Gay Erotic Stories

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Danubio blu

by Arbi


La citta' di Budapest e' considerata da sempre la "Parigi dell'Est". Ero li' da poco piu' di una settimana, per ragioni di lavoro. Ma il lavoro non era ancora finito e cosi' avevo cominciato ad annoiarmi. Nel tempo libero facevo dei piccoli giri turistici nei piu' bei posti della citta'. Vedevo le vecchie meraviglie di questa citta' che a poco a poco prendeva fiato, dopo una lunga decadenza dovuta al periodo del regime comunista. Qualche volta facevo una passeggiata sul lungo Danubio per vedere il panorama dell'altra sponda del fiume e il palazzo reale. Ma non era solo questo il motivo che mi spingeva laggiu’. La' mi attirava anche il fatto che lungo il percorso c'erano tanti bei giovani che ti chiedevano le sigarette, per poi dirti sotto voce se ti piaceva far sesso con loro. Qualcuno parlava bene l'italiano, cosa che la diceva lunga sulle loro simpatie. Io chiedevo : "Quanto?" e loro rispondevano “100 Marchi. Cosa sono cento marchi per voi?!” Non mi e' mai piaciuto comprare il mio partner e per questo mi allontanavo, sia pure a malincuore, da loro, per ritornare al mio angolo nel ristorante dell’ hotel, per bere un bicchiere tutto da solo.

La stazione della metropolitana era affollata. Mi guardavo intorno per orientarmi riguardo alla direzione che dovevo prendere. Avevo sempre difficolta' con questo metro' per determinare se dovevo andare a sinistra o a destra e per questo di solito chiedevo aiuto a qualche persona. Questa volta vedo un bel ragazzo biondo e alto, con una borsa sportiva sotto braccio che aspettava come me l'arrivo del treno. Cosi’ chiesi l'informazione che mi serviva a lui. Mi rispose con un inglese perfetto che ero nel posto giusto. Cosi’ rimasi ad attendere vicino a lui.

Sebbene scambiammo solo poche parole, l'impressione che lascio’ fu grandissima, a causa della sua bellezza . Io avevo un debole per i biondi con gli occhi azzurri e per questo gli guardai il didietro.

Non passo' molto, il trenino arrivo' e tutti le persone che aspettavano entrarono. Mi ritrovai davanti a quel giovane indifferente con la sua borsa in spalla. Il vagone era stracolmo di persone ed eravamo cosi’ vicino l'uno all'altro che la mia mano era appoggiata alla sua coscia. Il suo piacevole aroma mi faceva ubriacare. Senza pensarci a lungo, con un piccolo movimento la mia mano tocco' il suo soffice pene. Vidi che il suo corpo era attraversato da un piccolo fremito, poi, con occhi spalancati si allontano' da me andando piu' in la' e voltandomi le spalle per evitare qualsiasi contatto ulteriore.

Ero molto dispiaciuto per il fastidio che gli avevo arrecato, ma ormai era fatta. Con questi pensieri arrivai alla stazione "Mosca" e scesi. Arrivato all'aria aperta presi un respiro profondo per dimenticare l'accaduto. Ma non era ancora finito. Una decina di metri piu' in la vidi lo stesso ragazzo in piedi, immobile. Aveva posato la sua borsa per terra e se ne stava li' fermo.

"Sta aspettando me", pensai. Che noia dare spiegazioni e chiedere scusa. Ma camminai diritto verso di lui, senza tentennare.

Quando mi vide avvicinarmi, lui presse la sua borsa sotto braccio e comincio' a camminare verso di me. "Signore! Avrete qualche altra domanda a farmi?" Ero meravigliato per la sua delicatezza ed educazione nel domandarmi. Ma quello che era accaduto poco prima non mi incoraggiava a pensare in altro modo, e percio' - per sbarazzarmi di lui - gli risposi cortesemente: "No, grazie."

Lui cammino' ancora per un po' accanto a me e poi, come se avesse preso una decisione mi disse: "Io sono un ballerino del Balletto Nazionale Ungherese." Questa affermazione mi lascio' stupefatto. Cos'e' questo? Un biglietto da visita per fare conoscenza o un modo implicito per fare una proposta? "Mi dispiace ragazzo mio, ma non sono pronto a pagarti cento marchi." Lui apri' gli occhi stupito ed arrossi' nel viso dicendomi: "Mi scusi signore, chi ha parlato di denaro?! Mi offende dicendo questo, perche' io non sono un prostituto." Questa volta era il mio turno, di arrossire. Ci guardammo occhi negli occhi e capii che avevo fatto un grande sbaglio. Gli chiesi scusa e con lo sguardo c'intendemmo all'istante.

