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Il poliziotto

by Libera traduzione By Alberto


Era una di quelle calde sere d’estate quando anche se non sai dove andare è piacevole prendere l’auto ed andare senza meta incontro alla strada ed all’oscurità. Avevo il finestrino abbassato; l’aria era calda e pesante di umidità. Stavo percorrendo la statale 3 e c’erano solo poche altre macchine lungo il percorso. Anche se no sono abituato ad andare forte, avevo superato il limite di velocità; dopotutto a chi può interessare la mia velocità quando sei praticamente solo sulla strada. A chi può interessare? Evidentemente a qualcuno interessava… “Fottiti!” ho gridato quando ho visto attraverso lo specchietto retrovisore la luce lampeggiante di un’auto della polizia. “Maledizione, questo proprio non ci voleva questa sera!” Non stavo facendo nulla di male ma evidentemente qualche buco del culo di poliziotto aveva bisogno di rompere le scatole anche di sera. Non lo avevo visto, “ma dov’era nascosto questa merda di un poliziotto? Dannazione!” Accosto come un bravo cittadino e cerco di fare buona impressione. Cosa posso dire per evitarmi dei guai? Non posso certo negare di aver spinto un po’ troppo sull’acceleratore? Avrei certamente preferito non essere in quella situazione , ma ormai era inevitabile. Il poliziotto era sceso dalla macchina e si stava avvicinando alla mia con una torcia elettrica il cui fascio luminoso stava giocando sull’asfalto caldo della strada. Stavo cercando la mia patente nel cassetto del cruscotto quando arriva vicino al mio finestrino e illumina la mia mano che sta rovistando nel cassetto; anch’io farei lo stesso: qualcuno potrebbe essere armato e tenere una pistola nel cruscotto. “ Mi dica quanto piano andava” mi ha detto con una battuta molto originale. Io sono solitamente piuttosto pronto nel ribattere e sono sul punto di rispondere “Non forte abbastanza?”, ma penso che è meglio di no e, con molta diplomazia rispondo “ Non so, non ci facevo caso” E mentre controllava con la torcia i miei sedili posteriori ed anteriori mi dice “Andava a 150 all’ora!” Che sfiga, penso, ora si mette male davvero. “Patente e libretto, per favore” mi dice puntandomi la torcia in faccia. Gli consegno i documenti e lui distoglie per un attimo la luce dalla mia faccia per controllare la mia patente, poi ritorna nuovamente ad illuminarmi la faccia. Non sembra interessato alla mia bellezza e con la luce scende a controllare il resto del mio corpo, poi ritorna a controllare la patente. Così ne approfitto per dargli un’occhiata e controllare come è messo questo uomo; dannazione è un poliziotto, non fare sciocchezze, penso. Certo non posso raccontare bugie: ho un debole per gli uomini in uniforme ed in generale per tutti gli uomini muscolosi e quello che ho davanti soddisfa entrambe le mie preferenze. È alto almeno un metro e ottanta, con spalle larghe e muscolose. Il cappello gli sta molto bene sulla faccia quadrata con due baffi scuri che gli danno un’aria fin troppo severa. Osservo che tiene la cintura larga in vita, con due pantaloni che gli fanno risaltare un bel sedere, si allargano sulle cosce per poi restringersi sulle ginocchia e terminare in due stivali alti e lucidi. Noto anche un grosso rigonfiamento sul davanti, proprio all’altezza della mia faccia, e penso che deve avere proprio un bel pacco. Non so per quanto tempo sono rimasto ad osservarlo ed in particolare non so se si è accorto che stavo guardando con interesse il suo pacco. Finalmente da un colpo di tosse e cerco di alzare lo sguardo. Mi fermo un momento e mi rendo conto di non essere capace di sostenere il suo sguardo ora. I miei occhi non vogliono guardarlo in faccia e sembrano non poter smettere di guardare il suo pacco. Mi innervosisco e cerco di guardare la sua camicia. Dannazione, che cazzo sto facendo? Non posso abbordare un poliziotto che mi sta facendo una multa! “Esca dalla macchina per favore!” mi dice all’improvviso. Faccio un sospiro per l’esasperazione: “merda, merda, merda” penso fra me. “ Si giri ed appoggi le mani sul tetto della mia auto!” non posso credere che mi succeda una cosa simile. “Cosa ho fatto?” gli chiedo, mentre cammino verso di essa “Nulla, faccia quello che gli dico!” Questo tizio è davvero gentile! Mi giro ed appoggio le mani sul tetto, lui si accosta e con piede si fa largo fra le mie gambe costringendomi ad aprirle un poco. “Apra le gambe per favore”. Ancora non mi rendo conto di quello che mi sta succedendo. Inizia a perquisirmi; sono sicuro di non avere niente da nascondere ma sono lo stesso preoccupato. Mi tasta leggermente sui fianchi e scende all’esterno delle gambe; poi sempre con delicatezza passa alla parte interna; una perquisizione può essere piacevole, ma lui è troppo professionale. “Sta cercando qualcosa?” “Le domande le faccio io” mi risponde bruscamente e incomincia a perquisirmi di nuovo, stavolta in modo più insistente. Mi circonda il torace e inizia a frugare il mio petto, insistentemente, poi tasta il mio addome, fa scorrere le mani dal petto all’addome. Non può essere tanto imbranato da non sentire un’arma al primo colpo, “droga, certo, sta cercando la droga” penso. Mi rilasso un poco: se la mia ipotesi è giusta posso stare tranquillo. Le sue mani stanno esplorando il mio addome in prossimità della cintura dei pantaloni, poi scendono un poco e senza toccarmi il pacco, vanno a controllare il mio cavallo e l’interno delle cosce. Poi risalgono dall’esterno, su fino al mio sedere, tasta con decisone le mie natiche e poi controlla con particolare attenzione lo spazio fra di esse. Le su mani scendono sotto il cavallo dei pantaloni ed ora vanno dirette verso il mio pacco. Mi stringe le palle e sente il mio cazzo avere un sussulto diventando duro. “Hei!” protesto, “questo mi sembra troppo!” Non dice niente. Ha messo una mano fra le mie cosce e sta palpandomi le palle in modo molto accurato. “Girati” mi ordina. Io cerco di controllarmi ma il cazzo continua ad indurirsi per quello strano massaggio; mi giro e non posso far niente per mascherare il rigonfiamento che ho sui pantaloni. E lui se ne accorge. “Va bene, salga in macchina” “Finalmente, penso, si è divertito, ora mi fa la multa e mi lascia andare” Sono un po’ confuso, mi giro per ritornare alla mia auto “Salga in macchina” mi ordina urlando. Sono davvero più confuso, mi giro e salgo dietro mentre lui si mette al posto di guida e blocca le portiere con la chiusura centralizzata. Sono prigioniero in quella macchina! Lui mette in moto “Hei, perché devo stare qui? Fammi almeno chiudere la mia auto! Sono in arresto o cosa? Non mi ha letto i miei diritti!”