Vittorio ha un nuovo amore
Vittorio era ormai al terzo mese del corso per allievi sottufficiali. Era stato un dolore per lui vedere Rocco abbandonare il corso. L'addestramento era molto duro e Rocco non ce l'aveva fatta: si era arreso ed era tornato nel suo paese in provincia di Catanzaro. L'aveva guardato con gli occhi lucidi il giorno che Rocco si accingeva a lasciare la caserma. Da Milano alla Calabria l'aspettava un lungo viaggio. E poi, come avrebbe risolto il problema di lasciare Lucia senza subire i condizionamenti dell'ambiente piccolo e meschino del suo paesino? Rocco gli aveva raccontato addirittura che nel paese l'autorità ce l'aveva il parroco. Comandava più del sindaco. Vittorio era rimasto solo. Poteva tornare a Roma solo ogni tre settimane e gli mancava enormemente Sonia. L'avrebbe rivista ora fra due settimane. Certo quand'era con lei faceva un sesso grandioso, folle. E lei era una vera maiala, sempre affamata di cazzo. Lo massaggiava, lo toccava, lo succhiava, lo mungeva da vera maestra. Lui era bellissimo, nel fiore della sua virilità, la pelle bianca delicata e il petto decorato da una peluria bruna leggera. Un maschio che tutte le ragazze (e non solo) guardavano con occhi famelici. E poi lui era molto dolce con lei, ma duro quando doveva prendere una decisione. Sonia era gelosa e vigilava con occhio attento e - senza che lui se ne accorgesse - sorvegliava tutti i suoi spostamenti e cercava di carpirne i pensieri più profondi. Vittorio aveva allacciato amicizia con Vito, un ragazzo di Molfetta, in Puglia. Vito era bello come un angelo. Biondino, pelle chiara, occhi verdi, un ragazzo normale. Un ragazzo che le donne di tutte le età guardavano; molte lo corteggiavano in maniera sfacciata. E lui ci metteva un minuto a decidersi: quelle che lo arrapavano se le scopava in men che non si dica. Vittorio era attratto da questo ragazzo dall'aspetto angelico e dall'indole selvaggia, animalesca, di uno che sicuramente non ha ricevuto un'educazione borghese tradizionale, ma più propriamente si è formato in strada. Eppure c'era in lui un'innocenza, un candore veramente affascinante. Quella sera Vittorio propose a Vito di fare un giro in centro. Solito giro, solito passeggio, solite ragazze, solita pizzeria. Ma Milano non era stata clemente con loro (o forse lo era stata fin troppo) e la pioggia scrosciante li fece optare per un cinema. Vittorio vide un cinema porno. Un cartellone annunciava un titolo come 'Tutto lungo e caldo' o qualcosa del genere. "Perché non ci vediamo un film di quelli?" ammiccò all'amico. Vito lo guardò con un sorriso pieno e annuì con la testa. Scelsero la tribuna, perché stare in platea non sarebbe stato consigliabile per via della 'pioggia' calda. Sullo schermo c'era un bel pompiere non i pantaloni abbassati che inculava ferocemente un transessuale che con voce maschia gemeva fortemente in dolby surround. Nulla penombra si vedevano pochi spettatori e se ne intuivano i movimenti masturbatori. Vito era attratto e infoiato dalle scene che si muovevano sul grande schermo. Vittorio si accorse che aveva sbottonato i jeans e aveva tirato fuori il cazzo. L'odore di cazzo gli arrivò pesante e penetrante nelle narici e lo fece ancor di più arrapare. Con un braccio circondò le spalle di Vito che si voltò verso di lui di scatto con sorpresa. "E' bello", disse Vittorio e - come se avesse detto chissà che - Vito si calmò e Vittorio ne intuì il sorriso di approvazione. E allora la mano di Vittorio si spinse in basso e impugnò alla base il cazzo di Vito. Era bello sentire il cazzo di questo giovane selvaggio e con una lenta masturbazione sentirlo ansimare per il godimento. Nel buio non poteva vedere, ma solo intuire. Dopo un po' sentì una goccia calda e appiccicaticcia sulla mano. Era il naturale lubrificante del giovane pugliese. Poi Vito si mosse e dopo un po' sentì la mano di Vito che cercava la sua patta, apriva i bottoni e si impossessava del cazzo duro e bagnato del giovane romano. Poi Vittorio, per agevolare il movimento della sua mano, si piegò su Vito e cercò con la bocca il glande del ragazzo. Lo raggiunse e lo avvolse nella sua lingua leccando le gocce salate di lubrificante naturale. Succhiò e subito dopo senti il cazzo dell'amico tremare. Poi Vito gridò rendendo partecipe tutto il cinema della sua gioia e poi iniziò a espellere a fiotti lo sperma. Vittorio sputò in parte il liquido nauseabondo e in parte lo inghiotti. Poi sussurrò a Vito "fallo a me". Vito fece scivolare il cazzo di Vittorio in su e in giù facendo incappucciare e scappucciare il glande ormai annegato nel liquido trasparente. Vito notò che il cazzo di Vittorio era particolarmente grosso (la gioia di Sonia). Poi la mano di Vittorio si unì a quella di Vito e impresse un ritmo più veloce alla sua sega. Poi si fermò, Vittorio reclinò la testa all'indietro, gli occhi sbarrati nel godimento supremo e la bocca aperta. Schizzi violenti spruzzarono via e si posarono sui sedili adiacenti, fortunatamente vuoti. Vito, per curiosità si chinò sul cazzo di Vittorio e leccò una goccia di liquido caldo e biancastro. Era stranamente dolce, o così gli parve. Non gli dispiacque. Vittorio lo guardò con tenerezza. Vittorio si riabbottonò. E con Vito si avviarono verso l'uscita, soddisfatti e spensierati, mentre sul grande schermo un ragazzo si sparava una sega nel cesso mentre la zia lo spiava dal buco della serratura. Due to international translation technology this story may contain spelling or grammatical errors. To the best of our knowledge it meets our guidelines. If there are any concerns please e-mail us at: CustomerService@MenontheNet
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