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Il biondino

by Koala_abc@hotmail.com


Era ormai fine Agosto e in piscina non c’erano più di venti persone. Erano le 11,30 del mattino e il paesaggio era un po’ desolante; e pensare che fino a pochi giorni prima c’era il caos più totale. Avevo fatto bene a prendermi dietro un libro da studiare. Non si sentiva una mosca volare e non sarebbe stato difficile trovare la concentrazione giusta. La giornata era splendida: cielo terso e caldo ancora torrido. C’era tutto il prato a mia disposizione, non avevo che l’imbarazzo della scelta per trovare uno spazio dove stendere l’asciugamano. Andai in una zona vicino agli alberi, così se avessi voluto un po’ di ombra sarebbe bastato spostarmi di pochi metri. Appoggiai lo zaino per terra, lo aprii, presi l’asciugamano e quando fui in procinto di stenderla sull’erba, il mio sguardo lo vide. Era coricato sul lettino, stava prendendo il sole ed aveva gli occhi chiusi. Aveva un paio di boxer da bagno color blu elettrico, era biondo, carnagione molto abbronzata, completamente glabro, tranne per una leggerissima peluria bionda sulle gambe. Anche se era coricato si poteva notare il tono muscolare del suo corpo e lineamenti del suo viso. Sembrava più giovane di me , però non riuscivo a comprenderne l’età. Rimasi lì, bloccato in piedi con il telo da bagno in mano per qualche istante, a contemplare quel ragazzo. Era una visione stupenda! Non riuscivo a staccare gli occhi da quel corpo abbronzato, immobile, caldo e sudato. Era come se emanasse luce propria; invece era la luce del sole che si rifletteva sulla pelle madida di sudore. Aveva la bocca leggermente aperta e la testa leggermente piegata dalla parte; era come se stesse dormendo. All’improvviso si mosse! Aprì gli occhi, si tirò su e si mise seduto sul lettino. Io mi svegliai di colpo e stesi l’asciugamano per terra. Feci l’indifferente e mi coricai. In quel momento sperai di non essere stato notato. Anche perché sarei potuto sembrare un vero citrullo, là, in piedi, immobile con una asciugamano in mano a fissare una persona. Il ragazzo si alzò in piedi, guardò dalla mia parte per un secondo. Cazzo! Ero stato beccato! Poi invece si guardò intorno. Sbadigliò. Si stiracchiò. E camminò verso una doccia poco distante da lì. Io avevo gli occhiali da sole, quindi nessuno sarebbe stato in grado di vedere la direzione del mio sguardo. Avevo steso l’asciugamano in direzione del sole, in questo modo avevo la parte dove mettere la testa verso il lettino del ragazzo. Presi il libro, mi misi a pancia in giù appoggiato sui gomiti e mi misi a leggerlo. Naturalmente non lessi un bel niente! Tenevo la testa chinata in basso verso il libro, ma con lo sguardo seguivo quel ragazzo! Andò sotto la doccia, sicuramente per trovare un po’ di refrigerio. Si lavò il viso e poi si bagnò i capelli. La cascata d’acqua fresca, cadeva lungo il suo corpo. Con le mani iniziò a massaggiarsi come se si stesse spalmando sulla pelle del doccia-shampoo. Semplicemente si stava togliendo il sudore dal proprio corpo. Le mani si muovevano molto lentamente su e giù. Prima sulle braccia. Poi sulle spalle. Sul collo. Sul torace. Sugli addominali. Scesero lungo i fianchi. Andarono sulle gambe. Prima sull’esterno coscia, poi sull’interno e ancora sull’esterno. Risalendo, la mano destra si fermò sui boxer. Si diede due strizzatine al pacco. Poi riprese a salire. Si massaggiò di nuovo la parte superiore del corpo. Si fermò un attimo. Rimase immobile sotto l’acqua che fluiva giù lungo la pelle degli addominali, lungo il costume e poi fino in fondo, per tutta la lunghezza delle gambe. Quella scena fu estremamente erotica e molto eccitante. Una volta finita la doccia, scosse violentemente la testa per liberarsi i capelli dell’acqua in eccesso e ritornò al lettino. In questo modo riuscii a vederlo più dettagliatamente. Avrà avuto tra i 16 e i 18 anni (quindi era di qualche anno più giovane di me), non era altissimo, diciamo tra 1,70m e 1,75m. I capelli erano corti, leggermente ricci e spettinati (certo, dopo una doccia!). Gli occhi erano azzurri. Azzurri come l’acqua della piscina! Il contrasto che facevano con la pelle abbronzata del suo volto era impressionante. Il viso era davvero stupendo. Il nasino piccolo e sottile aveva la punta