. “Stai seduto e zitto! Tutto andrà bene”. Questa risposta mi ha tranquillizzato per un poco, ha fatto la retro ed è ripartito. Io mi guardavo intorno e pensavo a cosa cazzo volesse da me. Continua per la strada principale fino all’incrocio successivo. Non so dove mi sta portando e mi aspetto di vedere un distributore, una tangenziale, la città. Niente. E’ una strada buia e non c’è traccia di vita. Ora gira e penso che di lì a poco vedrò la città con la stazione di polizia o qualcosa del genere, non mi importa cosa. Ma tutto quello che vedevo era buio. Incomincio a preoccuparmi di nuovo, sono seduto su una macchina della polizia, prigioniero, e vedo solo la nuca del poliziotto, mentre l’unica luce tutto intorno è quella dei fanali della macchina che illumina solo la strada e gli alberi. Ad un tratto la macchina cambia direzione e svolta in una strada sterrata, nessuna luce, nessuna stazione di polizia, solo alberi, cespugli e qualche buca che rende il viaggio meno agevole. Rallenta e vedo che davanti a noi c’è un casolare abbandonato. La macchina si dirige verso esso e si ferma. Il poliziotto scende, apre lo sportello posteriore, mi afferra per un braccio e mi tira fuori portandomi verso il casolare e facendomi entrare. Ha preso con se una torcia elettrica con la quale illumina tutto intorno a noi mentre attraversiamo la stanza in disordine e ci dirigiamo verso il fienile. Sono totalmente confuso, respiro affannosamente e sento che sto per perdere il controllo “Per favore, dico, cosa facciamo qui? “ Mi lascia andare il braccio, si gira e mi guarda: io sono immobile in piedi e sto guardando questo bel fusto di poliziotto che si è levato il cappello e che mi sta squadrando dalla testa ai piedi, facendomi sentire completamente nudo. “Spogliati” mi dice. Spalanco gli occhi e guardo fisso dietro a lui: non posso credere che mi stia succedendo una cosa simile. La mia bocca si apre ma non esce nessun suono. “Spogliati” mi ordina con più decisione ed estrae uno sfollagente dal lato dello stivale e lo batte minaccioso conto la gamba. Sono spaventatissimo, tremo e non so cosa cazzo fare. Le mie dita corrono istintivamente sui bottoni della camicia ed iniziano a sbottonarla. Cerco di convincermi che questo sta avvenendo realmente e continuo a sbottonarmi la camicia dall’alto in basso. Tiro fuori la camicia dai pantaloni e guardo fisso il poliziotto, davvero spaventato e confuso. Apro la camicia e scopro il mio petto, poi sfilo le maniche e la tolgo completamente lasciandola cadere sul fieno. Ora sono nudo fino alla cintura ed il poliziotto inizia ad osservare il mio fisico da nuotatore con i pettorali ben sviluppati e lisci. Sono alto quasi quanto il poliziotto ma ora mi sento molto più piccolo ed ho chiaramente paura. “Spogliati” mi ordina ancora con autorità. Lascio uscire il fiato che non mi ero accorto di trattenere e inspiro di nuovo. Mi appoggio e mi tolgo le scarpe ed i calzini; ora sento il fieno soffice ed umido sotto i miei piedi. Lo guardo e lui di nuovo mi ordina di spogliarmi. Le mie dita tremanti slacciano la cintura, poi con una mano tengo tesa la braghetta e con l’altra abbasso la cerniera. Con i pantaloni aperti, mi fermo un attimo e guardo ancora il poliziotto, poi, al suo nuovo ordine, inizio ad abbassare i pantaloni. Li sento scendere lasciando prima vedere le mie mutande, poi le mie cosce e quindi le mie gambe, estraggo prima un gambale, poi l’altro e li lascio cadere sopra alla camicia. Mi rialzo e, nonostante lo sforzo, vedo che non posso nascondere la protuberanza del mio cazzo duro. Respiro affannosamente e lo guardo: sono in piedi, immobile, in mutante e con una vistosa erezione in atto. Il poliziotto si avvicina lentamente, mi gira attorno, mentre io continuo a fissare davanti a me. Fa scivolare il suo sfollagente attraverso l’elastico delle mie mutande giù per la piega del mio culo; lo spinge contro il mio buco poi lo tira fuori facendo schioccare l’elastico sulla mia pelle. Lo allontana e con un colpo secco mi colpisce le natiche: sono troppo scioccato per reagire ma istintivamente faccio un passo avanti per sfuggirgli. Lui ritorna davanti a me, incrocia le braccia e guardandomi con autorità mi ordina “Ora fammi vedere il cazzo”. La mia testa è completamente confusa ed il mio corpo trema dalla paura. Le mani mi tremano ma nonostante tutto riesco ad afferrare le mutande, le abbasso un poco e mi fermo un attimo. Lo guardo di nuovo, respirando affannosamente, e riprendo a togliermi l’ultimo indumento che mi è rimasto: arrivo al mio cazzo, lo libero e quindi scendo sulle gambe sentendo il mio culo completamente libero mentre mi piego e mi libero completamente delle mutande. Le lascio cadere sugli altri miei indumenti e mi rimetto in piedi. Sono completamente nudo davanti a questo bell’uomo in uniforme. Il mio cazzo di venticinque centimetri sventola duro davanti a me mentre le mie palle dure e calde penzolano nella loro sacca fra le cosce. Lui guarda interessato la mia dotazione di tutto rispetto mentre mostra un sorriso spezzante ed uno sguardo sicuramente concupiscente. Gira ancora attorno e mi squadra dall’alto in basso. Va ancora dietro di me e lo sento fare un’esclamazione di approvazione, poi sento uno scatto metallico: afferra la mia mano e racchiude il mio polso con un bracciale freddo delle manette, quindi ritorna davanti e mi imprigiona