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IO E MIO PADRE (3A PARTE)

by Picerotti


IO E MIO PADRE (3A PARTE)

Dopo le due esperienze, per me eccezionali, avute nei mesi precedenti, tra me e mio padre non ci fu più nulla per lungo tempo. Eravamo rimasti spesso a casa da soli ma… niente! Sembrava avesse dimenticato i nostri due incontri di sesso appassionato. Io, ovviamente, non avevo abbastanza coraggio per prendere l’iniziativa; mi limitavo a continuare a spiarlo quando andava in bagno. Ma ieri è successo qualcosa che ha cambiato lo stato delle cose; sono ancora emozionato nel raccontarlo! Eravamo a casa da soli come ogni sabato pomeriggio poiché mia madre era uscita per fare la spesa settimanale e, come al solito, non sarebbe rientrata prima dell’ora di cena. Io ero in salotto e stavo leggendo il giornale quando ho sentito un urlo provenire dal bagno. Mi sono precipitato a vedere cosa fosse successo: ho aperto di scatto la porta del bagno e ho visto mio padre completamente nudo seduto dentro la vasca. Senza imbarazzo e davvero spaventato, gli ho chiesto cosa gli fosse successo. Lui, senza scomporsi per il fatto di essere nudo, mi ha detto che era scivolato mentre entrava in vasca e che aveva preso una gran botta sul didietro. Accortomi che non c’era nulla di grave, ho finalmente realizzato la situazione in cui mi trovavo. Avevo l’oggetto dei miei desideri sessuali lì di fronte a me, completamente nudo. Il suo enorme arnese si ergeva dritto tra le gambe, una trivella pronta ad entrare in azione! Sembrava spuntare fuori da una miriade di peli intricati che gli facevano da corona intorno all’attaccatura. Peli che poi salivano fino a coprirgli la pancia, il petto e le spalle: una vera moquette!!! Per non dare troppo nell’occhio, decisi di inforcare la porta per uscire ma… proprio mentre stavo per andarmene, lui mi ha detto che visto che mi trovavo lì potevamo fare il bagno assieme. Io mi sono subito eccitato all’idea ma, per non apparire così allupato, gli ho risposto che la vasca era troppo piccola per due persone… Lui mi ha risposto che, stringendoci, c’era posto per tutti e due. Allora mi sono fatto coraggio e ho iniziato a spogliarmi per assecondarlo nella sua idea che, confesso, allettava più me che lui! Rimasto solo con gli slip ho avuto un attimo di esitazione ma lui mi ha detto di non fare troppo il timido che tanto sapeva che la cosa mi eccitava. Mi tolsi allora anche gli slip ed esposi ai suoi occhi vogliosi il mio pene che, in confronto al suo, era davvero poca cosa, nonostante lui abbia trent’anni più di me. Entrai nella vasca e lui divaricò le sue gambe verso di me mentre io appoggiai le mie sopra le sue: i nostri gioielli di famiglia erano finalmente uno di fronte all’altro! Ogni tanto lui veniva a stuzzicare il mio con l’alluce provocandomi una fortissima eccitazione. Dopo un quarto d’ora, decidemmo di uscire e di asciugarci. Io stavo per andare in camera mia per prendere dei vestiti puliti quando mio padre disse che era davvero un peccato sprecare un’occasione così. Ho capito immediatamente doveva voleva arrivare ma ho fatto finta di non capire per vedere come avrebbe imbastito il discorso. Mi ha detto che aveva tanta nostalgia del mio culetto perciò mi disse se potevo “prestarglielo” per un po’; intanto la sua trivella tra le gambe si faceva sempre più grossa e minacciosa! Come potevo negargli questo favore? Mi misi a novanta sul lavandino lasciando il mio culetto alla sua mercé. Sentii la sua trivella che si faceva prepotentemente strada tra le mie natiche e, arrivata all’ano, cominciò a perforare con furia inaudita. Mio padre si lanciava in spinte possenti contro di me emettendo dei gemiti da vero maiale in calore e ad ogni spinta i suoi testicoli, lunghi e penzolanti, andavano a cozzare contro i miei solleticandomi enormemente. Dopo venti minuti abbondanti venne copiosamente dentro di me e solo a quel punto fu disposto a togliere il suo arnese dal mio didietro. Quando mi girai, vidi il pene di mio padre che stava ancora perdendo qualche goccia di sperma, mentre il suo viso era tutto accaldato. Non ancora pago, mi disse che ora quel “gioiellino” doveva essere lavato e mi chiese se dovesse usare il bidè o… la mia bocca!!! Capii subito che desiderava da me un altro servizio e, senza farmi pregare, gli risposi che optavo per la seconda opportunità. Mi inginocchiai davanti a lui e presi voracemente