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Telefonata

by Aramis


Vivevo in una casa grande di due piani con sopra un grande solaio ed un piccolo giardino. Era la fine di novembre quando ho scoperto la migliore caratteristica della casa. Avevo deciso andare nel solaio a cercare le decorazioni di Natale degli anni precedenti; sapevo che erano lassù con le scatole di vecchi vestiti ed altre memorie. Sono salito brancolando per i gradini cigolanti e stavo per accendere la luce quando mi sono accorto che c'era un bagliore fioco che proveniva dalla casa accanto alla mia. Guardando fuori ho visto che il solaio di quella casa era stato trasformato in una camera da letto, era la classica camera dei ragazzi con modellini di carta e pareti coperte di manifesti. Un letto era in un angolo ed era coperto di lenzuola stropicciate. Uno dei figli dei vicini di casa era sdraiato sul letto, era Carlo che aveva diciotto anni ed aveva tagliato l'erba del mio prato durante l'estate per guadagnare qualche soldo. Mentre lavorava l'avevo osservato, indossava solo i pantaloncini e sfilava avanti ed indietro spingendo la falciatrice. Mi ha fatto desiderare di avere un prato più grande. Indossava jeans ed una camicia di flanella, la camicia era sbottonata, i jeans avevano la cerniera aperta ed erano tirati giù alle cosce. Una mano era nascosta sotto la cintura delle mutande e l'altra stringeva le palle e si muoveva sotto il cotone bianco. Gli occhi erano chiusi, la testa inclinata indietro e girata verso di me, i capelli bruni ricci incorniciavano il suo viso delicato, le labbra erano aperte in un piccolo sorriso, un lungo collo usciva dal torace sviluppato. I miei occhi hanno tracciato un percorso scendendo oltre i capezzoli e lo stomaco piatto fino all'ombelico dove crescevano un po' di peli. La testa del cazzo dalle dimensioni d'adulto sorgeva dall'inguine da adolescente. La mano, muovendosi lentamente sull’asta dura, aveva eccitato la pulsante protuberanza imporporata, le anche quasi balzavano dal letto quando le alzava ad incontrare le mani, ogni volta le mutande scendevano di più lungo le gambe muscolose. Una goccia chiara di pre eiaculazione doveva essersi formata sulla punta del cazzo, ha fatto una pausa per aprire con un dito il prepuzio intorno all'orlo del giovane cazzo. Ha fatto un’altra pausa, questa volta il dito ha portato la goccia alle sue labbra, l'ha strofinato sul labbro inferiore e poi l’ha leccato. Le mani sono ritornate alla vita per togliere i vestiti, ha alzato le ginocchia ed è ritornato al ritmico accarezzare sul cazzo, ogni colpo era lungo e lento. Potevo vedere il suo stomaco e le natiche stringersi ad ogni colpo del pugno. Il mio cazzo non ignorava lo spettacolo, l’ho liberato e mi sono unito a Carlo in una masturbazione voyeuristica; il suo ritmo era aumentato, i colpi più rapidi e più corti mi hanno detto che il suo cazzo adolescente stava per sparare il suo carico. Potevo quasi vedere le sue palle contrarsi per l’eccitazione, la sua testa rotolava avanti ed indietro sul guanciale ed i suoi capezzoli erano eretti, la bocca era allargata per il piacere, la lingua leccava le labbra, le anche si alzavano dal letto ed un brivido gli ha percorso le spalle, poi gli ha attraversato il corpo ed è sembrato focalizzarsi nelle palle. La sua destra si è mossa profondamente tra le gambe, si è spinta oltre le palle e si è librata vicino al culo, le dita pigiavano contro il buco bruno. La sinistra ha pompato una volta poi altre due volte, ha pompato di nuovo e poi si è fermata alla base del cazzo duro, la presa si è stretta e ha pompato di nuovo. Il corpo di Carlo si è arcuato allontanandosi dal letto mentre uno sprizzo di sperma volava sopra lo stomaco abbronzato ed atterrava sul torace. Un altro è arrivato sullo stomaco e quello seguente gli ha riempito il cavo dell’ombelico. La sua mano si è mossa su e giù. Potevo quasi sentirlo lamentarsi di piacere e rilassamento dalla tensione sessuale. Un altro colpo della mano ha fatto uscire altra sborra dal cazzo lucido mentre il suo corpo tornava a rilassarsi sul letto. La presa si è allentata e il suo cazzo precedentemente duro ha cominciato a rilasciarsi sullo stomaco mentre lui accarezzava la carne esausta. Ha aperto gli occhi che sono scesi lungo il suo corpo, passando