anche l’altro polso. “Per favole “ lo supplico quasi piangendo “cosa vuoi farmi?” Mi porta ad una trave che sostiene il tetto del fienile e solleva le mie braccia appendendomi ad un gancio e costringendomi a stare in punta di piedi per non farmi male ai polsi. Sono di fronte alla trave verticale, appoggiato ad essa e posso sentire la sua superficie ruvida sulla mia pelle, specialmente sul mio cazzo duro che spinge contro di essa. Dietro a me il poliziotto mi mette un piede fra le gambe, costringendomi, come aveva fatto prima, a divaricarle. Si sposta di fianco a me e posso vederlo slacciare la sua cintura, sfilarla dai passanti dei pantaloni. Lo guardo senza sapere cosa mi devo aspettare. Lui, ancora fermo di fianco a me fa roteare la cintura e mi colpisce sul sedere. Sobbalzo per il colpo sulle mie natiche e sbatto il cazzo sulla superficie ruvida della trave: dal suo volto traspare il godimento che prova a farmi questo. Fa nuovamente scoccare la cinghia e mi colpisce di nuovo il sedere facendomi sobbalzare di nuovo per il dolore. Cerco disperatamente di divincolarmi ma le manette a cui sono appeso non mi consentono di evitare il suo nuovo colpo che mi sferza le mie natiche nude. Indietreggia e riprende a frustarmi con la cinghia il mio sedere dolorante, colpisce ripetutamente le mie natiche ed anche il solco sensibile fra di esse fino a colpire perfino il mio buco. I colpi continuano inesorabili tanto che il mio sedere mi brucia tantissimo e deve essere rosso come un peperone. Cerco di divincolarmi per sfuggire al tormento dei colpi della cinghia, e spingo le mie palle ed il mio cazzo duro contro alla trave ruvida. La cinghia continua a sferzarmi ed io continuo a schiacciarmi contro la trave sfregando il mio addome ed il mio petto contro la trave ruvida che mi ha fatto anche inturgidire i capezzoli. Il mio cazzo continua a sfregare contro la trave ruvida e si è bagnato tutto del mio liquido pre-spermatico che esce abbondante nonostante il dolore. Dolorante per le frustate e lo sfregamento non mi accorgo che ha smesso di tormentarmi con la cinghia. Sono ancora appeso alla trave e girato verso di essa e, sebbene sia ruvida, mi offre una protezione. Poi il poliziotto si avvicina e mi libera dal gancio; afferra i miei polsi con una mano e con l’altra mi costringe a girarmi trascinandomi per il cazzo duro. Quindi mi appende di nuovo al gancio girato verso l’esterno e con la schiena appoggiata alla trave. Con un calcio mi costringe nuovamente a divaricare le gambe: ora può vedere il terrore dipinto sul mio volto; sono appeso alla trave con il corpo teso, il ventre appiattito dallo sforzo, il cazzo circonciso che svetta duro come non mai davanti a me rosso per gli sfregamenti sulla trave e grondante di liquido e le palle gonfie che pendono fra le cosce. Lui mi guarda dall’alto in basso, mi osserva ogni parte del corpo, fa roteare la cinghia e mi colpisce le palle con un colpo secco che mi fa irrigidire, buttare indietro la testa e lanciare un urlo per il dolore lancinante. Poi prende di nuovo la mira e mi colpisce ancora, poi passa al cazzo: la cintura colpisce la mia cappella sensibile, i lati e la base del mio cazzo. Io mi contorco dal dolore e strillo, mentre il mio cazzo continua a grondare di umori. Solleva ancora la cintura e mira ad un capezzolo e lo percuote con crudeltà, quindi fa lo stesso con l’altro; io strillo dal dolore ma non posso far niente per evitare i suoi colpi. Colpisce ancora i miei coglioni ed io inizio ad avere le convulsioni dal dolore. Ma lui mi colpisce ancora sul cazzo, poi di nuovo sulle palle, sui capezzoli ed ancora fra le cosce. Io continuo a divincolarmi ed a gridare mentre il mio cazzo sta per venire ed è tutto ricoperto di un abbondante liquido trasparente. Finalmente lascia cadere la cintura, si avvicina e penso che stia per tirami giù dal gancio. Invece mi afferra i coglioni con le sue mani ruvide ed inizia a schiacciarmeli e tirarmeli facendomi gridare ancora dal dolore: il mio sguardo è fisso davanti a me, mentre il mio sedere ancora dolorante cerca di divincolarsi urtando contro la superficie ruvida della trave. Lui continua a stringere ed a torcere le mie palle tanto che inizio a temere che voglia strapparmele. Ma nonostante il dolore il mio cazzo continua ancora a colare umori come un rubinetto che perde Poi con l’altra mano mi afferra un capezzolo ed inizia a torcerlo; con una mano mi tormenta i coglioni e con l’altra i capezzoli e io non poso far altro che lamentarmi e divincolarmi. Stringe le mie palle fino a farle quasi scoppiare poi passa a tormentare l’altro capezzolo che diventa duro e più sensibile. Quindi afferra il mio cazzo con le sue mani ruvide ed inizia a menarmelo su e giù inesorabile; io stò per venire e quando sono prossimo a sborrargli addosso mi lascia, fa un passo indietro e si ferma davanti a me a guardarmi. Io sono sconvolto e spaventato, non oso pensare a cosa ancora voglia farmi e cerco di rannicchiarmi il più possibile alla trave ruvida che un poco mi offre protezione. Lui incomincia a sbottonarsi la camicia, se la toglie e la getta a terra. Sotto porta una maglietta. Poi appoggiandosi ad una trave si sfila gli stivali e si toglie i calzini. Si ferma per un momento a guardarmi, quindi riprende a spogliarsi e si toglie la maglietta mostrando il suo torace muscoloso ricoperto di sudore. I suo pettorali ben sviluppati sono ricoperti da una folto strato di peli scuri che si raccolgono attorno ai capezzoli e scendono in linea retta verso gli addominali per scomparire sotto la cintura dei pantaloni. Sfila la maglietta dalla testa e si scompiglia i capelli assumendo l’aspetto di un ragazzino. Le sue labbra sottili si aprono appena mentre lui mostra il suo torace muscoloso e le sua braccia forti. Getta la maglietta a terra con la sua camicia. Che situazione! Sono appeso ad una trave totalmente nudo con un maniaco sessuale infuriato che mi sta davanti con il suo corpo atletico e perfetto e mi mostra tutta la sua imponenza e virilità. Il