"Il mio hotel è qui vicino. Volete venire da me?". Lui accetto' e cosi' ci dirigemmo verso l'hotel. Per un momento ebbi un po' di perplessita' perche’ non conoscevo le usanze degli albergatori di Budapest, ma non accadde niente e cosi' arrivammo sani e salvi nella mia camera.

Era quasi buio nella camera, ma non accesi la luce. Mi piaceva far l'amore al buio e per di piu' non volevo che dalla finestra di un'altra camera qualche occhio indiscreto potesse vedere cosa accadeva nella mia stanza.

Lui lascio' la borsa e comincio' a svestirsi. Era una forma di strip-tease che mi eccitava. Rimasi a contemplare i movimenti di questa bella creatura che aveva almeno cinque anni meno di me. Per natura sono una persona timida e per questo mi svestivo piu' lentamente di lui. Con la coda dell'occhio vedevo il suo corpo bellissimo e muscoloso da ballerino; con i suoi movimenti plastici mi faceva impazzire dalla voglia di essere il piu' presto possibile insieme a lui.

Mi aveva rivolto la schiena, il che mi lasciava vedere il suo piccolo e bellissimo sedere. "Faccio una doccia " mi disse, ed entro' nel bagno. Io rimasi nell'estremita' del letto sforzandomi di capire se quello che stava accadendo era un sogno o la realta'.

Quando il rumore della doccia smise, lo vidi uscire con un asciugamano che nascondeva le sue parti delicate, creandomi una grande trepidazione e una furiosa curiosita'. Adesso toccava a me fare la doccia. Mentre mi insaponavo mi toccavo il cazzo eretto. Con la voglia spasmodica di fare l'amore con lui cha avevo addosso, temevo di venirmene subito, li’ stesso, sotto la doccia.

Quando uscii lo vidi semisdraiato nel letto con un lenzuolo a ricoprirgli la vita. Mi sdraiai accanto a lui, lasciando da parte l'accappatoio. Ero un po’ perplesso perche' non sapevo da dove cominciare. Ero piu' maturo di lui e per questo dovevo avere piu' esperienza. Ma, come mi accingevo a constatare, io ero un analfabeta davanti all'accademia del sesso che aveva lui. E cosi, fu lui a cominciare con un bacio lungo chiamato "alla francese", poi mi bacio' il viso, per andare piu' giu', sul mio torace, per finire sui capezzoli, dandomi molti brividi di piacere. Ma la parte piu' gustosa venne dopo, quando arrivo' nella parte bassa del mio corpo per gustarsi con la lingua la mia cappella, per poi inghiottirsi quasi tutto nella sua bocca calda e umida. Ero al settimo cielo quando comincio a pompare il mio cazzo con la bocca, ogni volta dandomi dei brividi degni del sesto grado della Scala Mercalli. Andava su e giu', chiudendo gli occhi come per esprimere il piacere che provava.

Sentivo che ero quasi pronto per eruttare il mio sperma nella sua bocca. Dissi che ero pronto ma lui nella sua estasi non voleva saperne. Cosi il vulcano del mio sperma colpi' la sua gola molte volte accompagnato da tanti miei brividi di piacere. Lui inghiotti' tutto con grande godimento ed esaltazione. Lecco’ le sue labbra e mi disse: "Sai che hai lo sperma cosi’ dolce..." Era prima volta che qualcuno mi diceva una cosa del genere, forse perche’ avevo avuto fino ad allora a che fare con ragazzi inesperti nella materia. Da noi e piu' usato il classico coito, mentre certe forme di sesso raffinato vengono esercitate di rado.

Ormai era il mio turno di dargli la sua soddisfazione. Cominciai anch'io a ripetere le sue lezioni baciandogli il torace e i capezzoli, mordendoglieli un po'. Vedevo che gli piaceva. Andai piu' giu' per trovare il suo cazzo in piena erezione. Lo vedevo da vicino. Era un bel cazzo giovanile, potente e robusto, che veniva voglia di prenderlo e non lasciarlo mai piu'.

