Gay Erotic Stories

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Caldi incontri in un'estate torrida

by Mizu


I. Vecchie conoscenze. II. La cena. III. La sorpresa. IV. Il sesso. V. Conclusione. Cap. I Vecchie conoscenze. Di certo non mi sarei aspettato che uno spento Agosto si trasformasse in quel delirio di sensualità che mi sto accingendo a raccontarvi. A inizio mese mi chiamò Alessandro, che chiamerò Ale, per dirmi che era tornato a Roma dopo circa 14 anni passati all'estero. Lui avrebbe voluto ristabilirsi qui ma molto dipendeva da lavoro che avrebbe trovato; stava vagliando diverse proposte e temporaneamente alloggiava da una zia. Eravamo restati in contatto, anche se solo attraverso sporadiche chiamate al telefono, e poi, nell'epoca telematica, qualche e-mail ogni tanto, come segno di vita. Eravamo andati al Liceo insieme, e devo dire che mi aveva sempre intrigato. Un tipo riservato, di poche parole; ma quelle poche che gli uscivano di bocca erano di un'intelligenza viva e piacevole. Un corpo proporzionato che però non era stato mai ostentato, due occhi di un verde tendente al blu ed un aria di distacco dai problemi di noi altri adolescenti. Si indovinava una personalita’ molto forte ma solitaria. Il solo problema, se problema si puo’ chiamare, erano le canne che si faceva gia’ di prima mattina. Il suo sguardo a lezione era spesso perso ma forse per questo alquanto fascinoso. Mi ero sempre chiesto se fosse gay, ma non si e’ mai avuta nessuna occasione per chiarire il mistero. Io lo ero e all'ultimo anno non ne facevo più mistero. Cosi’ mentre con gli altri maschi della classe si era creato un certo attrito, con Ale ero rimasto in buoni rapporti anche se superficiali. Ogni tanto mi ero masturbato pensando a lui, cercando di indovinare il suo comportamento nei momenti di trasporto sessuale. Poi il Liceo era finito, suo padre per lavoro era andato all'estero, e quindi la famiglia in blocco si era trasferita. Università poi il lavoro, un percorso diciamo normale; ed ora era tornato e si era fatto vivo con me. Ne fui lusingato. Decidemmo cosi’ che ci saremmo visti presto per aggiornarci sugli avvenimenti degli ultimi anni. I ricordi si fecero più netti quando sentii la sua voce al telefono e la sera stessa non potei rinunciare ad impugnare il mio cazzo duro e segarmelo ripensando all'Ale di 14 anni prima. Dopo essere venuto, con le dita raccolsi lo sperma sulla mia pancia e le leccai, pensando che quel seme fosse il suo. Poi una strana coincidenza… Qualche giorno dopo mi rifugiai nell'aria condizionata di un supermercato molto fornito e ne approfittai per fare un po’ di spesa: il 15 agosto si avvicinava e volevo fare scorta del necessario per non dover poi girovagare nel deserto alla ricerca di questo o quello. Mentre spingevo il carrello sento una mano sulla mia spalla ed una voce che fa: " Marco, non ci posso credere …" . Mi girai e dopo qualche secondo di smarrimento riconobbi Paolo, il maschio sciupafemmine, anche lui un ex-compago del Liceo. " Paolo ! Incredibile, dopo tanti anni …". Non mi era troppo simpatico ai tempi; il suo atteggiamento da macho portato all'eccesso, quel cominciare a sbavare dietro qualunque femmina che avesse avuto il primo mestruo. E’ vero che era sexy da morire, come peraltro lo era ancora; ma quell'atteggiamento da maschio con solo un chiodo fisso nella mente aveva creato delle distanze tra noi. Ci ignoravamo reciprocamente; anche se piu’ di una volta avevo spiato nel modo piu’ discreto possibile le sue erezioni nell'ora di matematica; la professoressa, una giovane napoletana