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Aiuto Paterno

by Gaetano


Quando Gaetano entrò in salotto fu felice di trovare Pasquale a casa, seduto sul divano a guardare la Tv: aveva proprio bisogno di sfogarsi e parlare con suo padre l’avrebbe aiutato. "Già di ritorno, figliolo?" esclamò Pasquale, spegnendo la Tv. "Qualcosa non va? Problemi a scuola?" Gaetano buttò lo zainetto sul pavimento, scuotendo la testa. "No... con Caterina." Pasquale fece cenno al figlio di sedersi accanto a lui, ma Gaetano era evidentemente troppo nervoso e rimase in piedi con le mani ficcate in tasca e lo sguardo accigliato. "Che è accaduto?" chiese l’uomo. "La solita storia!" esclamò Gaetano. "Tutte le volte che arriviamo al sodo lei dice ‘Non adesso, non ancora’... cazzo, quanto dobbiamo aspettare?" Pasquale sorrise. "Devi essere paziente, lo sai come sono fatte le ragazze." "Ma ho diciassette anni!" replicò il ragazzo, muovendosi nervosamente avanti e indietro. "Di questo passo arrivo vergine ai venti!" "Io avevo diciannove anni la prima volta che lo feci con una ragazza" disse Pasquale. "Vent’anni fa, papà! Erano altri tempi... Se almeno oggi non m’avesse fatto arrivare fino a un certo punto prima di fermarmi!" esclamò Gaetano stringendo i pugni. "Ci siamo spogliati, me l’ha fatto mettere fra le cosce e poi, quando c’ero vicino, s’è fatta indietro! Mi tira pazzo!" Il ragazzo abbassò lo sguardo. "Cazzo, solo al pensiero m’è tornato duro!" Pasquale notò il ringonfiamento nella patta dei jeans del figlio, lo guardò negli occhi e aggiunse "Forse ho un rimedio per te. "Eh?" mormorò il ragazzo incuriosito. L’uomo sollevò il telecomando che aveva in mano, porgendolo al figlio. "E’ solo un riempitivo, ma può aiutare a sfogarti." Incredulo, Gaetano comprese cosa stava facendo suo padre prima che lui rientrasse. "Quando morì tua madre usai queste cassette per un anno, prima di uscire con altre donne" spiegò Pasquale. "Non c’è niente di male e talvolta lo faccio ancora. E’ una cosa da uomini..." Gaetano sedette sul divano e mormorò "Padre e figlio possono condividere certe ‘cose da uomini’?" "Pensavo avresti voluto sfogarti da solo." Essendo una giornata di riposo, l’uomo indossava solo un paio di shorts casalinghi, già pieni di un rigonfiamento altrettanto evidente di quello del figlio. "Non c’è problema" rispose Gaetano aprendosi la patta un po’ incerto e cominciando a toccarselo. Si misero a guardare la cassetta in silenzio, fianco a fianco: dopo un po’ Gaetano si tirò fuori il pene dai boxer, smanettandolo lentamente, mentre Pasquale continuò a tenere appoggiata la mano sul proprio pacco facendo pressione sull’asta indurita. Per alcuni minuti padre e figlio si masturbarono davanti alle immagini pornografiche: man mano che si facevano più esplicite, il movimento delle mani diventava più rapido, così come il loro respiro. Nel momento in cui la ragazza del video si mise sulle ginocchia per permettere all’amante di penetrarla da dietro, anche Pasquale estrasse il pene e se lo strinse in pugno. Gaetano lanciò un’occhiata laterale, guardando il sesso eretto del padre, e scoprì con piacere che il suo non era da meno. Si sfilò i jeans, lasciandoli cadere attorno alle ginocchia, e si sistemò più comodo sui cuscini: così facendo sfiorò con la coscia quella paterna e il contatto gli procurò un brivido inatteso. Continuarono a smanubrarsi e, quando l’uomo penetrò la ragazza, Gaetano commentò "Cavolo, se penso che oggi avrei potuto farlo... Le sue cosce me lo stringevano tutto... come se la stessi fottendo." Pasquale guardò il figlio. "Un video non è la stessa cosa, vero?" "Direi di no" rispose Gaetano. "Ma va bene lo stesso, pa’... davvero." I due si guardarono negli occhi nella penombra della stanza, illuminata dalla luce della Tv e da quella esterna del tramonto. "Ho una proposta da farti, figliolo. Forse ti sembrerà strana, ma è certo meglio della cassetta." Pasquale si alzò, fermo a pochi centimetri dal figlio con le gambe leggermente divaricate, e disse "Non saranno le stesse di Caterina, lo so bene, ma puoi provare con le mie cosce." Gaetano sgranò gli occhi allibito. "Ma papà, che dici? Non sono mica ricchione." "Nemmeno io" ribatté Pasquale. "Sto solo cercando di aiutarti perché immagino quanto ci stai male a non poterti sfogare come vuoi." Gaetano rimase in silenzio, indeciso; lanciò uno sguardo al filmato porno, poi tornò a guardare suo padre, in piedi davanti a lui con le cosce divaricate e il pene in erezione. Solo allora Pasquale capì cosa metteva in soggezione il figlio e si girò, dandogli la schiena. "Così ti sarà più facile." Gaetano esitò ancora, poi scrollò le spalle. "Ma sì, chi se ne fotte... godere è godere, no?" Il ragazzo si alzò, appoggiandosi alla schiena paterna e infilando il pene eretto fra le cosce del padre, proprio sotto ai genitali. Pasquale era alto circa otto