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Cacciatori e prede - Parte II

by Ferdinando Neri


Charles si rialza, intontito. Per Godefroi ê un miracolo vederlo muoversi. È ancora vivo. Per quanto? - Charles, dove sei ferito? Charles scuote la testa. - Niente, duca. Solo un graffio al braccio. Ma mi ê crollato addosso e mi ha stordito. Godefroi lo guarda. È vero, l’abito non ê lacerato, ê intriso di sangue, ma ê il sangue dell’orso. Charles non sta morendo. - Fammi vedere il braccio. - È solo un graffio. - Togliti la giubba. Charles ê in piedi, si spoglia e rimane a torso nudo. La ferita ê poco piû di un graffio. Charles dice che ê meglio medicarla, ma lo farà piû tardi. Godefroi gli impone di farlo subito. Recuperano i cavalli, che si sono allontanati ed entrano nella caverna. Charles accende il fuoco e prepara un decotto da mettere sulla ferita. Esce per lavarsi alla sorgente. Rientra ancora gocciolante. Ora che il sangue ê stato lavato via si vede che la ferita al braccio non ê niente di grave. Godefroi osserva il torace muscoloso dell’uomo, la peluria leggera intorno ai larghi capezzoli scuri. Deglutisce. Ha la gola secca. Quando il decotto ê pronto, Godefroi lo versa sulla ferita, seguendo le istruzioni di Charles, poi gli benda il braccio e si siede. Adesso che l’angoscia si ê dissolta, si accorge che le gambe non lo reggono. - Charles, Dio mio, ho creduto che l’orso ti avesse ucciso. Charles sorride. - L’ho ucciso io. Ma quel bestione mi ha quasi soffocato. Godefroi annuisce. Sono seduti l’uno vicino all’altro. Godefroi guarda Charles, che ancora sorride. Non ha mai sorriso nei giorni in cui erano braccati. Si guardano negli occhi. Anche Godefroi sorride. Charles si sposta, in modo da essere di fianco a Godefroi. Non occorrono parole. Charles gli prende il viso tra le mani e lo avvicina al proprio. Lo bacia sulla bocca. Godefroi ricambia quel bacio con trasporto, le sue mani accarezzano le guance di Charles. Charles lo spinge a terra e si stende di fianco a lui. Si baciano ancora e questa volta la lingua di Charles si insinua tra i denti di Godefroi, lo costringe ad aprire la bocca. È una sensazione forte, che Godefroi non ha mai provato. Ora una mano di Charles scorre lungo il suo corpo. La pelle ê ruvida, ma quel contatto ê una scintilla che in ogni punto sfiorato provoca un incendio. La mano si ferma sul sesso, che reagisce e si tende. Charles lo sta spogliando ed ora Godefroi ê nudo, di fianco al fuoco, il corpo che freme. Guarda Charles, che ancora indossa i pantaloni. Esita, poi appoggia le sue mani sui fianchi di Charles e gli cala le brache, mettendo in vista un sesso non meno teso del suo. Charles guarda affascinato. Gli sembra grande, la cappella di un rosso quasi violaceo svetta dalla pelle piû chiara, contro la peluria che sul ventre ê piû fitta e scura. Godefroi vorrebbe dirgli che ê bellissimo, ma non riesce a parlare. Charles si libera dei pantaloni e si stende su di lui. Ora i loro corpi aderiscono ed il peso di quel corpo che grava sul suo ê una sensazione violenta, il contatto di quella carne calda contro la propria ê inebriante. Le loro bocche si incontrano di nuovo, le loro lingue si muovono, Godefroi appoggia le mani sul culo di Charles, lo accarezza, lo stringe, lo pizzica. È bello sentire quella carne calda, affondare le dita nel pelame che copre le natiche. Contro il ventre preme l’asta tesa di Charles, proprio di fianco a quella di Godefroi. Charles solleva un po’ la testa e lo guarda, accarezzandogli i capelli. Godefroi ricambia lo sguardo. Gli sembra di leggere una domanda in quegli occhi che il fuoco fa scintillare. Risponde: - Prendimi, Charles. Charles lo bacia sulla bocca, scivola di lato e lascia che sia Godefroi a girarsi, offrendogli il culo. Si siede sulle gambe di Godefroi ed incomincia ad accarezzargli il culo, a stringerlo tra le dita. L’indice destro percorre il solco, quasi a tracciare una strada. Godefroi freme, di un desiderio che brucia. Il dito raggiunge l’apertura e la stuzzica con delicatezza. Poi si stacca, per ritornare poco dopo umido. Allora, con molta lentezza, il dito preme sull’ingresso e lo forza ad accogliere l’intruso, mentre l’altra mano pizzica una natica. Godefroi sussulta. Il dito esce, Charles si stende su Godefroi, il suo membro si appoggia sul solco. Poi Charles si solleva un po’ e Godefroi avverte la pressione della cappella contro l’apertura. Le forze gli mancano, il suo corpo si abbandona completamente a quell’altro corpo che ne prende possesso e l’arma si introduce, lentamente, senza incontrare resistenza. Ad ogni spinta Godefroi sente un’ondata di piacere salire dal suo culo e percorrergli tutto il corpo. Una mano di Charles gli accarezza i capelli, poi gli scende