mio cazzo reagisce e continua a colare il chiaro liquido pre-spermatico. Lui si ferma un attimo e mi guarda, osserva la mia faccia, poi scende al mio corpo fino ad arrivare al mio cazzo dritto davanti a me. E arriva ai suoi pantaloni. Afferra la cintura ed abbassa la cerniera lampo. Mi guarda ancora, poi si sfila completamente i pantaloni rimanendo in boxer. Lascia cadere i suoi pantaloni sul fieno vicino agli altri indumenti e riprende a fissarmi ora in modo più severo, quasi militare. Ha un tatuaggio su di un braccio ed i suoi boxer non possono nascondere la protuberanza enorme che li riempiono. Rimane li in piedi quasi nudo con le gambe muscolose, bello come un guerriero greco, e così sexi che ancora non posso credere di non sognare. Mi gira intorno mentre infila le mani nell’elastico dei boxe ed inizia ad abbassarli. A poco a poco posso vedere la forma perfetta del suo piccolo sedere: “ha un culo stupendo” penso, il più bello che io abbia mai visto, del resto il sedere è la parte che preferisco nel corpo di un uomo. Abbassa di più il suo boxer e si ferma a metà delle natiche che lasciano intravedere il suo solco magnifico fra le chiappe sode. Abbassa ancora e spinge i boxer sulle cosce lasciando il sedere completamente nudo: è uno spettacolo magnifico. Un sedere rotondo, muscoloso e sodo, non il sedere di un ragazzo ma quello di un uomo ben formato e proporzionato. Una leggera peluria ricopre le natiche e si fa più fitta nel solco fra di esse. Si piega per sfilarsi i boxer e allarga le chiappe lasciandomi vedere il suo ano scuro aperto sopra la sacca ruvida del suo scroto che fa capolino fra le cosce. Sono totalmente sopraffatto dalla magnifica visione del corpo di questo poliziotto: un corpo che non a torto può essere paragonato ad una statua greca. Persino la base del suo collo è sexi: aperta su un collo muscoloso e due larghe spalle, la schiena muscolosa aperta sopra a due fianchi perfetti che si stringono in vita per ritornare ad allargarsi sopra al suo sedere. Voglio morire ed essere sepolto fra questi muscoli! A poco a poco la figura immobile del mio bel poliziotto inizia a muoversi e si gira molto lentamente. Incomincio a vedere il profilo del suo petto con due grossi capezzoli, le sue gambe ben formate e l’anca. E si mette di fronte a me con tutta la magnificenza del suo corpo: i peli che scendono dal suo torace circondano l’ombelico, scendono e si allargano in un folto cespuglio che si apre fra i muscoli del suo addome e le cosce. Il suo cazzo magnifico esce dal cespuglio eretto ed orgoglioso, diritto e grosso, potente e perfettamente circonciso con una grossa cappella su cui si apre una larga fessura. Le sue palle gonfie ed enormi pendono pesantemente sotto al cazzo e con lui sono l’equipaggiamento migliore che io abbia mai visto in un uomo. Non so se si è accorto che sono stordito dalla sua bellezza, forse dal mio viso traspare solo un’espressione di terrore ma ora io desidero solo poter vedere e toccare quell’ammasso di muscoli che mi sta davanti. Ad un tratto si muove e viene verso di me con il cazzo che gli sventola davanti, allunga le mani ed inizia a massaggiarmi i capezzoli con i suoi pollici ruvidi, poi piano piano fa scorrere le sue mani in giù accarezzando i miei fianchi e preme il suo corpo contro il mio; i nostri cazzi si toccano, le nostre palle si sfregano, il suo ventre preme sul mio ed il mio petto accarezza i suoi muscoli pettorali. Abbassa la sua faccia verso la mia e le nostre labbra si uniscono. Le bocche si aprono e le mostre lingue iniziano a frugare: la sua entra prepotente nella mia bocca, la mia si fa largo nella sua. Mi abbraccia con le sua braccia forti mentre con le mani mi massaggia dall’alto in basso la schiena, scorrono sul mio sedere e afferrandolo con forza lo spingono in avanti contro i fianchi del mio forte amante. E lui si muove, cazzo contro cazzo, palle contro palle, ventre contro ventre, petto contro petto; la sua lingua fruga nella mia bocca in profondità, le sua dita frugano la fenditura del mio sedere. Le sue labbra e la sua lingua sono pieni di passione virile ed io sono sopraffatto dal suo sapore di maschio. Come posso godere così tanto così appeso ad una trave con le manette che mi tagliano i polsi ?. Vorrei ardentemente accarezzarlo, sentire i suoi muscoli, accarezzare la sua schiena larga e muscolosa ed il suo sedere meraviglioso, vorrei massaggiare le sue palle accarezzare il suo cazzo e prenderlo in bocca per farlo venire sopra di me in faccia e sul mio ventre. Il mio tormento è ora non poterlo accarezzare, non poterlo stringere fra le mie braccia, non poter seppellire la mia faccia fra i suoi pettorali. La sua bocca si stacca dalla mia e tutti e due prendiamo fiato; lui si sposta un attimo ed incomincia a baciarmi e leccarmi il collo. La sua lingua sale dietro il mio orecchio e poi ancora giù sul collo. Ed ora inizia per me un’altra sofferenza, quella della sua lingua che percorre il mio corpo e mi fa rabbrividire dal piacere. Con la sua nuova tortura sposta ora la lingua verso la spalla e scende fino all’ascella. Mi lecca a lungo dall’alto in basso e viceversa: io rabbrividisco di nuovo e quasi singhiozzo dal piacere. Adesso si sposta verso i pettorali, raggiunge il mio capezzolo e, prima di iniziare a succhiarlo voracemente, lo lecca per bene tutto attorno. Si sposta poi sull’altro capezzolo che succhia e morde allo stesso modo, e prosegue verso l’altra ascella. Scende sul fianco, molto lentamente e continua nel solco che separa l’addome dalla coscia. E’ inesorabile e lento: la sua lingua accarezza ora lo spazio fra la mia coscia e la sacca delle palle, mentre il suo naso spinge contro il mio scroto massaggiandolo. Poi mi sfiora le palle e continua dall’altra parte. Piego la testa indietro vinto dal piacere più intenso che abbia mai provato: mai nessuno mi ha accarezzato così prima d’ora. Questo stronzo di un poliziotto mi fa scoprire sensazioni mai provate. Delicatamente inizia a leccarmi le palle, accarezzandole dolcemente tutto intorno e succhiandole a vicenda nel caldo tepore della sua bocca. Lavora con estrema maestria fra le palle e la base del mio cazzo, poi inizia ad accarezzarmi il membro risalendo lentamente verso la cappella. Rivoli di umore la rendono lucida ed appetitosa; sto per venire e lo supplico “Succhiamelo, per favore! Succhiamelo, ti prego. Oh Dio per favore, succhiami!”