centimetri più del figlio e quindi la posizione non era scomoda per nessuno dei due. Appena l’uomo sentì l’asta del figlio scivolargli fra le gambe strinse le cosce, imprigionandola. Gaetano cinse con le braccia il torso del padre e appoggiò la guancia sulla sua schiena, poi prese a muovere lentamente avanti e indietro il bacino, simulando lo stesso atto che aveva compiuto con Caterina nello spogliatoio della palestra deserta quel pomeriggio. La sensazione era uguale e diversa al tempo stesso: il calore fra le cosce era lo stesso, così come il piacere causato dalle spinte pelviche, ma le gambe di suo padre erano più forti di quelle della ragazza e, inoltre, c’era la non lieve differenza della peluria... Eppure la cosa non infastidiva granché Gaetano, che stava rivivendo la goduria provata nel pomeriggio. Era meglio di una semplice cassetta, eppure qualcosa non tornava... Pasquale notò che il figlio s’era bloccato. "Che c’è, Gaeta’? Non te la senti?" "Non è questo. Caterina faceva pressione perché la parte più forte delle cosce è quella anteriore e... Oh, lascia perdere, vabbene così." Pasquale si staccò dal figlio, voltandosi. "Possiamo provarci, se vuoi." Gaetano guardò il pene paterno ancora eretto. Quel sesso turgido, così simile al suo, lo metteva a disagio, eppure il paragone fra il proprio cazzo e quello di suo padre lo intrigava: fare a gara coi compagni di allenamento per vedere chi c’è l’ha più grosso è una cosa, misurarlo col proprio padre è diverso... Pasquale sorrise di fronte all’imbarazzo del figlio e gli scompigliò i capelli cortissimi, con le punte in alto piene di gel come andava di moda. Il ragazzo piegò la testa. "E dai, papà, lascia sta’..." "Allora? Devo voltarmi o no?" Gaetano gettò un ultimo sguardo al pene del padre, talmente vicino al suo che quasi si sfioravano, poi scosse la testa e avanzò sistemando il cazzo fra le cosce paterne, sotto alle palle, appoggiando la guancia al petto villoso ma lasciando le braccia distese ai lati per ridurre il coinvolgimento fisico. Pasquale capì e fece altrettanto, ma la mancanza di un abbraccio non impedì al membro dell’uomo di ritrovarsi schiacciato contro il ventre del figlio e indurirsi ancora di più. Gaetano riprese a muoversi come prima e si accorse subito che la posizione era migliore: la pressione dei muscoli delle cosce era maggiore e, di conseguenza, aumentava il godimento. Pur essendo un uomo snello, Pasquale era forte ed atletico e riusciva a schiacciare fra le gambe il pene del figlio come Caterina non avrebbe potuto fare. Il ragazzetto cominciò a darci sotto, spingendo energicamente avanti e indietro fra le cosce paterne, noncurante del cazzo rigido che premeva e si sfregava involontariamente contro di lui. Andarono avanti per alcuni minuti, poi Gaetano istintivamente gettò le braccia attorno al torace del padre e lo strinse a se: pur essendo anche lui snello, era un ragazzo sportivo e le sue braccia venose premettero energicamente attorno al torace paterno. Pasquale esitò un istante, imbarazzato, poi abbracciò il figlio a sua volta, restituendo la stretta. "Che sballo, pa’! "esclamò il ragazzo, aumentando le spinte pelviche. "Non credevo fosse una tale figata!" " Lo so, figliolo" rispose Pasquale, muovendosi a sua volta contro il ventre del ragazzo: non credeva che sarebbe finita così, ma il contatto intimo fra i loro corpi stretti e l’evidente goduria del proprio figlio lo stimolavano in maniera impensata e quindi serrò ancora più forte le cosce, gustando il cazzo turgido di Gaetano che vi si muoveva in mezzo. Preso dalla frenesia del godimento, il ragazzetto ci diede dentro di brutto: non aveva mai provato un rapporto fra maschi e la sensazione lo faceva rabbrividire. Era il suo primo rapporto sessuale totale e stava per venire assieme a suo papà... una cosa incredibile! Si aggrappò al corpo villoso di Pasquale, grugnendo "Ci sono, cazzo!" ed ebbe un violento orgasmo fra le braccia del padre, sborrando fra le sue cosce e premendo l’asta rigida contro le sue palle. Nel momento in cui sentì il liquido caldo del figlio colargli lungo le gambe, stimolato dai grugniti di piacere di Gaetano, Pasquale venne a sua volta col cazzo schiacciato fra i loro corpi uniti, inondando il ventre del figlio che stringeva a se. Restarono allacciati così per alcuni istanti, riprendendosi dal violento orgasmo, poi si separarono: Gaetano si passò la mano sul ventre, inzuppato di sperma paterno, mentre Pasquale si toccò fra le cosce dove il figlio aveva sparso il suo seme. Per un momento si guardarono con comprensibile imbarazzo, poi padre e figlio si abbracciarono di nuovo: i loro cazzi bagnati si ritrovarono premuti l’uno contro l’altro, ma non ci fecero caso e rimasero allacciati in quell’abbraccio virile, felici di aver condiviso qualcosa di così intimo e importante.

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