con due belle tette gonfie, occhi scuri e sensuali ed una bocca carnosa non lo lasciavano insensibile. Piu’ di una volta, nella pausa era rimasto piu’ a lungo al cesso, ed io immaginavo perche’. Un giorno riusci’ a farmi ridere perche’ ci confesso’: "Aho! A matematica non ci sto’ piu’ a capi’ una mazza …". Ed eccolo li’ al supermercato, dopo anni ed anni senza mai incontrarci una volta, neanche per sbaglio. E mi sorrideva, cosa che non era mai successa in quegli anni al Liceo. Ricambiai e cominciammo a raccontarci degli ultimi anni di vita, come le signore dello stesso quartiere fanno sugli ultimi avvenimenti. "Sei ancora frocio …" mi chiese ad un tratto, ma con dolcezza che non la presi male, e col sorriso risposi: "Sempre dippiu’. E tu sempre ottenebrato dalla fica ?". "E si, sapessi, un vero problema. Mi innamoro di tutte. E finora nessuna è riuscita a soddisfarmi e a convincermi ad un rapporto duraturo. Vado a comprare le sigarette e stravedo per la cassiera. Qui al supermercato … " e mi fece cenno di segurilo, " … vedi la banchista, che tette … ed i capezzoli duri a causa dell’aria condizionata .. guarda si vedono fin da quaggiu’’... E l'altro giorno, al lavoro e’ arrivata una nuova, una sventola che ho dovuto correre al bagno a calmarmi i bollori, senno’ chi lavorava piu’ …". " Come ai vecchi tempi allora ?! " feci io … Lui mi guardo’ prima con aria interrogativa e poi mi sorrise dicendo: "Scherzaci tu, tant'è che sono sempre single e gli anni passano … In famiglia mi fanno mille domande e mi chiedono come sia possibile che non riesca a stare con una donna più di 5 settimane. Ed io la’ a fare spallucce. Ma poi, per esempio, appena esco, nella macchina accanto alla mia ecco che vedo una bionda e vià, non ci capisco più niente, perdo la testa. Ma forse e’ meglio cosi’ … il matrimonio ...insomma... A proposito di matrimonio ... Lo sai che Gianni, e stato mollato dalla moglie dopo 9 anni di vita insieme ?!. Glielo avevo detto io di non sposarasi a 23 anni, che era troppo giovane … Anche se poi mica l'ha mollata lui. E’ lei che lo cornificava. Poveraccio. Sono passati pochi mesi ma non riesce a farsene una ragione e c'ha un muso lungo. Ci dovremmo vedere uno di questi giorni … Dai vieni anche tu !!! …". "Be’ ! " feci io " Non ci crederai, ma anch'io devo incontrare qualcuno di ‘noi’ nei prossimi giorni… Alessandro è tornato a Roma.". " Chi ? 'Er canna' ? " fece Paolo, " Dai, su, facciamo una rimpatriata a quattro, così magari Gianni si risollevera’ un po’ rievocando i vecchi tempi ". Grandi sorrisi reciproci e scambio dei numeri di telefono. Cap. II La cena. E cosi’ si comincio’ ad organizzare l'incontro. Andare a mangiare fuori non andava a nessuno poiche’ dopo tutti gli anni che erano passati, un luogo pubblico non sembrava adatto per abbandonarsi a ricordi, racconti e confidenze. Ale stava dalla zia quindi da lui non era possibile. Gianni era tornato dai suoi lasciando quell’appartamento troppo pieno dei ricordi di quella vita coniugale che gli era crollata addosso. Al telefono chiesi a Paolo che aria tirasse a casa sua e lui: ” Marco, da me e’ un bordello, non ce la faro’ mai a mettere a posto per domenica, non mi fare entrare in crisi ...”. Allora cercai di immaginarmi l’antro di quella ‘bestia’ ossessionata dal sesso e quasi ridendo gli risposi: “ Dai, va’ bene da me, anche se il condizionatore é rotto e non so se ce la faccio a farlo riparare prima di domani sera ...”. “ Eh! Ma che ce frega del caldo, l’importante e’ rivedersi, no ?!”. “ Si! ” risposi “Sono proprio contento di rivdervi tutti ...”