Il suo cazzo aveva ancora l'odore del sapone che aveva appena usato ed era molto invitante. Cominciai a leccarlo e trovai che era una cosa piacevole. Volevo fare questa cosa in un modo sofisticato per svelare il mio talento e confermare la fama di maschi caldissimi di noi uomini mediterranei.

Ma il mio handicap era che mi venivano forti conati di vomito se lo prendevo in bocca; non potevo farci niente. Ma non volevo essere bocciato in questo esame. Aprii la bocca e presi la sua cappella. Tentai di mantenermi il piu' a lungo possibile a questa distanza che consideravo accettabile, avendo paura di andare piu' in la'. "Non è un grande cazzo," mi disse in inglese. Anche io lo sapevo, ma la mia esperienza mi consigliava di essere prudente. "I am a bad cock sucker!" gli risposi e lo ripresi in bocca ancora una volta. Lui pose la sua mano sopra la mia testa e diede una forte spinta in avanti, facendo arrivare il suo cazzo profondamente nella mia gola. Ebbi la sensazione di strangolamento. L'ossigeno non arrivava ai miei polmoni e ci manco’ poco che vomitassi, ma non lo feci.

Poi mi lascio’ libero sicche’ io stavo per fare uscire il cazzo dalla mia bocca, ma con un nuovo colpo di reni mi fece tornare nella posizione precedente. Questa volta mi veniva piu' facile renderlo in bocca, ma non posso dire che avevo preso gia' l'abitudine. Questa fu comunque l'ultima volta perche’ la mia gola era piena del suo sperma. Era un po' amaro e cosi' lo tenni in bocca per poi sputarlo nell'asciugamano. Lui rideva e io capii di non avere superato l'esame. "Vedo che l'hai fatto per la prima volta," disse il "Professore" ed io lo ammisi.

Lui sorridendomi si avvicino' e mi bacio' con tanto fervore. Questo mi diede il coraggio per continuare. L' avevo ancora eretto e non volevo in alcun modo perdere quest'occasione che questo ragazzo mi aveva dato. Per questo passai la mia mano sotto di lui per arrivare fino il suo caldo buchino. Forse questa lezione la conoscevo meglio e cosi' potevo almeno dire in giro che non ero totalmente analfabeta. "Ce l'hai un preservativo?" mi chiese. Io non ero preparato per incontri di questo genere e cosi' non avevo niente appresso. Lui prese i suoi pantaloni e ne ne estrasse un pacchettino dalla tasca, porgendomene uno.

Rivestii con il preservativo il mio cazzo sotto gli occhi allucinati del ballerino in ammirazione della grandezza del mio pene. I preservativi erano gia' lubrificati, ma per me questo non era abbastanza, per questo misi un grande quantita' di saliva sul suo buchino, e lui uso' il suo dito per preparasi ad aspettare l'amichevole entrata nel suo buco.

Fatto questo, si mise in una posizione adatta per essere inculato, alla pecorina. Vedevo che era collaborativo, tanto che con le sue dita si apri' il culo per facilitarmi l'operazione. Misi il mio cazzo sul suo buchino e sforzandolo un po' sentii presto che la testa del fallo era entrata senza molta difficolta'. Un altro sforzo e il cazzo entro completamente. Lui non disse niente. Cominciai a pompare, ma questa posizione non mi piaceva perche’ durante il coito volevo vedere il suo bellissimo viso, in maniera da eccitarmi ancora di piu'. Gli chiesi quindi di girarsi. Misi le sue gambe sopra le mie spalle e lo inculai nuovamente ricominciando di li' a poco a pompare con ancora maggiore foga.

Vedevo che stava sudando, forse per via della camera troppo calda o per la posizione poco comoda. Cominciai a baciarlo, mentre continuavo a pompare. Ero cosi eccitato con lui. Forse era la prima volta che stavo fottendo un cosi bel ragazzo da sogno. il suo sorriso, i suoi occhi blu allucinati mi infuriavano, dandomi una forza straordinaria nel coito. Era una lunga e piacevole azione che non volevo finisse mai. Ma come ogni cosa anche questa fini' con un'abbondanza di sperma che purtroppo finiva nel cappuccetto del preservativo, limitando il piacere di lui.

Avevo finito, ma eravamo sfiniti tutti e due. Mi liberai del preservativo e rimasi accanto a lui con la mano sopra il suo torace. Mi ricordai che volevo provare anche il suo cazzo, ma quello era gia' sfinito. Provai a farlo risorgere ancora una volta ma senza successo. "Lasciami, ti prego," mi ha detto. "Sono sfinito. Lasciami la sensazione del tuo meraviglioso coito. Lo ricordero a lungo tutto questo che abbiamo fatto insieme.