sopra le chiazze di sperma e scendendo alla fonte del suo piacere. Le due mani hanno circondato il cazzo e le palle e li ha tirati delicatamente contro il suo corpo. Il mio cazzo aveva seguito Carlo, eravamo venuti insieme, ogni suo sprizzo ne rispecchiava uno dei miei; mi sono seduto pensando a quanti spettacoli mi ero perso e ripromettendomi di tornare ogni giorno. Carlo si e girato ed è sembrato che parlasse con qualcuno. C’era qualcun altro nella stanza? Di fianco al letto c’era un telefono senza la cornetta, ho seguito con lo sguardo il filo attraverso il letto fino a lato della sua testa, il ricevitore era vicino al suo orecchio. Carlo ha accennato col capo come se parlasse attraverso la cornetta, ha preso le mutande e si è asciugato il torace e lo stomaco. La conversazione era finita, è rotolato su di un fianco e ha riattaccato il telefono. Si è voltato e sembrava mi stesse guardando, ha allungato una mano e ha spento la luce. ************ Mi chiamo Carlo e ho diciotto anni. Roby ed io siamo amici fin dalle elementari. Facevamo tutto insieme, insieme abbiamo scoperto la masturbazione ed insieme abbiamo condiviso il piacere la prima volta. Qualche volta, quando ero particolarmente eccitato e Roby era casa, lo chiamavo e ci facevamo una sega mentre parlavamo al telefono. Ho chiamato Roby stasera ed abbiamo parlato di scuola per un po’, poi ha cominciato a parlarmi dei jeans che aveva comprato e che avrebbe indossato il giorno seguente, erano del tipo con la patta a bottoni e Roby diceva che indossarli gli piaceva molto. Mi ha detto che proprio in quel momento li stava sbottonando e che sotto non aveva niente; abbiamo cominciato a masturbarci e dai rumori posso dire che era veramente eccitato. Stavo quasi per venire quando ho avuto la sensazione che qualcuno mi stesse guardando, la cosa mi ha eccitato più che mai e sono venuto quasi contemporaneamente al mio amico. Mi sono pulito un po’ prima di salutare Roby, poi ho guardato fuori nell'oscurità e mi è sembrato di vedere una forma muoversi, ho spento la luce, ho lasciato che gli occhi si abituassero all'oscurità ed ho visto qualcuno allontanarsi dalla finestra. Ho capito che doveva essere Alberto, il nostro vicino di casa. Avevo sempre avuto l’impressione che mi guardasse, avevo tagliato il suo prato l'estate scorsa e mi piaceva indossare solo i pantaloncini perché sembrava che la cosa attirasse la sua attenzione. Qualche volta ho pensato a lui mentre mi sparavo una sega. La cosa più sfacciata che ho fatto è stata quel giorno che ho lasciato aperta la patta dei pantaloncini mentre tagliavo l’erba, abbiamo avuto tutti e due una mezza erezione per tutto il tempo. Non riuscivo a decidere cosa fosse più forte, la paura della sua scoperta o l'eccitazione di avere qualcuno che mi guardava. Roby ed io siamo amici da sempre ma fino a quest’estate, a diciotto anni, non eravamo stati realmente intimi. Avevamo cominciato una notte quando ho dormito a casa sua, abbiamo diviso il suo letto e ci siamo sdraiati portando solo i pantaloncini. Mi sono svegliato durante la notte con un’eccitazione che mi riempiva il corpo, mi sono trovato accoccolato contro la schiena Roby col mio giovane cazzo duro che spingeva contro le sue natiche. Imbarazzato mi sono allontana rapidamente, avevo paura che il martellio del mio cuore ed il respiro incontrollato lo potessero svegliare; mi sono sdraiato l'impaurito di quello che avrebbe potuto dire. Quando il fresco della stanza ha riempito di nuovo lo spazio tra di noi ho sentito Roby rannicchiarsi contro di me. I nostri corpi aderivano alla perfezione, il mio torace contro la sua schiena ed il mio cazzo eretto schiacciato contro le sue natiche. Ho cercato di stare immobile, traendo piacere dall’essere così vicini. Lentamente ho cominciato a comprendere che anche Roby era sveglio, lo sentivo muoversi per tentare di eccitarsi senza darlo a vedere, ho deciso di agire e gli ho messo una mano sulla spalla. "Roby," Nessuna risposta. "Roby, sei sveglio?" "Sì." "Roby, se la cosa ti fa arrabbiare, dimmelo e mi fermerò." Non ho sentito risposta e ho cominciato a muovere la mano lungo il suo braccio. L’ho percorso interamente e il mio braccio si è messo sul suo corpo; mi sono fermato quando la mano ha raggiunto la cintura dei suoi pantaloncini. Ho fatto