. Ed ero sincero. Il mese era cominciato sottotono. A luglio mi ero mollato con il tipo con cui ero stato gli ultimi sei mesi. Le vacanze me l’ero gia’ giocate a maggio e così mi accingevo a trascorrere il mese di Agosto sperando solo in qualche furtivo incontro sessuale, e niente piu’. Invece ora ero eccitato come una pulce all’idea di rivedere Ale, di poter consolare Gianni e di respirare a piene narici la mascolinità di Paolo che era talmente cambiato da essermi simpatico. Il tempo scivola via cosi’ veloce e la sera della cena arrivo’ in un batter d’occhio. La mattina feci un po’ di spesa quasi curioso di vedere se avessi incotrato qualcun’altro. Il pomeriggio una siesta di qualche ora e poi un pò in cucina a prepare qualcosa di buono da mangiare freddo la sera. Doccia, barba etc. ed eccomi pronto ad una serata diversa. Il primo ad arrivare fu Paolo, in pantaloncini e canottiera, perche’, non sia mai, il suo corpo doveva esser visto e non importava da chi; poi magari anche perche’ la mia paranoia sul condizionatore doveva avergli fatto un certo effetto, che appena entrato mi dice: “ Ciao bello ! E’ si, fa’ caldino ... tieni...” porgendomi tre bottiglie di vino quasi congelate. Neanche cinque minuti dopo ecco che suona di nuovo: Gianni. Il viso era lo stesso, un pò stempiato rispetto ai bei tempi e nonostante il suo caloroso sorriso indovinai dalle occhiaie le difficoltà degli ultimi tempi. Belloccio come allora, ma non era assolutamente il mio tipo: troppo convenzionale... sempre tirato a lucido, il tipico bravo ragazzo. Anche adesso nonostante la normalità di quella maglietta bianca e dei pantaloni di tela mi dava la sensazione della persona precisa e un po’ pedante. Corpo sportivo, sorriso formale, belle parole ... Ma quelle occhiaie me lo facevano sembrare più umano, malgrado fossero il segno della sua sofferenza. Si comincio’ col rievocare i vecchi tempi cominciando con un aperitivo e quasi mi dimenticai che mancava ancora qualcuno. Dopo un pò di nuovo il citofono; poi il campanello. Apro la porta. Madonna santa! Ale ... Era diventato più bello di quanto non avrei potuto immaginare. Una camicia di lino verde acqua come i suoi occhi e un bel sorriso. Capello corto nero, dove però si vedevano senza difficoltà i parecchi capelli bianchi sulle tempie. “ Uhe !!!!” fa’ Paolo “ Sei proprio tu ! “ “Quanto tempo e’ passato... Accidenti...” fece lui. Anche Gianni si avvicino’ ed il suo sorriso sembro’ finalmente sincero ... A tavola tutti... L’atmosfera si fa piacevolissima. Il vino scorre. Il caldo non cala. La fronte di Gianni si imperla di sudore mentre ogni tanto alle mie narici arrivano gli odori di maschio di Paolo. Ale che ho difronte sembra essersi davvero imbellito nelle fredde brughiere del Nord Europa. Ad un certo punto eccolo li’, il vecchio Ale tira fuori il tabacco e comincia la costruzione dell’oggetto che per anni era stato il suo simbolo. Noi altri siamo scoppiati in un riso quasi isterico; ed anche lui, capita la ragione ci a raggiunto nel nostro piccolo delirio dato dal vino e dal caldo. III La sorpresa. Gianni ad un certo punto sbotta: ” Non ce la faccio piu’, ho troppo caldo, non vi dispiace se mi tolgo la maglietta ?!?!” . Ed io: “ Dai non fare troppo il formale che non c’é proprio problema ...” . Paolo annuisce, fiero comunque della sua previdenza: canottierina sexy e shorts aiutano. Ale ci passa la sua sigaretta appena rollata e tutti la fumiamo. Gianni deve aver superato non poco inibizioni per fumare uno spinello. Ci spostiamo in salotto, ma il caldo ci obbliga ad evitare divano e poltrona e tutti ci mettiamo sul