il suo pene in bocca; cominciai a leccarlo per eliminare ogni residuo di sperma: lo ingoiavo così profondamente che quasi me lo sentivo in gola. Lo leccavo provocandogli un piacere che si leggeva palesemente in viso. Lo sentivo tornare turgido tra le mie labbra e dopo dieci minuti, venne per la seconda volta inondandomi la bocca del suo dolce liquido. Era evidentemente al culmine dell’eccitazione ma… non ancora pago! Cominciò a tirarsi su e giù il suo enorme prepuzio nell’intento di spararsi una sega. Non potevo crederci: era già venuto due volte e non ne aveva ancora abbastanza! Quando mi guardò con quello sguardo malizioso, capii che voleva ancora qualcosa da me. Afferrai al volo: allontanai la sua mano dal suo coso, mi avvicinai a lui, presi il suo prepuzio e con esso coprii il mio pene (anch’io quanto a prepuzio sto messo bene, devo aver preso da lui!). Con il mio prepuzio ho cominciato a solleticargli il glande: il piacere che gli procuravo era tale che ricominciò a gemere di piacere. Dopo oltre dieci minuti di solleticamento e sfregamento, durante i quali io tenevo con due dita saldamente uniti i nostri protagonisti, mio padre venne per la terza volta nel giro di poco meno di mezz’ora! Mi chiedevo come potesse reggere un tale ritmo a sessantatre anni! Anche questa volta la quantità di sperma con cui inondò il mio pene era spaventosa, sembrava che il suo serbatoio di sperma fosse inesauribile!!! In tutto questo, io non ero ancora venuto una volta, per giunta!!! Fu lui, tra l’altro, a farmi notare la cosa, dicendomi che era arrivato il mio turno. Mi chiese se non avessi un altro giochino, come quelli usati durante il nostro primo incontro, da proporgli. Riflettei un attimo, corsi in camera mia e ritornai in bagno con un paio di bretelle: legai due pinze delle bretelle sul suo prepuzio e le altre due sul mio e ci sedemmo così legati sul bordo della vasca. Il suo arnese cominciò a pulsare a ritmo indescrivibile e ad ogni pulsazione mi provocava un sussulto di enorme e indescrivibile piacere. A forza di strattoni finalmente ebbi la mia erezione: lo sperma rimase bloccato attorno al glande poiché il prepuzio era sigillato dalle bretelle. Dopo neanche un minuto mi accorsi che mio padre aveva avuto la sua quarta eiaculazione, lo capii quando vidi il rigonfiamento attorno al suo glande dovuto allo sperma bloccato per via delle bretelle. Mio padre, che evidentemente quel giorno era in preda a fantasie erotiche perverse, ebbe un’idea: mi disse di aspettare a toglierci le bretelle. Legati l’uno all’altro, mi fece andare in cucina dove prese un bicchiere di carta, poi ritornammo in bagno camminando sempre legati. Arrivati di nuovo in bagno mi disse di stringere con due dita il prepuzio per evitare che lo sperma fuoriuscisse subito, una volta tolte le bretelle e così feci. Lui fece altrettanto con il suo. Poi mi fece avvicinare a lui, al suo via ci siamo tolti le bretelle serrando forte con due dita i nostri prepuzi per evitare fughe indesiderate e al suo secondo via svuotammo le nostre “produzioni” sul medesimo bicchiere che, comunque, non era abbastanza grande per contenerle interamente. Come avevo intuito, finita la “spremitura”, mio padre mi propose un bel brindisi: lui bevve più di metà del contenuto complimentandosi per l’ottima accoppiata di gusti. Poi venne il mio turno: inghiottii ciò che rimaneva nel bicchiere. Avevamo creato un cocktail buonissimo!!! A questo punto doveva essere stremato e infatti mi disse che si sarebbe vestito perché doveva uscire. Quando lui uscì dal bagno, mi lasciò là da solo con un bicchiere di sperma vuoto in mano e la constatazione che il match si era concluso 4 a 1 per lui; per di più al nostro terzo incontro io non avevo ancora avuto l’opportunità di perforare il suo culetto, cosa che lui aveva fatto puntualmente ogni volta. PICEROTTI

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3 Gay Erotic Stories from Picerotti

Io e mio padre

Fin da bambino il mio desiderio più grande e' stato quello di poter ammirare il pene di mio padre. Mi ricordo che quando avevo tre/quattro anni la domenica andavo sovente al mattino presto nel lettone dei miei genitori e chiedevo incessantemente a mio padre di mostrarmi quello che allora chiamavo il suo 'pisellino'. Lui era sempre riluttante ma poi finiva col cedere alle mie pressanti richieste e

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