sul viso. Ora Charles ê dentro di lui, la sua asta fermamente piantata in culo a Godefroi. È una sensazione bellissima. Godefroi vorrebbe rimanere per sempre cosî, il peso del corpo di Charles che lo schiaccia, la picca che lo infilza, le mani che lo accarezzano. Nessun piacere ê mai stato cosî forte, mai si ê sentito cosî appagato. Lentamente Charles incomincia a muoversi dentro di lui, ritirando il membro e poi spingendolo nuovamente a fondo. E tutto il corpo di Godefroi ê percorso da un fremito. C’ê una tale sensazione di pienezza in quel contatto, che la sofferenza che lo accompagna non ha nessuna importanza, Godefroi nemmeno la percepisce. Ora sembra solo contribuire al piacere, un piacere che dal fuoco che ha in culo si propaga a tutto il corpo, gli preme selvaggio in gola, forza una via d’uscita in un gemito scomposto, poi deborda in un suono inarticolato, un urlo. E contro la stuoia stesa sul suolo della grotta, il suo sesso vibra in una tensione che ê tanto forte da essere intollerabile, fino ad esplodere in puro piacere. Lampi accecanti gli riempiono gli occhi e per un momento nulla esiste se non l’intensità di un godimento quale non ha mai provato, che gli sale dai coglioni, dall’asta tesa, dal culo che il membro di Charles riempie, dalle dita di Charles, dal peso del corpo di Charles. Piacere e nient’altro che piacere. Godefroi ha l’impressione di essere svenuto, per un attimo ha davvero perso coscienza e mentre riemerge sente le spinte vigorose di Charles, il dolore al culo, una sensazione di pienezza, di appagamento totale. Charles sta venendo dentro di lui, il suo seme gli riempie le viscere. Anche per lui la sensazione deve essere stata fortissima, perché si abbatte sul suo corpo, respirando affannosamente. È bello sentire il corpo di Charles che preme, il suo membro ancora in culo, anche se meno grande di prima, le sue mani che lo stringono. Charles si solleva, lo accarezza, a lungo, senza uscire da lui. Godefroi si sente in paradiso, e nella pienezza di quel momento non riesce a trovare parole. Ma non sono necessarie. Lentamente, mentre le carezze di Charles accendono un nuovo fuoco dentro Godefroi, anche la mazza che gli riempie il culo riprende a crescere, premendo con forza. Le carezze di Charles non si interrompono, ma ormai entrambi sono nuovamente preda di un desiderio violento. Charles smette di accarezzare Godefroi e di nuovo il suo corpo preme su quello del duca, le sue spinte gagliarde strappano gemiti a Godefroi, che ora urla il suo nome: - Charles! Come se quell’urlo fosse un segnale, Charles raddoppia l’impeto ed i suoi colpi squassano il corpo di Godefroi, finché entrambi vengono di nuovo, insieme. Esausti ed appagati, rimangono stesi un buon momento, fino a che Charles si alza per alimentare il fuoco. Per Godefroi ê un dolore, un vuoto che si apre dentro di lui. Si mette a sedere e fissa Charles che aggiunge legna. Ne guarda il corpo sudato che luccica alla luce del fuoco, il sesso ancora gonfio. Un desiderio preme confuso. - Avvicinati. Charles finisce di sistemare il fuoco e si mette davanti a Godefroi. Fa per chinarsi, ma le mani del duca lo bloccano, si fermano sui suoi fianchi, pizzicano il culo e la bocca di Godefroi si apre ad accogliere il sesso del suo servitore. Charles gli accarezza i capelli e Godefroi sfiora con la lingua il sesso, finché non riprende ad irrigidirsi. Allora le sue labbra si muovono veloci, inventando movimenti che non conoscevano, finché non sente la voce strozzata di Charles: - Mio signore, sto per venire. Godefroi non ritira la bocca. Beve le poche gocce di sperma che escono dal membro. Ne sente il gusto, un po’ acidulo. Lascia il sesso, nasconde la faccia tra i peli del pube di Charles, gli stringe forte le natiche. Charles gli accarezza la testa e quando infine Godefroi si stacca da lui, si inginocchia e lo bacia sulla bocca. Godefroi riceve il bacio, poi lo fissa negli occhi. - Rimarrai con me, Charles. Charles sorride e dice: - È tutto quello che desidero, mio signore. Il duca ê tornato sul trono. Non ci sono state punizioni esemplari, i principali responsabili erano già morti. Il duca si ê limitato a scegliere come capo delle sue guardie personali il nuovo conte di Hautlieu: l’uomo che gli ha salvato la vita, quando i congiurati volevano ucciderlo, ha ricevuto il titolo che era stato del suo signore. Dicono che il duca ê diventato diffidente, anche se nessuno trama contro di lui: non si separa mai dal capo delle guardie, che dorme in una camera vicina, collegata a quella del duca da una porta. Quando non ê nel suo castello, il duca pretende che il capo delle guardie dorma ai piedi del suo letto. Ha piena fiducia nel conte di Hautlieu, che lo ripaga con una fedeltà assoluta.