una pausa per un secondo poi ho fatto scivolare le dita oltre il suo solo abbigliamento e mi sono fermato sopra la sua mano. "Fammelo sentire." La sua mano si è tolta lasciandomi toccare il suo cazzo duro. Vi ho avvolto la mano e l’ho schiacciato delicatamente. L’ho sentito gonfiarsi sotto la mia presa e ho schiacciato il mio cazzo duro contro di lui. Roby è rotolato mettendosi di fronte a me, i suoi occhi, che erano chiusi, si sono aperti, le sue mani sono scese lungo il mio torace e lo stomaco, fermandosi solo quando hanno raggiunto i miei pantaloncini. Li ha spinti via liberando il mio pene. Ci siamo tolti l’ultimo indumento ed abbiamo esplorato ciascuno il corpo dell’altro. Mi sono ricordato come mi toccavo per masturbarmi e ho provato a toccare Roby nella stessa maniera, gli ho preso le palle in una mano, gli ho accarezzato il cazzo con l'altra e l’ho sentito rispondere. Ero quasi pronto a venire, la sensazione di qualcun altro che mi toccava era così nuova, non sapevo dove la mano si sarebbe mossa, non sapevo se mi avrebbe afferrato con forza o delicatamente. "Voglio venire, Roby, per favore fammi venire!" Le mie anche hanno cominciato a pompare. Ho forzato il mio cazzo avanti ed indietro nella sua mano. "Per favore fammi sborrare!" Ho rantolato. Siamo venuti, prima io e poi Roby. Sborra calda, appiccicosa è sprizzata dai nostri cazzi sopra lo stomaco ed il torace dell’altro, ha riempito le nostre mani ed è gocciolata sopra il letto; si è sparsa nei nostri peli pubici e ha reso brillanti i nostri cazzi. Tra rumori di soddisfazione e bisbigli di amicizia, continuavamo a venire. ******************* Carlo di solito mi chiama Bobby o Roby, ho tentato inutilmente di farmi chiamare Rob perché mi piace di più. Siamo cresciuti insieme ma mentre lui è alto e scuro, io sono di altezza media e biondo. Lui è già muscoloso, io sono ancora molto magro. La notte che ha passato a casa mia, quando ci siamo masturbati l'un l'altro per la prima volta, ha fatto iniziare qualcosa di grande. Avevo cercato di farlo accadere molte volte senza fortuna; quella notte tutto era perfetto. Abbiamo superato l'imbarazzo iniziale ed abbiamo pulito la sborra che avevamo sparato su di noi e sul letto, poi abbiamo parlato. Ci siamo accorti che ci stavamo eccitando di nuovo, questa volta l’abbiamo fatto più lentamente, tirate via le coperte abbiamo esplorato i nostri corpi ed abbiamo parlato di quello che ci eccitava. Avevo peli sotto le braccia ed intorno al cazzo ma erano biondi e di potevano vedere appena. Carlo aveva peli più scuri e morbidi che cominciavano dall’ombelico, crescevano intorno al cazzo e ce n’erano un po’ sulle palle ed intorno al culo, io ne avevo solo un po’ intorno al cazzo. Il cazzo di Carlo sembrava più grande e più scuro e sembrava sempre pronto a diventare duro, il mio era piccolo e corto; il suo pendeva libero, il mio appena appena; il suo ondeggiava lentamente quando si muoveva mentre il mio rimbalzava; quello che ci ha stupito è stato che quando eravamo duri avevano la stessa dimensione. Siamo venuti una seconda volta quella notte, gli ho fatto le cose a cui avevo pensato a lungo, lui ha lasciato che strofinassi il mio cazzo tra le morbide colline delle natiche e le ho scopate finché non sono venuto. Lo sperma era schiacciato tra di noi stretto tra la sua schiena ed il mio stomaco. Girandosi si è messo di fronte a me e ha messo il suo attrezzo eretto tra le mie gambe. Stomaco a stomaco, l'ha pompato sotto le mie palle, schiacciando il mio uccello esausto tra di noi ogni volta, arrestandosi solo quando era pronto a venire. All’ultimo momento si è preso in mano il cazzo rigido e, sdraiatosi sulla schiena, ha sparato il suo carico per aria facendolo cadere su di noi. Quella prima notte tra vergini ci ha lasciati stanchi e dolente, siamo finiti nella doccia con io che lavavo Carlo e lui che mi lavava. Le lenzuola sporche di sperma sono finite in fondo al cesto della biancheria da lavare. I nostri sentimenti ora erano palesi e non c’era più alcun segreto, le nostre promesse di farlo di nuovo sono state mantenute.

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19 Gay Erotic Stories from Aramis

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Grupo de Amigos

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