. La sua lingua scivola sulla mia sta dura e svettante, torna alla base e poi ancora su fino alla cappella dove si sofferma e danza procurandomi brividi ed ondate di piacere, per poi smettere subito per evitare di godere e venire così presto. Poi afferra con le sue grandi mani le mie palle e le solleva afferrando anche il cazzo e stringendole con esso in un’unica mano. Con la lingua continua a leccare tutto attorno la mia cappella quindi la appoggia sulle sue labbra, le apre e lascia entrare il mio cazzo in bocca. Lo ingoia fino a metà, poi lo estrae e lo affonda di nuovo succhiandolo e facendo roteare la sua lingua sulla cappella con grande maestria: succhia e lecca il mio cazzo e massaggia sapientemente i miei coglioni. Mi sembra di impazzire dal piacere. Poi affonda di più il cazzo in gola, giù fino in fondo, tanto che sento le sue tonsille avvolgere la mia cappella, le sue labbra fra i peli del mio pube e il suo naso che preme sul mio addome: pompa sapientemente il mio cazzo. Adesso sento la sua barba solleticarmi le palle, la sua bocca e la sua gola sono calde e strette e il suo risucchio sembra volermi svuotare completamente. Con le sue enormi mani ruvide mi afferra le cosce e sale fino al sedere che spinge in avanti favorendo il movimento del mio cazzo che affonda sempre più nella sua gola. La sua testa affonda nel mio pube e poi si tira indietro ritmicamente, mentre con un dito cerca il mio buco ed incomincia a solleticarlo e vi preme contro. Agito la mia testa da un lato all’altro e gemo dal piacere mentre sento che sto per venire. Il suo dito lavora ancora il mio buco quando il mio cazzo esplode e gli sparo in gola un carico enorme di sborra, Si sto sborrando, Sborro, sborrooo! Sborro e non mi fermo, schizzo enormi quantità di sborra nella sua gola, mentre lui ha ora infilato il suo dito nel mio culo e sta fottendomi: il suo dito entra ed esce del mio culo, la sua gola calda pompa il mio cazzo, il mio cazzo spara ancora fiotti di sborra calda della sua gola. Sono colto dalle convulsioni del piacere e mi agito e boccheggio mentre lui continua a pomparmi con la bocca e a fottermi col suo dito ruvido. Sarei caduto a terra se non fossi ancora appeso alla trave e mi lascio andare non appena la sua bocca lascia il mio cazzo mentre sono ancora colto da brividi di piacere. Delicatamente sfila il dito dal mio culo, corre con le mani accarezzandomi il sedere e le gambe, poi fa un passo indietro e si siede ansante sul fieno morbido. Distende le gambe verso di me e si appoggia su di un braccio. Il suo grosso cazzo è dritto, puntato verso l’alto. Mentre mi guarda si accarezza le gambe ed arriva piano alle sue palle, se le massaggia un poco, poi afferra la sua enorme asta e comincia a menarsela. Socchiude gli occhi, geme, ma continua a guardarmi. La sua mano continua a pompare sempre più velocemente: il suo pugno va su e giù prepotente e forte fino a che la sua cappella inizia ad inumidirsi e a trasudare di chiaro liquido prespermatico. Vedo che sta per venire quando smette di menarselo: il suo cazzo è durissimo, umido e bagnato di umori, pulsante al punto da essere sul punto di sborrare. Si alza e viene verso di me. Con un dito raccoglie i suoi umori dalla punta del suo cazzo; poi solleva la mano davanti alla mia faccia. Io socchiudo le labbra e lui vi passa il dito umido facendomi assaggiare il suo liquido. Cerco di ingoiare quel dito pieno di sapore, allungo la lingua per raggiungerlo. Lo lecco, lo succhio, la mia lingua ci gioca girandoci attorno per bere ogni piccola goccia del suo umore saporito. Lo guardo dritto nei suoi occhi azzurri e gli succhio ancora il dito; anche lui mi guarda ed evidentemente gode a farsi succhiare il dito ed a sentire il calore della mia bocca e le carezze della mia lingua. Estrae il dito dalla mia bocca e avvicina le sue labbra alle mie. Ricominciamo a baciarci come prima: le nostre lingue si ricercano e si intrecciano prima nella mia e poi nella sua bocca. Le nostre bocche sono appiccicate mentre il suo corpo aderisce al mio e sento il suo braccio che sale e libera le mie braccia ammanettate dal gancio sulla trave. Le porta delicatamente in basso fino alle mie spalle e mi costringe ad inginocchiarmi davanti a lui: ora la mia bocca è di fronte al suo cazzo e si muove verso di lui per ingoiarlo. Ma lui mi spinge indietro e mi fa sedere sul fieno. Poi mi riporta le braccia indietro, legandole ancora alla trave: sono ora sdraiato sul fieno morbido, in una nuova ma più comoda posizione. Lui mi sta sopra e mi guarda dall’alto: sembra il Colosso di Rodi con le sue gambe muscolose che convergono nella sacca delle sue palle che pendono grandi e pesanti fra il suo buco rugoso e la torre del suo turgido cazzo. Si piega e si inginocchia all’altezza del mio ventre. Le sue mani ruvide corrono sopra il mio torace e sui miei fianchi. Si piega per baciarmi e le sue labbra sfiorano le mie mentre lui allunga le sue gambe e si distende al mio fianco. Con la mano mi accarezza e scende fino al mio inguine accarezzandomi ancora le palle, solleticandomi il buco del culo e menandomi ancora il cazzo ritornato duro come prima. Poi si rialza ancora e questa volta si inginocchia attorno al mio torace puntando il suo cazzo sulla mia faccia. Lo preme sulle mie guance, lo strofina sul mio naso mentre la mia bocca cerca di afferrarlo e la mia lingua lo accarezza. Ancora lo strofina sulla mia faccia e posso sentire il suo calore lambirmi le palpebre, i bordi delle mie mascelle e il naso che ne percepisce l’odore maschio e virile. La mia bocca è aperta, la mia lingua lo ricerca e lo solletica quando riesce a raggiungerlo