Dopo un momento trasali', dal momento che aveva ricordato qualcosa. Guardo' l'orologio e balzo' in piedi. "Che cosa c'e?". "Merda. Dovevo essere un'ora fa alle prove. Sono sicuro che il mio maestro di ballo si infuriera'"

Mentre parlava si vestiva rapidamente. Presi la borsa e ci baciammo un'altra volta. "Ma non fa niente. Grazie per questo tempo che abbiamo passato insieme. Non lo dimentichero'."

Quando rimasi solo, ancora sotto l’ebbrezza causata dalla sua bellezza, mi ricordai che non gli avevo chiesto il nome ne' il numero di telefono. Al mio successivo ritorno a Budapest, il ragazzo della portineria dell'hotel mi disse: "Signore, dopo la sua partenza e' venuto un ragazzo biondo e ha chiesto di voi." "Ha lasciato qualche messaggio per me?" "No. Mi dispiace."

Allora uscii passando per la stazione della metropolitana con la speranza di incontrarlo ancora. Ma no. La fortuna viene solo una volta.

Arbi3x@hotmail.com

Ringrazio Figo che mi ha aiutato nella stesura e nella pubblicazione di questo racconto.

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25 Gay Erotic Stories from Arbi

Bossi

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Cikli i kënaqësive

Këtë vit vapa filloi më shpejt se zakonisht. Dielli ishte përvëlues dhe mjekët këshillonin të qëndroje në hije, pasi vrima e ozonit ishte e madhe dhe mund të sillte gjithëfarë rreziqesh. Megjithëatë njerëzit nuk donin t’ia dinin dhe mbushnin plazhet nga të katër anët. M’u mbush mendja edhe mua që të shkoja disa ditë në plazh. Një kushuriri im, kish shkuar me familjen kështu që nuk do

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Detyra e kursit me Marinsa

Në klasën tonë kemi kryesisht vajza dhe vetëm katër djem. Tre janë nga Tirana dhe njëri nga Durrësi. Atë e quajnë Kujtim, por të gjithë e thërrasim Timi. Është një djalë i këndëshëm, shtat hedhur, me flokë të gjatë e sy të qeshur. Vajzat lënë kokën për të dhe ai nuk ia përton t’i kënaq të gjitha. Kjo do të thotë se është i dashur e i sjellshëm me ta. Të themë të drejtën e kam zili,

Etja Per Te Rene

Kam disa shokë që janë tifoza të mëdha deti. Edhe tani që stina ka kaluar, por që moti është ende i nxehtë, ato nuk lënë të djelë pa shkuar në plazh. Më thanë se kishin gjetur një plazh të ri shumë të bukur dhe mua m’u mbush mendja për të parë ende pa u ndyer nga vizitorët. Vërtet ishte bukur. Atë ditë deti ishte i qetë e çuditërisht nuk frynte erë. Aty këtu kishte familje, të

Fredi

Atë ditë sa nuk po fluturonja nga gëzimi. Një ëndër e vjetër më së fundi më ishte plotësuar. Një kushuri joni, më kish dërguar një impjant muzikor prej 100W, të cilin sapo e kisha tërhequr nga dogana. Tricikli, me të cilin e transportova, kish ndaluar para hyrjes së pallatit dhe unë po paguaja shoferin. Po mendoja si do t’i hipja deri në katin tim ato dy arka, që nuk

IT'S SO BIG...

Kisha pak kohë që isha stabilizuar në atë qytet. Gjithëçka më kishte shkuar mbarë, pasi kisha gjetur një punë, kisha marrë shtëpi me qira dhe jeta ime prej të emigruari po merrte për mbarë. Qyteti ishte i këndëshëm , pasi naltohej në një kodrinë gjithë vila, përkundrejtë të cilave kishe një pamje mahnitëse. Pëpara ishte lumi i gjërë i mbushur me gjithëfare anijesh qe ngjiteshin e zbrisnin në

Jim and John

Gjoni ishte një djalë i bukur , me flokë të verdhë e sy të kaltër. Ishte rritur bjeshkëve, ashpërsia e të cilave çuditrisht nuk kish ndikuar shumë në karakterin e tij. Familja ishte e madhe për nga robtë, por ato tani ishin shpërndarë me shpresë se do të punonin e do të siguronin një jetë në të mirë. Disa ishin në Gjermani, të tjerë në Itali dhe njeri kish arritur të shkonte në

