente sensuale. Ed anche io prendo a muovermi in modo provocante. Dirigo il getto d'acqua sul mio pube, poi mi muovo in modo che risalga e mi colpisca il petto. Apro le braccia e sollevo la testa, come offrendomi. L'acqua mi colpisce quasi con violenza. Ora lo riguardo. Immobile, gli occhi chiusi, i pugni serrati. Poi un lampo, apre gli occhi e mi fissa. La sua espressione è determinata. Siamo entrambi in quello stato che precede la piena erezione, eccitati ma non totalmente. Mi afferra la mano. Sorrido. Gli spogliatoi sono stretti, ma per fortuna ben isolati. E poi il rumore che c'è copre bene i nostri gemiti, le urla appena accennate. Il mio compagno si è scatenato e la sua testa sta in mezzo alle mie gambe, donandomi piacere e prendendoselo. Il mio cazzo entra ed esce dalle sue labbra, urtando a volte il pizzetto sottile e vellicando il suo palato. Ora una mano sta stimolando le mie palle, l'altra si dirige verso il mio capezzolo destro. Ora invece, mentre la suzione prosegue più intensa, sta tentando il mio buchetto, che non agevolmente cede ad un dito. Ma voglio altro. Lo sollevo e lo abbranco. I nostri petti scontrano con forza. Ci strofiniamo, ci tocchiamo, ci mordiamo. E poi è la sua bocca che prendo, con dolcezza e con forza. Il bacio sembra durare ore. Le mani continuano ad esplorare i nostri corpi. E poi ci stacchiamo ansimanti. Basta uno sguardo e sappiamo dove andremo a finire. Mi sorride in modo incredibilmente eccitante, mentre si offre a me piegandosi sulla panca. Guarda dietro e muove il sedere ancheggiando, mi provoca, sorride in modo ambiguo, si passa la lingua sulle labbra. E poi la sua bocca si apre all'improvviso in un grido roco, subito soffocato dalla paura che qualcuno ci senta: sono dentro di lui. All'inizio la sua strettezza mi frena, e cerco di andarci piano. Vedo che soffre, si morde le labbra, il suo corpo deve accettarmi ancora. Poi si rilassa, si apre, si dona. Ora mi guarda. I suoi occhi neri sono due pozzi in cui rischio di perdermi. Sorride e mi dice: "Dai!" Sarà l'unica sua parola. E io vado. Lo prendo, lo faccio mio, lo sbatto con tutta la forza di cui sono capace, lo faccio sospirare, gemere sempre più forte, quasi urlare mentre affondo e mi ritiro, mentre sono in lui, mentre gli do il mio cazzo e me stesso. Ora gode senza ritegno, gli occhi semichiusi, la bocca atteggiata in una strana smorfia di totale abbandono e piacere, i denti che di quando in quando mordono le labbra. Le mie mani lo afferrano per i fianchi, poi per le spalle. Lui si sta menando. Sappiamo che non resisteremo ancora a lungo a questo ritmo. Lo faccio sollevare con la schiena mentre lo pompo, passo le mani sotto le sue ascelle, gli afferro i pettorali e lo spingo verso di me. Ora siamo praticamente in piedi. Ho meno corsa ma le spinte lo raggiungono più a fondo, e il sentire la sua schiena contro il mio petto è davvero qualcosa di splendido. I miei colpi sono più profondi, sempre più profondi e più potenti. Lui si mena con decisione. E poi accade. La sua testa si volta verso di me, gli occhi gli scintillano, la sua lingua mi cerca, trova la mia, ci baciamo in qualche modo. E veniamo. Lo sperma si alza dal suo cazzo e disegna un'alta traiettoria arcuata prima di cadere sul pavimento e sul divisorio. Una due tre sette volte il mio cazzo si svuota dentro di lui, ed altrettante il suo spruzza la sua vernice bianca contro la parete, come uno strano graffito. Resto dentro di lui. Ansimiamo. Di lontano il rumore delle docce, gente che ride, acqua che scroscia.

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Il rumore delle docce

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Web-01: vampire_2.0.3.07
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