mentre lui continua a sfregarmelo in faccia, sul naso, attorno agli occhi ed sulla bocca scopando delicatamente sopra la mia faccia. Si muove avanti e indietro facendo sbattere le palle sul mio mento; poi si solleva un poco e le sue palle sono sopra la mia bocca. Ora desidero leccargliele mentre lui me le sfrega sulle labbra; le solleva ed ancora le abbassa alla portata della mia lingua che non perde l’occasione per dargli una leccata prima che sfuggano ancora dalla sua portata. Si solleva ancora e mi accarezza il volto con le palle: le sento calde e morbide sulle mie palpebre, le accarezzo col naso spostando la testa a destra ed a sinistra. Sento il calore del suo corpo e delle sue cosce che ora circondano la mia testa che sempre aveva desiderato affondare fra le cosce di un uomo così ben dotato. Ora spinge le palle sulla mia bocca e mi ordina di succhiarle. Apro la bocca, le lecco e ne ingoio una per succhiarla e giocarci con la lingua. La libero e faccio lo stesso con l’altra. “Tutte due assieme” mi suggerisce, ed io allargo la bocca e cerco di farci entrare il suo sacco con entrambe le palle. Si sistema meglio e mi infila le palle in bocca, mentre i suo cazzo è disteso dritto e duro a lato del mio naso e sopra alla mia palpebra destra. “Mordile” mi ordina ed io inizio ad addentarle leggermente sentendole cedere sotto i denti. Geme e si contorce tenendomi la testa ferma con entrambe le mani. “Oh, succhiami i coglioni. Si così” dice “Succhia così” Ed io obbedisco e gli succhio le palle e gli mordiccio lo scroto. Il mio poliziotto è ora vulnerabile, ma io sono ancora suo prigioniero con le braccia immobilizzate ed il suo corpo massiccio e forte sopra il mio torace. Io lo succhio e lo mordicchio con delicatezza e faccio attenzione alla pressione delle sue mani sulla mia testa, al ritmo del suo respiro ed alla sua pressione che spinge i suoi coglioni nella mia bocca. Con una mano si afferra il cazzo ed inizia a menarselo sopra la mia faccia mentre io continuo a giocare con le sue palle e lui scuote la testa dal piacere. Aspetto gli spruzzi del suo sperma caldo da un momento all’altro, sento che sta per venire e lui continua a menarsele e a strofinarmelo sul viso. Io voglio sentire il suo sperma caldo sulla faccia ma lui smette di pompare e mi fa segno di liberarlo. Vedo il suo cazzo grondante di umori e le sue palle bagnate della mia saliva. Si sposta un poco indietro, mi solleva la testa e punta il cazzo verso la mia bocca. Io la spalanco per ricevere la sua carne calda. Spinge il suo cazzo sempre più a fondo, fino in gola, quasi a soffocarmi, muove la mia testa fino a fottergli il cazzo, ed io non desidero altro che succhiarlo e pomparlo. Lui spinge la sua stanga sempre più a fondo nella mia gola mentre con una mano mi tiene la testa premuta contro l’inguine e con l’altra si appoggia alla trave. Ha inarcato la schiena tirando fuori tutta la maestosità dei suoi muscoli pettorali ed addominali, le sua anche ballano mentre il suo cazzo enorme fotte la mia bocca, dentro e fuori, dentro e fuori. Lo sento gemere dal piacere e capisco che sta per venire; finalmente potrò sentire la sua sborra sprizzarmi in gola, non desidero altro. Ma lui si ferma di nuovo. Estrae il cazzo dalla mia bocca e si alza e si rigira, inginocchiandosi sulla mia faccia al contrario rispetto a prima: il suo sedere passa sopra alla mia faccia ed il suo scroto passa dalla mia bocca, al naso e si ferma sugli occhi socchiusi. Poi si alza e spinge ancora il cazzo verso la mia bocca e comincia ancora a fottermi in bocca. Vedo le sue palle ed il suo bel culo salire e scendere mentre mi pompa in gola, poi sento che mi afferra le palle ed improvvisamente mi riprende il cazzo in bocca: il suo cazzo sta fottendomi in bocca mentre la sua bocca sta succhiando il mio cazzo, tutti e due stiamo fottendo la bocca dell’altro succhiandoci e leccandoci a vicenda. Rotoliamo ognuno su un lato, lui chiude le sue cosce attorno alla mia testa mentre il suo cazzo caldo continua a fottermi in bocca. Io vedo le sue palle ed il suo culo che vanno su e giù, le sue mani arraffano le mie natiche le sue dita sondano il mio buco. Ci succhiamo e fottiamo a vicenda, dentro e fuori, su e giù, succhia e mordi. Ad un tratto lascia il mio cazzo, si alza e indietreggia un poco sfilando il cazzo dalla mia bocca, poi avanza un poco e si siede sulla mia faccia. Le sue natiche mi seppelliscono mentre il suo buchetto ruvido e umido incombe sulle mie labbra. La mia bocca si apre e lascia uscire la lingua che inizia ad esplorare quel magnifico foro. Le mie labbra baciano le sue natiche, la lingua lecca la piega del suo culo, il mio naso raccoglie dal suo scroto le gocce della mia saliva che scendono dal suo cazzo, poi ritorno a leccare il suo ano. Mi insinuo sempre più dentro, sulle pieghe dei suoi bordi, le allargo e mi faccio strada nel suo interno; lui preme sempre più per sentire meglio le mie leccate. Preme con il suo inguine e con il suo culo sul mio volto, la mia lingua si spinge sempre più in profondità nel suo buco fino a leccargli le pareti dell’intestino. Lui geme di piacere: lo sto fottendo con la lingua mentre lui inarca la schiena e volta la testa indietro. Il suo culo preme sempre più sulla mia faccia per consentire alla mia lingua di esplorare più a fondo il suo buco, più dentro che può, ma a lui sembra non bastare mai, sembra che voglia essere fottuto dalla mia lingua per sempre. Sento le sue mani che afferrarmi le gambe e tirarle su, poi circondano il mio sedere e lo sollevano in aria. La mia testa è ancora imprigionata sotto il suo culo quando lui abbraccia le mie cosce e tira a se il sedere, si piega ed inizia a leccarmi le palle, poi la base del cazzo e quindi la fessura del culo. Con la sua bocca calda bacia il mio buchetto e con la lingua inizia a leccare i bordi del mio ano ormai aperto a riceverla. Mi tira più su e riprende a leccarmi il buco. I brividi di piacere mi salgono dalla schiena come lui fruga con la lingua nel mio intestino, ed