Jo aq keq

Ari ishte djalë i vetëm, kështu që në shtëpi ia plotësonin të gjitha teket. Kur mbushi 18 vjeç, i jati i bleu një Mazda të bukur sportive, që mund të kishte prejardhje të dyshimtë, por që ia plotësonte qejfin djalit. Kjo sikur i kish dhënë krah dhe e bente të dallueshëm ndër shokët. Duke qënë se ishte i bukur dhe me xhepin plotë, nuk i mungonte suksesi ndër vajza, të cilat i

Kur Kërkon T'i Gjesh Fundin

Jeta ka histori që kur i shkruan duken krejtësisht të pabesueshme. Janë trillime mund të thotë çdonjëri dhe për ketë mund të ketë të drejtë, pasi kur shkruajnë të gjithë trillojnë nga pak. Por këtu nuk ka shumë vend për të trilluar. Kisha nënën të shtruar në spital. prandaj më duhej të shkoja disa herë në ditë për t‘u përkujdesur, si edhe për t’i shpënë ndonjë gjë që ajo pëlqente.

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Shenim: Personazhet e ketij tregimi jane te trilluar dhe çdo perkim është thjeshte nje rastesi. Ne ushtri shkova me deshiren time. Me pelqente ai mjedis djemsh, midis te cileve mund te gjenja mjaft miq te mire. Kisha ne Ministri nje te njohur, i cili me rregulloi ne nje repart ne rrethin e qytetit tim. Por pervoja e diteve te para me beri te pendohem. Ne repart kishim nje djale si vajze dhe

Në emër të ...

Polici Atë mbrëmje isha i mërzitur. Kisha një detyrë kursi për të kryer, por ajo s'po më ecte. Thash të dilnja një herë për t'u qetësuar e pastaj t'i kthehesha punës. Po shetisja buzë Lanës, kur arrita tek kinema "Agimi" në të cilin shfaqeshin filma porno. Megjithëse banoja aty pranë s'më kish rënë. Bleva biletën dhe u futa mbrenda. S'mbahej mend sa kohë kisha pa shkuar në kinema.

Nje dashuri e tille

Në jetë më ka ndodhur shpesh që të kemë miq të rastit, që e kemi kaluar mirë së bashku, por asnjëherë nuk më ka ndodhur që të bije ne dashuri me ta. Gjithëmon mendoja se dashurija gej është diçka e trilluar për të krijuar emocione të paqena. Por rasti e solli të ndeshem me një dashuri të madhe e të sinqertë, megjithëse kjo i përkiste të tjereve. Një ditë gjeta në messangerin tim

Nje histori e çuditshme

Klasa e tyre ishte karakterizuar si ajo e djemëve të bukur. Por ndër ta Flori binte më shumë në sy. I gjatë, i hijshëm, me një fytyrë engjëllore të bënte menjëherë për vete. Vajzat i ngjiteshin pas dhe ai nuk hezitonte t’ua bënte qejfin të gjithave. -Hajde Flori, hajde. Ti je ku rafsha mos u vrafsha. Kështu i thonte Lori një mik i tij i ngushtë. E Flori qeshte jo pa kënaqësi. Por midis

Nje Histori Pariziene

Ndodhesha në Paris që prej një jave, ku kisha shkuar për të bërë një specializim. Me kishin sistemuar ne nje fare hoteli konviktorësh punëtorë, ku ishin edhe shumë studentë të huaj që beni periudha të shkurtëra stazhesh studimi. Muret ishin prej kartoni kështu izolimi i ulët të lejonte të dëgjoje seç bëhej në dhomën ngjitur. Dhe mua më binte të dëgjoj një muzikë monotone të një

Një natë me shi

Kisha shkuar në atë qytet të skajshëm, për një për një punë personale. E kisha bezdi vajtjen, se komunikacioni ishte i keq dhe vallë hotelet do të ishin të rahatshëm, që të më ofronin mikpritjen së paku për një natë. Por për fat gjithëshka më eci mbarë dhe punën e mbarova shpejt. Kështu, që shpejtova në sheshin ku niseshin makinat, për t’u kthyer në shtëpi. E doja këtë edhe, sepse