leggermente all’insù. Le guance belle piene, erano segnate all’altezza degli zigomi, da due macchie rosse; segno del troppo sole preso. La bocca era piccola, ma le labbra erano piene e carnose; pareva come se avesse l’aspetto imbronciato. Non aveva un filo di barba. Come ho detto prima, sulla pancia e sul torace non aveva l’ombra di un pelo. Non era magrissimo, anzi, era bello sodo e compatto. Aveva i muscoli segnati e pieni, ma non erano di eccessive dimensioni. Il suo fisico sembrava come se fosse stato plasmato, sia dal nuoto, che dal lavoro con i pesi. Insomma, per farla breve, una meraviglia! Si sedette sul lettino e si guardò in giro e anche dalla mia parte. Io continuavo a fare l’indiano e ogni tanto voltavo la pagina del libro, come se stessi leggendo veramente! All’improvviso due ragazze, circa della stessa età del biondino, appena uscite dalla piscina, si avvicinarono a lui. “Mario, non vieni a fare il bagno?” “No, non ho voglia adesso” disse con tono scocciato. “Insomma, come sei strano oggi. Te ne stai, lì tutto serioso e imbronciato” “Dai lascialo stare! Oggi è in giornata no! E’ fatto così!” disse l’altra ragazza. “Beh … se vuoi venire, noi facciamo un altro tuffo!” e poi si allontanarono. “O.K.” disse glacialmente Mario. Mario, si chiamava così! Dallo zaino prese della crema protettiva. Se ne mise un po’ sulle mani e poi se la spalmò sul viso. Si bagnò le labbra leccandosele con la lingua; un gesto che io trovo estremamente erotico e che avevo visto farglielo diverse volte. Si coricò sul lettino. Accidenti! Mi resi conto che non riuscivo più a vedere il suo volto per colpa di un altro lettino posto davanti alla mia visuale. Riuscivo a vederlo solo dal torace in giù. Si mise con le gambe leggermente divaricate. Con la gamba destra completamente distesa verso l’esterno del lettino, in modo ad avere il piede a penzoloni. Con la gamba sinistra leggermente piegata, in piedi, a formare un angolo con il ginocchio. Poi, con le sue solite movenze lente e sensuali, iniziò con le dita della mano sinistra a strofinarsi l’interno della coscia sinistra. Le muoveva su e giù o disegnando cerchi concentrici sulla pelle. Lentamente, molto lentamente. Non riusciva a farle star ferme quelle dita! Avevo il cazzo talmente in tiro, che mi faceva male tenerlo contro il terreno! Poi spostò leggermente la mano, sopra il costume da bagno, verso l’inguine e con le dita iniziò a massaggiarsi il pacco!!! Si, proprio il pacco!!! Prima se lo strofinò ben bene, poi se lo prese in mano, e inizio a strizzarlo ripetutamente, più e più volte, sempre con queste movenze lente, sicure ed estremamente eccitanti! Io guardai in giro, per vedere se qualcun altro se ne fosse accorto. Nessuno. Mi resi conto che ero l’unico che poteva vedere la scena, perché gli ero posto praticamente quasi di fronte, e Mario tenendo la gamba leggermente alzata, era piuttosto coperto. La mia erezione non mi dava tregua. Continuava a farmi male contro il terreno, aveva bisogno di spazio per liberarsi. Così mi mossi su un lato per dargli un po’ di respiro. In questo modo riuscii a vedere nuovamente il volto di Mario. Guardava proprio nella mia direzione. Con quella sua boccuccia leggermente aperta e le labbra umide. Si intravedeva la punta della lingua, ferma tra i denti bianchi e il labbro inferiore. Aveva l’espressione di uno che stava godendo. All’improvviso, la magia si ruppe. Ritornarono le due ragazze. Lui con molta noncuranza e indifferenza si ricompose. Le ragazze si sistemarono sui loro lettini e iniziarono a parlare a ridere e scherzare. Mario rimase in disparte, in silenzio, fermo con lo sguardo perso nel vuoto. Le ragazze facevano un gran baccano, lui niente, una tomba! Ogni tanto gli rivolgevano una domanda, e lui rispondeva con cenni della testa. Non riuscivo a capire che rapporto ci fosse tra loro. Una era la sua fidanzata? O sua sorella? O solo amiche? Cugine? Boh! Non riuscivo a capire. Quella situazione andò avanti per una buona mezz’oretta. Dopo di che, decisi di andare a fare una bella nuotata in piscina. Andando verso la vasca, passai di fianco al lettino di Mario. Non riuscii a fare a meno di dargli un’occhiata fulminea. Quanto basta per vedere che il suo sguardo mi stava fissando intensamente. Entrai in acqua e iniziai a fare delle vasche. Avanti e