parquet; chi quasi sdraiato, chi seduto come Gianni che a gambe incrociate cerca di mantenere comunque un certo contegno ora che é a torso nudo, esibendo una peluria bionda che di tanto in tanto non posso far a meno di ammirare. Si continua cosi’, tra vino ed i cannoni di Ale che rolla senza tregua, a raccontare e a delirare un po’. Anch’io cedo al caldo e mi tolgo la maglietta. E proprio li mi accorgo di uno sguardo un po’ diverso di Ale. Mi sento bruciare dentro. Il vino,il fumo, la compagnia e non ultima la temperatura del mio appartamento contribuiscono a farmi sentire come non mai. Mi sembra che anche Gianni stia apprezzando la situazione; ride e dice un mucchio di stronzate; ogni tanto chiude gli occhi ed annuisce semplicemente ad ogni cosa che viene detta. Solo Ale, che probabilmente e’ abituato a tali cocktail, sorride ma non sembra aver perso alcun controllo a parte il fatto che comincia a sudare vistosamente. Ad un certo punto cede anche lui e si toglie la camicia e sorpresa, ai capezzoli ha degli anelli. Io guardo e mi vengono mille idee e domande mi turbinano in testa. Paolo, intrigato gli dice: “ Fico ! Ma ha una funzione erotica o solo estetica ?!?”. “Tutte e due.”. Risponde Ale toccandosi gli anelli. “ Vero !!!” annuisce Gianni che oramai sembra tutt’altro che un bravo ragazzo, ma e’ tanto piu’ carino cosi’ ... Io sono confuso, sara’ o non sara’ gay sto’ Ale .. Certo due anellini non significano niente; ma gli sguardi di stasera mi stanno facendo impazzire... L’ennesima sigaretta mi viene passata da Gianni che orami sorride come un bimbo. Al che’ Paolo si alza e dice: “ Vado a comprare le sigarette che le ho finite, che non ce la faccio più a fumare le tua roba...”... rivolgendosi ad Ale; che gli risponde: ” Ho del tabacco, te ne rollo una normale, se vuoi...”. “No, non ti preoccupare, vado qui all’angolo che c’é il tabaccaio con il distributore...” . Gli chiedo se ne puo’ comperare un pacchetto anche per me; annuisce e barcollando un po’ si avvia. Rimaniamo in tre. Ale mi guarda fisso negli occhi e ed io non capisco piu niente. Devo essere diventato rosso come un peperone. Gianni con gli occhi socchiusi fa’: ” Chi vuole un’altro tiro ?!...” Ale si alza gli si avvicina, prende la sigaretta ma la spegne sul portacenere. Si inginocchia accanto a Gianni e davanti a me che guardo incredulo non sapendo se stò di fuori o no, gli prende la testa tra le mani e lo bacia in bocca”... Gianni aprendo gli occhi, dopo che Ale si e’ staccato dalle sue labbre mormora “ Ohhh ...cazzo ... che bello ... si dai ...”. Penso che in quel momento mi siano usciti gli occhi dalle orbite per poi ritornarci come in un cartone animato. Lo sguardo di Ale mi folgora nuovamente e io invece resto come un ebete. “ Vieni qui vicino ” mi fa, “ su, Marcolino, dai ...”. Intanto Gianni s’e’ allungato sul parquet e senza più ridere guarda Ale. Mi avvicino e Ale mi fa sedere a terra. Mi mette una mano dietro la testa e mi avvicina a lui. Le sue labbra umide si posano sulle mie ed la sua lingua bollente cerca il varco. Io sono stupito, ma l’eccitazione cresce e sento la mia asta che cresce pure lei; mi viene duro in pochi secondi mentre l’odore di Ale mi inonda e i corpi si sfiorano. Con l’altra mano mi cinge e mi avvicina a lui. I capezzoli con gli anelli toccano il mio torace mentre gusto il sapore della sua bocca. Gianni per terra ci guarda e commenta ridacchiando: ” Ma guarda un pò sti’ froci ...” e si si tocca il pacco oramai visibile nei leggeri pantaloni di tela. Allorche’ Ale, che sta’ guidando il giuco fin dall’inizio, mi stacca dalla