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Il bacio

by Ancel


Quella sera devo ammettere, che feci molta fatica a addormentarmi pensavo sempre a quella dolce creatura, che si stanca facilmente che mi ê stata vicina per molto tempo nella macchina, dopo aver portato a casa le altre due colleghe.

E infilatomi nel letto preso dalla foga pazza, mi tirai giû i calzoni del pigiama e cominciai a masturbarmi lentamente…

Mi alzai ed aprii l’anta dell’armadio, dove in una scatolina con serratura ripongo delle cremette e dei lubrificanti.

Tornato nel letto, mi metto un po’ di Crema da massaggio, E’ una crema superattiva dalle proprietà defaticanti ed energizzanti ideale per il massaggio della zona intima maschile, D’immediato effetto stimolante riattiva la circolazione e contrasta il senso di stanchezza coadiuvando la capacità d’erezione del pene. A base di derivati naturali non richiede un lungo massaggio e non ha controindicazioni, e me lo applico sul pene, e nella parte dei testicoli, e cosî ritorno a masturbarmi, stavolta piû sveltamente, perché con questa cremina, il cazzo scivolava molto, ma ê quello che io volevo…

Immaginavo nella mia testa, i vari momenti vissuti fino a quel momento con Marco, e in pochissimi minuti, ecco che vengo in un mare di sperma.

Dopo questa bella sborrata, mi pulisco con uno straccetto, e mi rimetto a posto i calzoni.

Poi mi addormento.

Vedevo Marco, 3 volte la settimana, in altre parole quando avevamo i turni assieme, mi era difficile, non poterlo vedere gli altri giorni, ma provate a pensarci anche voi, che volete, che vada a casa sua a dirgli: “ Ehi Marco, sai che sei un figo pazzesco, vorrei tanto scoparti…!”

Un bel pomeriggio di sole estivo, quando non vi era tanta gente, e Marco ed io avevamo il turno assieme, ci sistemammo, a sedere su due sgabelli presenti fuori dal locale, a prendere il primo sole estivo… era, infatti, un giorno di metà maggio.

Era la prima volta che non lo vedevo stanco…, ed allora mi raccontô: “Ieri sera non avevo un cazzo da fare, i miei amici erano andati tutti via in una birreria, io non n’avevo tanta voglia e sono rimasti a casa, fatto sta che sono andato a letto alle 21.00, e mi sono alzato indovina un po’ a che ora?!”

Io allora sorridendo dico: “Alle 14.00” (alle 14.30 riapre la gelateria)

“Ci sei andato vicino! – dice lui, e poi continua: mi sono alzato alle 13.00!”

“Cazzo hai dormito mezza giornata…16 ore ma come cazzo hai fatto?”

“Non me lo chiedere, perché non lo so nemmeno io, non mi era mai successo!”

“Io al massimo dormo 9 ore e poi mi sveglio…ma tu cazzo nei hai dormite quasi il doppio!” dissi io…

“Figurati…tu 9 ore, io se ne dormo 6 ê gia un miracolo!” – disse lui

“Ecco dove si spiega tutto questo sonno che hai!” – risposi io…

Parlammo cosî per circa 45 minuti, che delusione non veniva nessuno a prendere il gelato.

Alle 19.00 Marco doveva andare via, io invece rimanevo e facevo anche il turno da solo, perché Simonetta non c’era, aveva la mamma in ospedale che operavano in quel pomeriggio…, e quindi abitando assieme a lei, perché orfana di babbo e figlia unica, ê giustificata, ed inoltre Simonetta doveva andare al compleanno del suo ragazzo.

Allora chiesi a Marco: “ Verso le 23.00 mi vieni ad aiutare a chiudere il negozio?!”

“Se vuoi posso chiamare il padrone e dirgli che resto a darti una mano!”

“No dai, sai come s’incazzerebbe, ê davvero un spilorcio, per fortuna che abita a 50 km da qua, altrimenti ci verrebbe a controllare, e cosi Simonetta ê pagata lo stesso!”