indietro. Rana e Stile. Nuotavo, ma la mia mente era occupata da quel ragazzo. Ero talmente perso nei miei pensieri, che non mi resi conto che nella corsia di fianco alla mia, c’era una certa persona con il costume blu che stava nuotando! Finita una vasca mi fermai un secondo per mettere a posto gli occhialini. Me li tolsi e mentre li lavavo, vidi che era lui! Anche lui si era fermato, presumo per riprendere fiato. Era in fondo alla vasca, dalla parte opposta dove mi trovavo io in quel momento, sulla corsia di fianco, alla mia sinistra. Mi rimisi gli occhialini, e feci la vasca a rana. In questo modo sarei riuscito a vederlo, avendolo praticamente di fronte. Mentre mi avvicinavo, notai che stava appoggiato con la schiena sul bordo della piscina. Le braccia le teneva fuori dall’acqua, sopra la testa, tenendosi aggrappato con la mani ad una piattaforma per i tuffi. Una gamba la teneva distesa, appoggiando il piede sul fondale. L’altra la teneva piegata, tenendo il piede contro la parete, e appoggiandovi sopra il culo. Quando fui a pochi metri di fronte a lui, quasi arrivato alla fine della vasca, Mario fece una cosa che mi lasciò di stucco. Immerse un braccio in acqua e con una mano si sistemò i boxer e si diede una strizzata al pacco! Non seppi come reagire a quel gesto inaspettato. Continuai a nuotare. Arrivato in fondo alla vasca feci il cambio direzione per ritornare indietro. Perché diavolo aveva fatto quel gesto? Era una cosa involontaria o premeditata? Poteva farlo benissimo in un altro momento. Invece aspettò che gli arrivassi a due metri, in modo da farsi vedere il meglio possibile. Mentre ritornavo indietro a rana, lui mi superò di fianco nuotando a stile, in questo modo arrivò alla fine della vasca prime di me. Arrivato in fondo mi fermai per riprendere fiato. Anche lui era fermo lì, nella corsia di fianco alla mia, ne riuscivo a sentire il respiro affannato. “Una bella faticaccia, vero?” Sentii chiedere all’improvviso! Mi voltai per cercare di capire se avesse rivolto quella domanda a me. “Scusa…?!” risposi, come per dire: dici a me?. Era logico che stesse parlando a me. Che idiota! Eravamo gli unici in quella parte della piscina! Con chi vuoi che stesse parlando? “No, dico, una bella faticaccia per rimanere in forma!” “Già, in effetti ….” Non sapevo cosa dire. Stavo facendo la figura dell’imbranato. “Vedo, che vai come un treno! Voglio dire…riesci ad andare con una buona continuità” “Si … beh … in effetti vengo almeno due/tre volte a settimane tutto il periodo dell’anno. Sia d’inverno che d’estate. Naturalmente d’inverno, nella piscina al coperto” Ah certo, se non volevo pattinare sul ghiaccio! Che precisazione sciocca! “Ah…ecco! Allora si spiega…” Lasciò in sospeso. “Cosa?” chiesi. “Il tuo fisico!” In effetti non aveva tutti i torti. Ero alto 1,82m ed in possesso del tipico fisico da nuotatore. “Beh non mi lamento… Anche tu però non scherzi!” “Si…anche io mi tengo in forma … sai, faccio tuffi” “Tuffi?…dal trampolino… con capriole? Intendi quel tipo di tuffi lì?” “Precisamente!” Adesso si spiegava, il fisico brevilineo, ma compatto e muscoloso allo stesso tempo. “E’ la prima volta che ti vedo qui! Sei di queste parti?” Chiesi. “No in effetti, non sono di queste parti. Sono qui ospite di mia zia per tutta la settimana. Piacere, io mi chiamo Mario” e mi stese la mano. Io gliela strinsi. “Alessandro”. Ci stringemmo la mano. Improvvisamente mi tirò forte verso di sé e mi disse sottovoce e con un’espressione molto seducente. “Cosa credi?… Ho visto che non mi togli gli occhi di dosso da quando sei arrivato! …Allora … andiamo avanti con questi stupidi convenevoli o preferisci cambiare discorso!…” Se la storia vi è piaciuta e volete la seconda parte, basta dirlo.

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Era ormai fine Agosto e in piscina non c’erano più di venti persone. Erano le 11,30 del mattino e il paesaggio era un po’ desolante; e pensare che fino a pochi giorni prima c’era il caos più totale. Avevo fatto bene a prendermi dietro un libro da studiare. Non si sentiva una mosca volare e non sarebbe stato difficile trovare la concentrazione giusta. La giornata era splendida: cielo

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Web-02: vampire_2.0.3.07
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