sua bocca e mi spinge la testa verso l’inguine di Gianni che a questo punto non dice più niente, anzi si sbottona i pantaloni e se li cala sulle cosce. IV Il sesso. Mi ritrovo cosi’ a quattro zampe davanti uno slip gonfio che emana un forte odore di muschio. Rimango un paio di secondi senza far niente e poi ecco che Gianni con una mano si abbassa l’elastico delle mutande portando alla vista un’asta dritta e gia’ scappellata e due grosse palle un po’ pelose. Sento l’alta mano che si poggia sulla mia testa e mi spinge giu’. Prendo il suo cazzo in bocca: prima la cappella su cui faccio roteare la lingua provocando un “Mmmhhhh” di piacere e poi stringo le labbra attorno a quel palo venoso e caldo. Gianni ha un bel cazzo, massiccio, dritto e con una cappella ben disegnata, ma sono le grosse palle che mi hanno colpito. Intanto sento armeggiare dietro di me, ed ecco che Ale mi slaccia i pantaloni e me li abbassa fino alle ginocchia, limite obbligato dalla mia posizione di quadrupede. Le sue mani mi palpano le chiappe mentre io faccio su e giu’ sul cazzo di Gianni con un ritmo datomi dalla sua mano. “ Cazzo ... si dai ciuccia cosi’ ... aahhh ... e’ una vita che non me lo fa’ nessuno ... aahhh ...”. Sento la punta del cazzo di Ale, che non ho ancora visto, che mi fa’ su e giù tra le chiappe e ogni tanto si ferma e spinge sul mio buchetto sudato. Lascio per un attimo l’asta di Gianni che pero’ mantiene la sua mano sulla mia nuca, e mormoro ad Ale, senza girarmi: “ Accanto al letto, nel cassetto del comodino ho tutto il necessario ...” e mi rimetto al lavoro, questa volta cominciando da quelle palle leccandole e prendendone una alla volta in bocca, mentre con la mano stringo l’asta provocando ancora dei: ” Aahhh... mmmhh... cazzo ...”. Suona il citofono, sto’ per girarmi ma sento che Ale apre il portone e anche la porta di casa; allora mi riconcentro sul cazzone che ho davanti, alternandomi tra l’asta e le palle e ogni tanto allungando le slinguazzate al di sotto dei coglioni come a voler raggiungere il buchetto, ma senza farlo;intanto quello che credevo un’etero depresso che necessitava di conforto sembra aver preso gusto a questo tipo di consolazione e continua a mugolare con gli occhi semichiusai. Intanto dietro di me pare l’azione non si sia fermata...Sento il rumore dell’involucro del preservativo che viene strappato e un dito pieno di freddo gel che mi unge il culo. Il dito entra ed esce e comincia un va’ e vieni di qualche secondo e poi arriva la mazza di Ale che comincia una lenta penetrazione mentre continuo a pompare il ‘maritino triste’. Non so quant’e’ grande l’asta che mi sta’ infilzando, ma non sembra finire piu’ e centimetro dopo centimetro mi sento sempre più dilatato. Deve essere un’attrezzo notevole perche’ mi sento riempito e comincio a colare dal cazzo che si contrae a scatti per il troppo piacere. Ale comincia a fare su e giu’ provocando in me un godimento tale che sfogo sull’asta che ho davanti pompando come un disperato. Si sente sbattere la porta. E’ Paolo che torna e dal corridoio comincia a parlare: “ A Raga’... stavo pensando che...” ... “Ma che cazzo ...” ... Paolo... mi ero dimenticato di lui, travolto da quella frenesia sessuale. Mi stava alle spalle e quindi non potevo vedere la sua faccia. Come avrebbe reagito mi sono chiesto improvvisamente. Intanto si sentivano i miei rumori di suzione, il respiro pesante di Ale, il rumore del suo corpo che batteva contro il mio culo e Gianni, che incurante di Paolo continuava con i suoi bisbigliati “ Aahhh ... Mmhhh...Siii...”