Allora Marco mi ringrazia, mi sorride come lui sa fare, si sveste e come al solito dal seminterrato, viene nel retro ad allacciarsi le scarpe e se ne va.

Dopo qualche minuto ritorna, e dice: “ Mi sono dimenticato di darti il nuovo numero di cellulare, l’altro ora gliel’ho regalato a mio fratello!”.

Allora io gli dissi: “Testina non potevi darmelo stasera?!”

“E se poi mi chiamavi Pistola?!”

E scoppiammo a ridere ad alta voce, contagiando, anche una cliente che stavo servendo.…

Marco se ne va ed io chiedo scusa alla cliente che ancora ridendo dice: “ Qui ci si diverte…non cercate un’altra persona per la vostra gelateria?!”

Allora io dico: “Non credo…comunque le do il numero di telefono del padrone…. (gli allungo il foglietto), lo puô chiamare e sentire…!”

La ragazza paga, ringrazia e se ne va…

Dovevo passare 4 ore da solo come un cane, cosa avrei fatto non lo so, allora alle 20.30 stavo per chiudere due minuti, per andare a prendere due tranci di pizza nella pizzeria accanto, ma da dietro le spalle mi spunta tutto sorridente Marco proprio con della pizza.

“Mi hai letto nel pensiero?!” – dissi io sorridendo

“Hai visto che bella sorpresa? – disse Marco e poi continua “ Ero a casa da solo i miei genitori erano andati via, e io a casa da solo non ci voglio stare, cosi sono ritornato qui, ti prometto che non lavoro, non faccio nulla, altrimenti se mi faccio male, andiamo tutti e due nelle beghe fino al collo.

Allora ci sedemmo sul tavolino dentro alla gelateria riservato ai clienti che si vogliono fermare dentro, e mangiamo assieme, una pizza gigante margherita normale, che già il pizzaiolo, o la pizzaiola chicchessia aveva tagliato per noi.

Quel pomeriggio Marco era diverso dal solito, no non era stanco era piû vivo che mai…

Gli volli pagare la metà della pizza, ma lui disse che non ve n’era bisogno, ma io insistetti altre due o tre volte nell’arco della serata, ma sempre lui disse di no .

Finalmente era arrivata l’ora di chiusura, allora Marco chiude il negozio, mentre io già stavo iniziando a portare via i gelati dal balcone e metterli nel freezer nel seminterrato.

Prendevo due gusti alla volta, mentre Marco fece la chiusura della cassa, e annotô il tutto nel registro di cassa, allegandovi anche lo scontrino come giustamente si deve fare.

Mentre Marco si abbassa per infilare nel cassetto il registro, gli passo davanti e a momenti inciampavo, allora lui mi disse : “Stavolta mi sa tanto che sei te ad essere addormentato!” e poi rise.

“Ah ah ah…veramente spiritoso, ma molto molto spiritoso!” – e continuai a fare il mio lavoro, stavolta con Marco che mi dava una mano a portare gli ultimi gusti, cosi avremmo fatto solo due giri.

Poi diedi una spugna imbevuta d’acqua, per dare una pulita al vetro della vetrina del bancone, ed anche al tavolo di lavoro del retro negozio, ed ad un certo punto, mi scivola di mano, tutti e due ci chiniamo per raccoglierla, e nel prenderla in mano, Marco alza lo sguardo verso di me, allunga il viso sbatte due volte gli occhi e mi da un tenero bacio in bocca.

Scostatosi dopo una decina di secondi, non saprei in esattezza, si alza in piedi e dice : “Scusa non so cosa mi sia successo!”

Allora io tutto mogio senza perô farmi vedere in viso gli dico :” Neanche io non so cosa mi sia successo, potevo spostarmi ma non l’ho fatto, dimentichiamo tutto!”

Era perô molto difficile dimenticare per me questo bacio…

Uscendo dalla porta del retro, ci salutiamo e ci diamo appuntamento al lunedî, e dovevo stare quattro giorni, senza poterlo vedere…me ne dispiaceva un casino, ma non sapevo proprio cosa farci…

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