intensifico la mia penetrazione e succhio il suo ano come fosse un dessert. Continua a stringere il mio sedere e a premerselo in faccia, ritorna a leccarmi le palle e poi insiste ancora sul mio buco: lo succhia, lo mordicchia e finalmente lo penetra con la sua lingua umida e calda. Poi ritorna a leccarmi le palle e la base del cazzo e incomincia a penetrarmi con un dito, prima appena, poi in profondità: geme e si contorce mentre io continua a lisciargli l’intestino. Poi preme con un altro dito, riesce ad allargare il mio buco e mi penetra anche con quello, spinge a fondo, una, due ,tre volte, poi non le conto più. Quindi appoggia un terzo dito: il mio ano lentamente si allarga e lui ora mi stà fottendo con la sua mano aperta e tre dita dentro di me. L’altra mano mi accarezza, afferra il mio cazzo ed inizia a menarmelo un poco. Poi lo sento allungarsi e ingoiarlo ancora, profondo nella sua gola. Mi spompina, mi accarezza le palle e mi penetra a fondo con le sue dita mentre io sto sempre sondando in suo ano premuto contro la mia bocca. Ci agitiamo, ci contorciamo dal piacere mentre ci fottiamo a vicenda. Si ferma di nuovo, ora posso appena sfiorarlo con la lingua. Vorrei sborrare ancora nella sua gola, vorrei che lui venisse sul mio petto, ma lui si ferma di nuovo. Si alza e si ferma ancora in piedi ad osservarmi. La sua figura mi sembra più imponente, il suo cazzo svetta ancora duro e diritto fra le sue cosce muscolose sopra alle palle sempre più gonfie dalla sborra che sembra non volermi dare: è il poliziotto più bello che io abbia mai visto, il mio torturatore che mi tiene prigioniero e mi fa impazzire dal piacere. Poi si abbassa, mi slega e mi afferra di nuovo ai fianchi e mi gira facendomi inginocchiare con il culo all’aria. Mi tira le braccia verso la trave e le lega di nuovo. Si alza ancora e si inginocchia dietro di me davanti al mio culo. Accarezza le mie chiappe, mette il suo dito sopra al mio buco e lo spinge dentro. Lo muove aventi e indietro, con la bocca mi bacia le natiche e poi scende con la lingua ad inumidirmi i bordi del buco che continua a fottere col dito. Spingo il sedere indietro, voglio che il suo dito mi penetri più a fondo: “Fottimi, lo esorto, Fottimi per favore!”. Sento che si muove, la sua mano fruga fra le mie cosce, mi accarezza le balle e mi mena un po’ il cazzo. Poi sento che sputa e sparge la sua saliva calda sul mio buco; poi sputa di nuovo e si lubrifica il cazzone paonazzo da quanto è duro. Sento le sue cosce avvicinarsi alle mie e poi la sua cappella appoggiarsi sul mio ano: lui è in posizione ed io sono pronto. Io spingo indietro e lui spinge avanti. Il suo cazzo preme contro il io culo e il mio buco si allarga. Sento un dolore lancinante appena la sua cappella penetra un poco dentro di me. Si ferma per darmi il tempo di rilassare i muscoli anali. Spingo indietro e gli do il segnale per riprendere la penetrazione. Il suo cazzo enorme scivola dentro il mio culo lentamente, millimetro dopo millimetro, scivola dentro ed io sento le pieghe del mio ano allargate al massimo tanto che temo di non poter prendere tutto il suo bel cazzone. Ma lui continua a spingere lentamente e io lo voglio tutto dentro, voglio sentire tutta le potenza del suo cazzo trapanarmi gli intestini. Poi improvvisamente sento la base del suo cazzo, sento le sue palle contro le mie ed i suoi peli solleticarmi le natiche: il suo cazzo enorme è tutto dentro di me e mi allarga al limite il buco e le budella. Per un momento rimaniamo fermi: io godo enormemente a sentirmi riempito da un cazzo così grosso mentre il mio culo cerca di adattarsi a contenere tutto questo enorme bastone. Poi lo sento muoversi, afferra con le sue manone i miei fianchi, estrae un poco del suo cazzo e poi lo spinge di nuovo dentro fino in fondo: non sono ancora abituato ad avere in culo un cazzo così grosso e che mi raggiunge così in profondità e quindi grugnisco dal dolore ogni volta che lui si spinge in me. “Fai bene a grugnire” mi grida “Grugnisci, grugnisci come un porco” E tira fuori il cazzo per respingerlo dentro fino alla base. “Grugnisci mentre ti fotto, porco, grugnisci mentre io ti spacco il culo! Tira il suo cazzo fuori a metà e lo spinge ancora a fondo fino alla base: inizia quindi a pompare ritmicamente, fuori e dentro, fuori e dentro, fuori e dentro. Grido dal dolore: il suo cazzo sembra aprirmi in due. E lui non si preoccupa; estrae di più il suo cazzo e lo preme di nuovo in profondità, sempre più in fondo. Non so se riesco a resistere alle sue spinte a lungo, ma lui inizia a fottermi con decisione. Io cerco di divincolarmi di sottrarmi alle sue spinte, ma le sue mani mi trattengono e quello che posso fare è inarcare la schiena e piegare indietro la testa per sfuggire un poco alla sua furia. Mi fotte, mi fotte con decisione, pompa il mio culo con il suo cazzone enorme. “Ti sto spaccando il culo, frocio, ti rompo tutto con il mio cazzo. Ti sto fottendo e tu lo vuoi, vero? Porco, frocio bastardo, lo vuoi vero il cazzo del poliziotto? Ti piace il cazzo di un poliziotto vero, ti piace sentirlo sfondarti il culo” E continua a fottermi duramente e a sfondarmi il culo con forza e decisione. Mentre lui pompa, sento le sue palle picchiare contro le mie; ora estrae il suo cazzo quasi fino alla cappella e poi lo sento ritornare tutto dentro schiacciando di nuovo le sue palle contro le mie. Mi sta fottendo alla grande e schiaffeggia le mie natiche tutte le volte che affonda dentro di me. Adesso mi sta abbracciando con il suo braccio forte e muscoloso, mi accarezza il petto e scende sul mio ventre più giù fino al cazzo… e non smette di pompare nel mio culo con il suo cazzo enormemente duro. Mi accarezza le palle, mi solletica il cazzo, mi accarezza gli addominali e continua a fottermi. Poi si tira su e mi cavalca come un toro: io sono in estasi, da sempre ho sognato di essere cavalcato da un toro infuriato come questo, il mio culo desidera da sempre essere fottuto da un cazzo così grosso, il mio intestino vuole