. “ Ma brutti recchioni di merda...” ... Mi aspettavo di sentire la porta sbattere e che quell’etero fottifemmine se ne andasse, invece niente, Ale continuava a farmi il culo mentre continuavo a ciucciare Gianni che mugolava come un cucciolo. Ad un certo punto la voce di Ale, fredda e dominante: “ Allora che fai ?!. Vieni qua.”. “Sdraiati ...” e li’ di nuovo il rumore dell’involucro del preservativo. Ale si ritira dalle mie viscere con un rumore sordo e lasciandomi un gran senso di vuoto che non riesco a trattenermi e lasciato il cazzo di Gianni mi giro e guardo che succede. Paolo e’ allungato per terra, completamente nudo, con un cazzone ancor più massiccio di quello che stavo succhiando, dritto verso il cielo e pulsante d’eccitazione. Li’ vicino Ale in ginocchio ma con le natiche sui talloni, anche lui con una favolosa mazza, la piu’ grande e lunga di tutti noi quattro, ma ancora inguainato nel lattex, che si mette a srotolare un nuovo preservativo sul cazzo del chiavafemmine. Sempre a bocca aperta per la situazione inaspettata e col cazzo che cola ininterrottamente guardo e mi chiedo che potra’ succedere ancora. Tutti gli sguardi sono su di me: Gianni che si e’ tirato su tenendosi sui gomiti, Paolo allungato con l’asta che pulsa in modo osceno ed Ale che con quello sguardo potente continua a manovrarci come burattini mi dice: “ Vieni ad impalarti su questo bel cazzo, dai su!”. Gli occhi di Paolo hanno come un bagliore, mentre Gianni ridacchia. Come un automa mi sposto sulle ginocchia fino a quel corpo massiccio con quel manico di carne che non la smette di pulsare ad ogni contrazione del suo cuore. Alzo la gamba e sono a cavalcioni di Paolo, il cazzo mi struscia fra le natiche; allora mi sollevo un po’ e lo punto al mio orifizio. Il buco me l’ha già ben lubrificato ed allargato Ale e anche se ora cosi’ da vicino mi sembra che questo membro sia forse più largo ma meno lungo, non ho difficoltà ad infilarmelo lentamente mentre Paolo dice con voce affannata: “ Non ci posso crede ... Mi sto’ inculando un uomo ... aahhh ... che culo ... Oddio ... ma che m’avete fatto... Sto’ a diventa’ frocio pure io ?!? ... Oohhh ... si stringi... aahhh... cazzo...”. Gianni si avvicina a noi ed in ginocchio sembra non volersi perdere niente dello spettacolo; con una mano fa su e giu’ sul suo membro, mentre con l’altra mi palpa le chiappe o stringe le palle di Paolo che continua monotonamente a ripetere: “ Cazzo... cazzo...”. Ale, sempre con il palo drittissimo si accende una sigaretta, una normale questa volta, e e ci guarda mentre giuoca con gli anellini tirandoli un po’. Gianni si sposta e in ginocchio si mette con il culo proprio sulla faccia di Paolo che mormora senza troppa convinzione: “ Che cazzo fate...”. Allora mi allungo un po’ sul corpo che mi sta’ fottendo e riesco a prendere di nuovo in bocca il cazzone biondo di Gianni le cui palle sballottano proprio davanti la faccia di Paolo. La cosa si fa’ ancora piu’ incredibile: mentre vengo fottuto da Paolo, quest’ultimo comincia a slinguazzare le palle di Gianni e con le mani gli allarga le chiappe e comincia a giuocare con il suo buco e cercando di infilargli le sue dita che inumidice di saliva. Gianni ridendo dice: “ Non é possibile... aahhh... si succhiami la cappella...” a me, “ spingi dentro quelle cazzo di dita ... si le palle ... succhia le pallle ... mmhhh ...” a Paolo “ si giù in gola ... aahhh”... si... le palle ”. La doppia azione sembra piacergli e con le mani che sono libere si pizzica i capezzoli. Ma ecco che quel diavolo di Ale non si lascia scappare l’occasione di portare la cosa verso l’esagerazione