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19 Gay Erotic Stories from Ferdinando Neri

Attenti al gorilla - II

Tutto avviene in un attimo: il coltello preme sulla sua gola ed una mano gli tappa la bocca. Il cuore si ferma ed una sensazione di gelo avvolge Bob. Un terrore cieco lo invade, se gli fosse possibile, Bob griderebbe, ignorando la voce che gli sussurra: - Non cercare di urlare, perché ti ammazzo subito. Bob vorrebbe che fosse uno scherzo di Andrew, ma sa che non lo è. L’uomo che gli punta

Attento al gorilla - I

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Cacciatori e prede

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Cacciatori e prede - Parte II

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Domande Pericolose

Domande pericolose Un racconto rosso di Ferdinando Neri Appoggiato al muro del cesso, tengo gli occhi chiusi e cerco di calmarmi. Non ê facile. Non ê facile. Ho fatto una cazzata ed ora mi sento morire. E dire che questa mattina ero cosî contento all’idea che finalmente ê arrivata l’estate: tra tre giorni la scuola finisce ed incominciano le vacanze. Tutti gli anni questo ê il momento

Domande pericolose - Parte II

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Il diavolo custode

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Il diavolo custode - Parte II

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Il grizzly

Glenn cammina svogliato per le strade della cittadina. Guarda indifferente la gente seduta a mangiare nei ristoranti. Già, ê ora di cena. Ma Glenn non ha fame. Passa davanti ad un MacDonald’s e l’odore gli dà fastidio. Anche lî ê pieno di gente che mangia. Glenn si ferma un momento a guardare dentro. Le famigliole felici che masticano avidamente i loro hamburger gli sembrano caricature oscene.

Il grizzly - Parte II

- Un poliziotto con la tua esperienza non fa fatica a trovare un altro lavoro. Ad esempio qui cerchiamo da tempo un poliziotto che sia in grado di gestire anche i problemi con i minori. C’ê una situazione complessa, che non sto a spiegarti. Io non sono all’altezza. Certo dipende dai legami che hai, se vuoi cambiare stato. - Non ho nessuno in Oregon e piû mi allontano, meglio ê. - Allora

Il Regalo di Compleanno

Il regalo di compleanno ovvero Le disavventure di Ferdinando Neri (quello sbagliato) Uno scherzo in rosso di Ferdinando Neri da un’idea di Monica B. - E lui mi dice: “Ma sei fuori di testa? A me piacciono le donne!” Ed io gli rispondo: “Non l’hai mai fatto con un uomo?”. E quello: “Figurati, io?!”. “Beh, non sai che cosa ti sei perso, amico. Ma non ê troppo tardi per rimediare.” Lui rimane

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Un libro erotico ê un libro erotico, insomma, non si scrive un libro erotico. Evidente, no? - Pietro, io non leggo nemmeno libri erotici, figurati scriverli! Semplice, chiaro, perfetto! Ferdinando era proprio contento di essersela cavata in modo cosî brillante. - Non leggi libri erotici? Nemmeno uno ogni tanto? Tanto per stuzzicare l’appetito… - No. Ferdinando non sapeva come

L'apprendista

Fino a dieci anni vissi a casa di mastro Rocco, il fabbro. Ad allevarmi furono suo figlio Giovanni e la moglie Chiara. Non ero loro figlio: ero stato lasciato sulla soglia dell’abitazione in una notte d’autunno, avvolto in una coperta. Non mi avevano raccolto solo per pietà, come intuii da alcuni loro discorsi: in qualche modo ero anch’io parte di quella famiglia ed infatti c’era una certa

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Luca lasciô al mio corpo il tempo di adattarsi a quell’intruso benvoluto, poi prese a spingere, sempre delicatamente, ed il suo movimento continuô a lungo, tanto a lungo da stordirmi. Le spinte diventavano piû energiche ed io, senza quasi rendermene conto, gemevo, ma gemevo di piacere puro. Luca penetrava a fondo e si ritirava, in un continuo avanti ed indietro. Ad un certo punto la tensione

L'ispettore paga il conto

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Missione ad Abu Hadar

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