Nje pice e jashtezakonshme

Ate mbremje nuk kisha asgje per darke. Koha ishte e keqe dhe frynte ere e ftohte. Kjo me bente te pertoja per te dale dhe ne raste te tilla gjeja me e mire eshte te porosisesh nje pice te ngrohet qe ta sherbejne ne shtepi. Pastaj te ulesh prane televizorit per te ndjekur fjalimet, pasi nuk ka program tjeter interesant, perveç ndonje filmi te viteve 50 apo teleromaneve qð nuk durohen. Por per fat

REDI

Redi ishte një djalë i kendeshem flokë zi e sy zi. Sytë i kishte si gozhda të cilat të nguleshin sa here që e shihnje. Dhe kjo kish bërë të qëllonte shpesh një shenjën e zgjedhur prej tij. Bile atij i dukej e pabesueshme se si djemë të cilët mburreshin për vajzat që kishin shtirë në dorë, përfundonin me një djalë dhe ia ndjenin lezetin. Të gjitha këto sekrete të heshtura, Redi ia tregonte një

Roja

Atë natë bënte shumë ftohët. Ngrica kishte pushtuar vendin. Të gjitha pellgjet kishin ngrirë dhe një erë e ftohët të fshikte fytyrën. Kisha ngritur jakat e palltos dhe isha mbërthyer për të gjetur pak ngrohtësirë, por balli më ishte bërë gurë e veshët më dukej sikur do të më binin. U ngjita shkallve të apartamentit me një frymë dhe në koridor të katit tonë pash një ushtar tepër simpatik, i cili

Të gjithë kanë një herë të parë

Të gjithë kanë një herë të parëTë gjithë kanë një herë të parë, por shumica nuk do që ta kujtojë, pasi mendojnë se po të mos ishte ajo, ato do të ishin ndryshe. Dikujtë i ndodh krejtë rastësisht, të tjerë e përgatisin me kujdes deri sa t’i arrijnë qëllimit. Mua më ndodhi krejtë rastësisht, në daç besojeni në daç jo. Sigurisht, më kish rënë rasti

Telepatia

Kjo histori filloi krejt rastësisht. Një miku im i huaj më tha se kish parë në një gay net adresën e një djaloshi shqiptarë që e quanin Miri. Ka shumë djem që i drejtohen neteve të huaja, për faktin se nuk ka nje gay.net shqiptare, ose për shumë arsye parapëlqejnë të huajt me shpresë se ndonjëri prej tyre do të tregohet aq zemërgjërë sa t’i marrë në vendin e tyre. Sigurisht vendin

Una storia parigina

Ho letto il racconto di Figo "Ahmed" che mi ha fatto ricordare una piccola storia parigina che mi e' accaduta veramente pochi anni fa. Ero a Parigi da una settimana per un corso di specializzazione. Mi avevano sistemato in una specie di hotel convitto per i lavoratori e vi erano molti studenti stranieri che facevano brevi periodi di stage. I muri erano di cartapesta e quindi si

Ustai

Pranë shkollës sonë ishte një dyqan i vogël që merrej me kopjimin e çelsave. Unë kaloja për ditë aty pari dhe pothuaj gjithënjë do të gjeja ustain, që më shikonte ngultas. Nuk i kisha dhënë rëndësi kësaj gjëje, pasi nuk është e ndaluar të shohësh e aq më tepër ai ishte në punën e tij unë në timen. Ndonjëherë kur shikoja nga ai, më buzëqeshte e unë ktheja kokën nga ana tjetër. Herë

Xhepi i grisur

Tani preku me dorë pallën e tij dhe me nja dy levizje e bëri të ngrihej e të forcohej gur. Me ke do ta bente atë natë. Filloi të sillte nepërmend djemtë e lagjes, ndër të cilët i pëlqente shumë njëri që stërvitej për futboll, por me të e kish bërë shumë herë me mend, megjithëse ai ishte krejtësisht stright. Pastaj u kujtua për një djalë të këndëshëm që kish njohur në bibliotekë. Ai

Zbulimi i madh

Mbrëmja po vinte me shpejtësi dhe Iri kish mbetur ende rrugëve. Atë mëngjes kish ardhur që të regjistrohej në shkollë, por kjo nuk kish qënë aq e lehtë sa kish menduar. Kështu që ishte sorollatur deri në këtë orë kur i gjithë trafiku bije dhe është vështirë të udhëtosh. Ai rrinte duke nxjerr dorën para veturave, me shpresë se ndonjë shpirtëmirë do të ndalonte e do ta merrte. Por

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