e dietro di me lo sento che cerca la doppia penetrazione accanto alla mazza di Paolo. Vorrei dire qualcosa, non so cosa, ma con il cazzo di Gianni in bocca rinuncio ad ogni tentativo. Mi sento dilatare, ho l’impressione che mi si stia per strappare l’anello di muscoli del mio buco, ma Ale e’ proprio esperto; a forza di gel, di dita ben intercalate e di un cazzo duro riesce a farsi strada non trascurando, chinandosi sulla mia schiena, di mettermi sotto le narici un po’ di popper. Io sono orami senza piu’ inibizioni e mi lascio lavorare per permettere ai due grossi calibri l’impresa. Mi sento scoppiare, strappare, ma allo stesso tempo godo in un modo pazzesco e appena la mano di Ale mi impugna il dardo vengo schizzando tra il mio ventre e quello di Paolo che quasi urla: “Porci ! Froci ! Maiali ! Rottinculo ! ...”. Evidentemente le contrazioni del mio sfintere che seguono il mio orgasmo portano alla meta anche lui che rantola: ” Sto’ godendoooooooo .......................”. Sento il suo cazzo pulsare in me. Gianni pure lui, chiude gli occhi e tenedomi stretta la testa fra le mani mi schizza in bocc, in gola in un’interminabile torrente di sborra. Ale ci raggiunge pochi secondi dopo con una specie di urlo soffocato ma che dura un’eternita’, come pure il suo orgasmo. Lo sento che dopo un affondo quasi doloroso nelle mie viscere comincia a contrarsi e astringermi in un violento abbraccio. “ Cristo Santo ... “ fa’ Gianni lasciando la presa dalla mia testa e togliendomi il cazzo che cominciava a perdere turgore dalla mia bocca. Un po’ di sperma mi esce dalla bocca e mi riga il viso fino al mento. Anche Ale esce da me, ma continua a baciarmi il collo e la nuca, stringendomi a lui. Paolo, ancora duro continua a dire parole sconnesse, e sono io che con un movimento mi tolgo quel dardo dal culo provocando in lui un “ Oh! “ di delusione. V. Conclusione. Restiamo tutti allungati sul pavimento senza dire una parola. Non so quanto tempo sia passato. Ad un certo punto Ale si alza per cercare una sigaretta. Paolo, si alza anche lui e da buon macho, dirigendosi verso il bagno ci dice: “ Devo pisciare, ragazzi ...”. Gianni tace. Io guardo incredulo la scena: Ale e’ in poltrona che si fuma una sigaretta; dal bagno la cui porta e’ sicuramente stata lasciata aperta apposta si sente lo scroscio lungo e virile della piscia di Paolo. A terra, nell’altro posacenere ci sono i due preservativi pieni di sperma. L’aria e’ piena dell’odore di sesso, di sudore, di fumo, di maschio ... Gianni si alza e raccatta la sua roba e si veste. Con un sorriso dice: “ Devo andare. Grazie di tutto. Grazie Marco.” e mi da’ un bacio in bocca, con la lingua, e certamente non gli sara’ sfuggito il gusto del suo proprio sperma. Anche Paolo si riveste e ci bacia a tutti e tre, anche lui in bocca; lo sperma di Gianni pare non essere un problema per nessuno. Guardandomi mi dice: “ Ancora non ci posso credere... ma m’e’ piaciuto...”. Gianni e Paolo escono insieme. Rimaniamo solo noi due. Ale seduto in poltrona ed io a terra. Ancora devo capire bene che cos’e’ successo: d’altronde l’unico gay ‘ufficiale’ sono io, ma quanto accaduto rimette in gioco tutto. Mi alzo, ma Ale mi prende per un fianco e mi avvicina a lui, mi fa abbassare e mi bacia. Un lungo bacio dove perdo la nozione del tempo. Finiamo nel mio letto dove, provati dagli avvenimenti ci addormentiamo quasi subito, abbraciati nonostante il caldo. La sveglia suona, cazzo, gia’ lunedi mattina. Ale non c’e’ piu’; se n’é gia’ andato senza svegliarmi ... Doccia, colazione come da routine ma mentre sorseggio il mio caffe’ non posso far a meno di guardare i resti di quella domenica sera sfuggita al controllo, al mio almeno. La tavola con i resti della cena, le bottiglie vuote, i mozziconi di sigaretta, i preservativi nel posacenere per terra. E’ dunque successo davvero e non e’ stato un sogno. Al lavoro non riuscivo a concetrarmi. Il culo ancora mi duoleva dopo la doppia penetrazione, ma erano i ricordi dell’accaduto che non mi abbandonavano, tutto mi riappariva piu’ nitido di quanto non mi fosse apparso la sera prima. La giornata mi sembro’ interminabile ma alla fine eccomi di nuovo a casa. Il cellulare era rimasto muto tutto il giorno ed io non osavo chiamare nessuno dato che non avevo la piu’ pallida idea di come era stata vissuta la cosa dagli altri. Col batticuore guardai se c’erano messaggi in segreteria, ma niente. Con un senso di amarezza mi misi a riordinare il tutto quando ecco che squilla il telefono; rispondo. “ Marcolino ! “ era Paolo, “ Come va’ ?! ” ridacchiando. “ Tutto OK.” risposi. “ Ti volevamo ringraziare ...” continuo’. “VolevAMO ?!? ” feci io con aria interrogativa. “ Si! indovina chi c’é qui ?! Quel paranoico cagacazzi di Gianni che da quando e’ entrato non fa’ che ripetere che vivo in un porcile...” sghignazzando, “ Ma alla fine vuole rimanere a dormire qui stasera, quindi forse non gli dispiaccioni i maiali ...”. Ero sorpresissimo, ma Paolo continuo’: “ A quando un’altra serata a quattro ?! . Ci siamo proprio divertiti vero ?!?!”. “ Vero. ” risposi, ” Ma ancora non ho sentito Ale ...”. E Paolo: “ Vabbe’, non appena lo senti, fammi sapere quando ci rivediamo, magari da me questa volta, tanto mi sa’ che a mettere a posto ci pensa il il signor precisino qui ...” e in sottofondo sentii Gianni che gridava: “ Vaffanculo, stronzo ! “ indirizzato a Paolo. “ Vabbe’ ti saluto! ” e concluse con “ Ancora grazie. Ti mando un bacio ...”. Riattaccai e dopo essermi seduto mi accesi una sigaretta. Grazie di che mi chiedevo. Forse di avergli fatto apprezzare il sesso tra uomini ?! Non riuscivo ancora a acapacitarmi dell’accaduto; tutto mi sembrava cosi’ impossibile, cosi’ irreale: l’etero trombafemmine sempre in piena tempesta ormonale s’era ‘trovato’ con il marito modello, cornificato ed abbandonato e pareva filassero d’amore e d’accordo. Mentre io, l’unico omo doc della situazione, li’ da solo a non capire troppo come va’ il mondo. Mentre la sigaretta si consumava ed io cercavo di ordinare idee e sensazioni, ecco il citofono a svegliarmi da quello stato di confusione. Risposi: “ Chi e’ ? ” . “ Ciao, posso salire ? “ era Ale. Aprii ed improvvisamentemi venne come un senso di vertigine, ma rimasi ad aspettarlo all’ingresso come paralizzato. Dopo poco eccolo alla porta: aveva una camicia rosso bordeaux ed un enorme girasole in mano; con un sorriso irresistibile disse: “ Mi fai entrare ?! “. Annuii e lui chiudendo la porta alle sue spalle allungo’ quell’enorme fiore verso di me: “ Per te ...”. “ Grazie ...” risposi quasi balbettando. Immagino di essere diventato rosso almeno qundo la sua camicia; mi sentivo il viso in fiamme. “ Scusa per ieri, ma dormivi cosi’ bene che non me la sono proprio sentita di svegliarti .”. “Ah...” replicai. “ Ma sai... ”continuo’ lui sorridendo, “ stamattina avevo quel colloquio. Ed indovina ?!?! Ho il lavoro. Resto a Roma ! “. E su quelle parole mi cinse con un braccio e mi avvicino’ a lui. Le nostre labbra si unirono mentre il girasole mi cadeva dalle mani per finire ai nostri piedi. mh2o969@yahoo.it PS Non mi dispiacerebbe leggere qualche commento.

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