essere inondato dalla sborra del poliziotto più di ogni altra cosa. Estrae il suo cazzo. Mi lascia sgomento, cosa vuol fare ancora. Poi mi gira, alza le mie gambe appoggiandole alle sue spalle e punta ancora il suo cazzo al mio buco enormemente dilatato. Ora sono di fronte a questo poliziotto maniaco sessuale. Lui si sistema in ginocchio davanti a me, aggiusta il mio culo sul suo cazzo e mi penetra ancora lentamente ma tutto in una volta. Lo sento entrare inesorabile e lungo ma ora non sento più dolore ma solo un immenso piacere. Riprende a pomparmi raggiungendomi più in profondità per la nuova posizione. Con la mano ha ricominciato ad accarezzarmi le palle ed a massaggiarmi il cazzo: se continua così mi farà impazzire dal piacere. Voglio tutto il suo cazzo dentro di me e lui continua ad entrare ed uscire dal mio culo pompandomi come nessuno ha saputo fare fino ad ora. Lo guardo mentre mi fotte: solleva il suo torace peloso, con i capezzoli duri ed i muscoli addominali tesi al massimo, piega i suoi fianchi per spingere il suo cazzo dentro il mio culo, sempre più a fondo, fottimi, fottimi, fottimi… accarezza il mio cazzo e fottimi, palpami le palle e fottimi: “Continua, continua ti prego, fottimi Ah! AAAAH! AAAAH!” Sto venendo e sborro come una fontana, sparo i miei schizzi in aria fino a colpire il suo addome, uno, due tre volte, non conto più gli schizzi che mi escono dal cazzo… e capisco che anche lui sta sborrando dentro di me, nel mio culo. Inarca la schiena e getta la testa indietro. Ora non sono il solo a gemere dal piacere: lui continua a pomparmi ed a riempirmi di sborra; sento i suoi schizzi colpire le pareti del mio intestino ed il torrente caldo del suo piacere colare lento verso l’uscita. Lui continua a pomparmi ed ora io gli ho avvolto le gambe attorno al sedere per impedirgli di uscire da me. E lui continua a pomparmi; il suo inguine peloso preme contro il mio culo, le sue palle sbattono contro le mie natiche massaggiandole, io continuo a contorcermi dal piacere e spingo, spingo per sentire il suo cazzo sempre più a fondo nel mio culo. Lui continua a pompare senza afflosciarsi, mi tiene ai fianchi guidando il mio culo a ricevere meglio le sue penetrazioni: spinge ancora a fondo il suo cazzo che ora scivola perfettamente lubrificato dal fiume della sua sborra che mi ha inondato l’intestino. Spinge la testa indietro e gonfia il torace peloso flettendo ad ogni spinta i muscoli del suo addome. Si abbassa e si stende su di me pompando ancora instancabile, i suoi occhi crudeli mi guardano, la sua bocca sfiora la mia e, senza smettere di fottere il mio culo, inizia a baciare e a mordere le mie labbra. Le mia gambe cingono ancora i suoi fianchi e lo tengono stretto per non lasciarlo uscire dal mio culo che lui continua a fottere. Si abbandona sopra di me raccogliendo fra i suoi peli i rivoli del mio sperma che mi corrono sul ventre, si strofina su di me mentre io continuo a trattenerlo con le gambe e gli impedisco di uscire da me. Ci stiamo rilassando a poco a poco mentre il nostro respiro affannoso inizia a riprendere il ritmo normale. Il calore del suo corpo mi conforta e mi protegge, non voglio che si alzi, il suo cazzo è ancora nel mio culo ma si sta sgonfiando ed ora non fatico più a contenerlo mentre sento un rivolo della sua sborra che mi esce dal culo e scivola nella piega del mio sedere, giù fino ai mie lombi. Ci rilassiamo, chiudo gli occhi e godo ancora nel sentire il calore del suo collo che sfiora il mio, ed il calore della sua faccia che accarezza la mia. Sento il suo piacevole calore ed il suo cazzo che lentamente si sgonfia nel mio culo. Piano piano dall’estasi del piacere scivolo in uno stato di incoscienza, quasi di svenimento. Quando mi risveglio non sono più legato, i miei polsi sono liberi dalle manette; il mio bel poliziotto mi tiene in grembo e mi culla massaggiandomi i polsi arrossati e lividi dalla tortura delle manette. Mi accuccio in braccio a lui e appoggio la testa fra i suoi morbidi pettorali e la sua ascella solleticandomi fra i suoi peli. Lui mi sta asciugando e pulendo delicatamente con il suo fazzoletto morbido e delicato. Tutto attorno vi è una quiete irreale rotta soltanto dal rumore di un aereo che passa in lontananza. Non ho nessuna intenzione di rompere questa pace. La mia mano ora piò accarezzare i suoi muscoli, le sue spalle e la sua schiena e appena rabbrividisco per l’aria fresca della notte lui mi copre con la sua giacca in cui riconosco il suo odore maschio e virile…e in questa calma mi addormento sognando il mio bel poliziotto nudo e sorridente cullarmi in eterno. Mi sveglio e mi guardo attorno. Sono nella mia auto, ripulito e vestito, ho una strana sensazione di benessere sia fisico che mentale; del poliziotto non c’è più traccia … Ho sognato? Mi frugo in tasca per cercare le chiavi dell’auto e…trovo un fagotto, un rotolo di stoffa, lo allargo…non credo ai miei occhi…sono i suoi boxer! Li avvicino istintivamente al naso e riscopro il suo odore, il profumo del suo cazzo meraviglioso delle sue palle enormi, l’aroma della sua calda sborra nella mia bocca. Mi accorgo di essere ancora eccitato, mi abbasso la lampo impugno il mio cazzo e con pochi colpi di mano mi sento ancora venire: la vista mi si annebbia ancora, mi sembra di rivederlo ancora avanzare verso la macchina. Ma lui non c’è mi riprendo da questo ennesimo momento di estasi e “ Maledizione!” Mi sono sborrato sui pantaloni

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1 Gay Erotic Stories from Libera traduzione By Alberto

Il poliziotto

Era una di quelle calde sere d’estate quando anche se non sai dove andare è piacevole prendere l’auto ed andare senza meta incontro alla strada ed all’oscurità. Avevo il finestrino abbassato; l’aria era calda e pesante di umidità. Stavo percorrendo la statale 3 e c’erano solo poche altre macchine lungo il percorso. Anche se no sono abituato ad andare forte, avevo superato il limite di

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